Allarme Coldiretti, cala la produzione alimentare

19 Nov 2018 - 04:30
Allarme Coldiretti, cala la produzione alimentare
Cala in Italia la produzione alimentare per il terzo mese consecutivo. Rispetto alla produzione di settembre il segno è un -0.6%, che allarma Coldiretti. Soprattutto perché ci si approssima alle festività di Natale dove tradizionalmente ci sono i picchi di consumo a tavola. Secondo Coldiretti, che ha effettuato questa analisi sulla base dei dati Istat sulla produzione industriale di settembre, il risultato è anche frutto di un calo degli acquisti in tutti i luoghi ad essi deputati, ad eccezione dei discount dove la spesa incrementa dell'1,5% nel mese di settembre, considerando la stessa periodicità del 2017. Anche per questo si segnala la tendenza alla ricerca di canali di acquisto alternativi ai tradizionali. Soprattutto, va rilevata la crescita degli acquisti on-line e della vendita diretta del contadino, canali tramite cui quasi sei italiani su dieci (59%) hanno fatto la spesa almeno una volta al mese nell’ultimo anno. Per Coldiretti è stato importante aver scongiurato il previsto aumento dell'Iva e, di conseguenza, una prospettata fase di recessione.L’aumento dell’Iva – comunica Coldiretti in una nota – avrebbe riguardato anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22%, che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie”. Allo stesso tempo il dato rappresenta anche lo stato di difficoltà nel quale versano molte famiglie italiane. La spesa low cost si traduce in ricette modificate, utilizzo di prodotti di qualità minore o metodi di produzione alternativi. In Italia per le famiglie la spesa alimentare risulta essere la seconda voce del budget dopo i costi da sostenere per la casa. Annualmente per l’alimentare il giro d’affari nel nostro Paese, non a caso, si attesta complessivamente su 244 miliardi di euro. Coldiretti ricorda anche che i consumi alimentari nel 2018 sono risultati praticamente stagnanti con un aumento in valore di appena lo 0,9% nel 2018, secondo un’analisi condotta dall’associazione sulla base dei dati Ismea relativi al primo semestre.
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