Apre il Museo del culatello e del masalén
Il Museo del culatello e del masalén voluto dalla famiglia Spigaroli è finalmente realtà. Nell’antica corte Pallavicina di Polesine Parmense il nuovo percorso espositivo apre una porta e sono un vero pezzo di storia del parmense e delle sue tradizioni. Raccontano un territorio, ne illustrano una crescita nel tempo costante partita da tempi antichi per […]
Il Museo del culatello e del masalén voluto dalla famiglia Spigaroli è finalmente realtà.
Nell’antica corte Pallavicina di Polesine Parmense il nuovo percorso espositivo apre una porta e sono un vero pezzo di storia del parmense e delle sue tradizioni. Raccontano un territorio, ne illustrano una crescita nel tempo costante partita da tempi antichi per arrivare fino a noi, lasciando spazio ovviamente alla cultura enogastronomica, in cui il culatello e il maiale occupano un ruolo di rilievo.
All’interno dello storico palazzo si può ricostruire il rapporto tra questo alimento e il territorio grazie a numerose fotografie, strumenti, apparecchiature, documenti, filmati, racconti di tradizioni.
Il recupero del masalén (i norcini ovvero coloro che tramandavano l’arte della corretta macellazione del maiale) da parte dello chef Massimo Spigaroli è cominciato negli anni novanta.
Dopo aver visitato la mostra attraverso delle audioguide che accompagnano il visitatore attraverso la storia del culatello in tutte le sue curiosità e sfumature, si entra nella galleria della stagionatura culatelli, prima di accedere alla sala dell’Osteria, per la degustazione. È in questo momento che il visitatore può, dopo aver saggiato un prodotto di cui ha assaporato storia e tradizione, capire come in ogni fetta di culatello ci sia il racconto di un territorio, quale quello parmense nel quale il maiale ha sempre rappresentato una eccellenza.
Il museo del culatello e del masalén si trova all’interno di una zona dove l’enogastronomia e l’eccellenza del buon mangiare regna sovrana, a 10 minuti dal Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna e a 20 da quello dell’Arte Olearia di San Secondo.
Redazione
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