Accordo internazionale vieta la pesca nel Mar Glaciale Artico

11 Ottobre 2018 - 04:45
Accordo internazionale vieta la pesca nel Mar Glaciale Artico
Stati Uniti, Russia, Canada Norvegia, Danimarca, Islanda, Giappone, Corea del Sud e Cina, insieme all'Unione europea, sono i Paesi riuniti in Groenlandia per firmare una moratoria della pesca per 16 anni in una zona del Mare Artico di 2,8 km quadrati, grande come il Mediterraneo. Lo scopo è tutelare la fauna marina dallo sfruttamento intensivo, in un momento in cui il riscaldamento globale rende navigabili per alcuni mesi vaste aree prima bloccate dai ghiacci. L'accordo si rinnoverà tacitamente al compimento del quinto anno a meno che un Paese non si opponga o non venga adottato un piano di gestione della pesca basato su criteri scientifici. Secondo Greenpeace, negli ultimi anni il Mar Glaciale Artico centrale ha attirato l’interesse dell'industria della pesca, che tenta di trarre profitto dallo scioglimento dei ghiacci. A causa dei cambiamenti climatici, il quaranta percento di quest’area, storicamente perennemente ghiacciata, ha visto negli ultimi anni lo scioglimento dei ghiacci in estate. Questo accordo sull’Artico arriva in contemporanea con l’entrata in vigore di un altro accordo sulla protezione del Mare di Ross, in Antartide, dove è stata confermata un'area marina protetta che si estende per 1,5 milioni di chilometri quadrati. "Questa è una vittoria storica per la protezione dell’Artico. Grazie ai milioni di persone di tutto il mondo che hanno sostenuto la campagna Save the Arctic, quest'area unica sarà al sicuro dalle attività di pesca distruttiva - afferma Jon Burgwald di Greenpeace Nordic - Ci congratuliamo con i Paesi che hanno firmato questo accordo e ci aspettiamo che nei prossimi 16 anni venga concordata una protezione permanente per la parte centrale del Mar Glaciale Artico, sia dalla pesca commerciale che dalle attività estrattive - continua Burgwald - Nonostante siano stati fatti passi da gigante per proteggere la parte centrale del Mar Glaciale Artico, alcuni dei Paesi che hanno sottoscritto l’accordo, come Stati Uniti, Russia e Norvegia, continuano a voler bloccare alcuni importanti progressi di cui si discute alle Nazioni Unite".
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