50 anni delle DOC del Lambrusco, il vino italiano più venduto al mondo

Il Lambrusco, vino italiano più venduto al mondo, festeggia i 50 anni delle sue DOC storiche e punta ad un riposizionamento sul mercato grazie all’impegno di produttori e al lavoro del Consorzio di Tutela

31 Marzo 2023 - 13:10
50 anni delle DOC del Lambrusco, il vino italiano più venduto al mondo

 width= 200 secoli di storia, 57milioni di bottiglie DOC certificate nel 2020, 16.600 ettari vitati tra la provincia di Modena e Reggio Emilia, 1milione e 300mila quintali di uva prodotti in un anno. Sono i numeri del Lambrusco, il vino italiano più venduto al mondo che oggi festeggia i 50 anni delle sue DOC storiche, una tappa importante celebrata con un grande evento al Museo Enzo Ferrari, luogo simbolo delle eccellenze e della creatività emiliana. Il filo conduttore della serata sarà il rosso, del Cavallino Rampante e dell’“umile Champagne dell’Emilia Romagna”, come lo definì Mario Soldati, un vino che per lungo tempo ha dovuto fare i conti con uno scetticismo e con consolidati luoghi comuni sulle sue potenzialità e sul suo valore ma che oggi sembra stia conquistando una rinnovata identità enologica grazie all’impegno di produttori sempre più orientati alla sperimentazione, spinti dalle intuizioni e dal contributo delle nuove generazioni desiderose di esplorare frontiere inedite. Fondamentale anche il lavoro svolto dal Consorzio di Tutela Lambrusco, nato nel Gennaio 2021 dall’operazione di fusione dei tre precedenti enti di tutela (il Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, il Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa, e il Consorzio di Tutela Vini del Reno DOC), protagonista nella costruzione di una nuova narrazione per il pubblico nazionale e internazionale volta a svelare l’infinita varietà di terre e vitigni fino ad oggi celati dietro la parola Lambrusco, cosi ché si possa finalmente associarlo appieno al suo mondo, fatto di molteplicità, differenze e sfumature.

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Photo Credit: Consorzio di Tutela Lambrusco

A partire dai vitigni a bacca nera di origine che sono ben dodici, a costituire una grande famiglia: Sorbara, Grasparossa, Salamino, Foglia Frastagliata, Barghi, Maestri, Marani, Montericco, Oliva, Viadanese, Benetti e Pellegrino. Il loro uso può essere più o meno esclusivo a seconda delle denominazioni di origine e delle scelte enologiche dei produttori e può dar vita a vini dalle numerose declinazioni cromatiche, inaspettate per un vino storicamente identificato come rosso scuro frizzante. Oggi si esalta proprio la capacità del Lambrusco di sfoggiare un ampio corredo di sfumature, anche olfattive, che possono regalare esperienze di degustazione completamente differenti, un vino che può presentarsi con una diversa identità a seconda delle tecniche produttive, dal frizzante, che rappresenta il 95% della produzione, fino al Metodo Classico e a quello Ancestrale, dal secco alle versioni amabili, con la possibilità di accompagnare l’intero pasto, dall’aperitivo al dessert, e di aprirsi a nuovi abbinamenti non solo con la cucina tradizionale emiliana ma anche con la cucina nazionale e internazionale. Un vino che ormai “ha poco a che fare con le bevande dolciastre che hanno dominato il mercato negli anni ’80”, per citare

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Photo Credit: Consorzio di Tutela Lambrusco

il noto critico enologico Eric Asimov che dalle pagine del New York Times più volte ha dedicato approfondimenti per far luce sui punti di forza del Lambrusco, soprattutto nella sua versione secca, oggi capace di stupire e conquistare anche i più scettici. Versatile, economicamente accessibile, di pronta beva, dal grado alcolico contenuto, anno dopo anno cresce sui mercati a partire dalla stessa Italia dove ha ripreso a conquistare nuovi appassionati, specie tra i giovani, grazie anche al suo ingresso nel mondo della Mixology, ulteriore prospettiva per poterlo gustare sposando altri ingredienti che conducono sulla strada di sapori molto diversi da quelli cui si è abituati pensando alla celebre bollicina in rosso emiliana. Un universo di sfumature e colori, di vini freschi e piacevoli la cui produzione tra DOC e IGT è destinata per il 60% all’estero con Germania e Stati Uniti meta principale delle esportazioni, mentre Cina, Giappone, Messico, Brasile e Regno Unito rappresentano i mercati emergenti cui si punta per continuare ad espandersi.

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Photo Credit: Consorzio di Tutela Lambrusco

In particolare cresce l’interesse del mercato inglese per il rosso emiliano stabilmente ospite nelle carte dei vini di un ristorante o Wine Bar di tendenza su cinque. Ad essere appassionati soprattutto i più giovani tra i 18 e i 45 anni che rappresentano il 48% dei consumatori, intrigati dalla capacità di accompagnare la convivialità e lo stare insieme, conquistati soprattutto dalle espressioni secche realizzate con uve Salamino e Grasparossa, con una preferenza per quelle vinificate in rosato. Uno spazio tra i metodi produttivi lo sta conquistando la spumantizzazione con metodo classico che potrebbe portare risultati interessanti in termini di qualità e longevità, una strada che potrebbe incidere anche sul posizionamento del Lambrusco, che di un primato gode già da tempo, quello di vino più venduto e consumato nel mondo ma che aspira, forte della sua tradizione della sua storia da un lato e della capacità dei suoi produttori di innovare dall’altro, a nuovi importanti traguardi.

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