AIGRIM: il ribasso dei prezzi chiesto da ASPI per la ristorazione autostradale sarebbe fatale per il settore

AIGRIM ha richiesto ad ASPI la sospensione del meccanismo che richiede alle imprese della ristorazione autostradale un ribasso dei prezzi poiché non tiene conto delle specificità - e difficoltà - del settore

23 Maggio 2023 - 06:10
AIGRIM: il ribasso dei prezzi chiesto da ASPI per la ristorazione autostradale sarebbe fatale per il settore
Lo scorso mese di aprile AIGRIM - Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate aveva richiesto ad ASPI (Autostrade per l'Italia) la sospensione temporanea del meccanismo che prevede l’allineamento dei prezzi di vendita dei “prodotti paniere” al Prezzo Medio di Mercato la cui rilevazione avviene sulla base dei prezzi di vendita praticati da bar e ristoranti extra rete autostradale situati nella zona esterna limitrofa alle aree di servizio in autostrada. Una richiesta che implicherebbe diversi effetti negativi per il mondo della ristorazione autostradale: “La richiesta avanzataci da ASPI, per il tramite dell’ente incaricato del monitoraggio Scenari Srl, di allineare i prezzi attraverso il meccanismo del Prezzo di Mercato Medio qualora esaudita rappresenterebbe un colpo ferale per un settore, quello della ristorazione autostradale, che già oggi vive un momento di profonda crisi – dichiara Cristian Biasoni, Presidente di Aigrim - Si creerebbe infatti una situazione paradossale nella quale da un lato i concessionari beneficiano dell’adeguamento al rialzo dei canoni all’inflazione, dall’altro viene richiesto alle catene di ristorazione di tenere bloccati i prezzi di vendita o addirittura di adeguarli al ribasso con un effetto deleterio sui margini. In un contesto di mercato inflattivo a doppia cifra questa dinamica non è più sostenibile economicamente dalle catene”. “Si tratta di un benchmark del tutto erroneo da adottare poiché mette a confronto esercizi commerciali che sono espressione di mercati differenti, caratterizzati da strutture di costi (tra cui spiccano i canoni di affitto da pagare alle concessionarie autostradali) livello di investimenti e canali completamente incomparabili - continua Biasoni – Infatti, la differente e peculiare struttura di costi e di attività delle aree di servizio rende del tutto imparagonabile il mercato dei nostri Associati con i mercati esterni all’autostrada. Ci lamentiamo che i prezzi in autostrada sono alti, ma forse non tutti sanno che i canoni che le catene di ristorazione devono pagare alle concessionarie autostradali sono mediamente pari al 20% dei ricavi con punte di molto superiori su tratte come Autobrennero.”  width= La struttura dei costi di gestione degli Associati AIGRIM e quella di chi invece opera in mercati contigui all’autostrada sono di fatto imparagonabili: il servizio erogato dalle catene di ristorazione prevede infatti l’apertura dei punti vendita 24 ore al giorno per tutti i giorni dell’anno e la gestione di un intero building di importanti dimensioni, compresi i servizi igienici per i viaggiatori, siano essi clienti o meno. Ne derivano pertanto elevati costi del lavoro e importanti costi gestionali, che rimangono tali anche in fasce orarie giornaliere e in periodi dell’anno contraddistinti da ricavi di modesta entità. La richiesta di adeguamento prezzi avanzata da ASPI alle catene di ristorazione arriva quando è in corso un confronto avviato da AIGRIM con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture finalizzato a trovare le misure di intervento necessarie per salvaguardare un settore importante e che dà oggi occupazione a oltre 25.000 addetti.
AIGRIM (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) nasce nel novembre 2013 per raggruppare, in seno a Fipe–Confcommercio, le imprese che effettuano attività di somministrazione di alimenti e bevande nei centri urbani, nei centri commerciali, nelle aree di servizio autostradali, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e marittime ed in altri siti in concessione. Oggi, aderiscono ad AIGRIM 12 tra le più grandi e prestigiose Imprese di ristorazione, impiegando circa 50.000 dipendenti, contando su oltre 3 miliardi di ricavi e gestisce più di 3.000 punti di ristoro in tutto il territorio nazionale, sia in forma diretta che in franchising.
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