Arriva “Mille mai più mille”, il vino ad edizione limitata de La Staffa

“Mille mai più Mille”, il nuovo vino a edizione limitata della cantina La Staffa. Un rosso frizzante metodo ancestrale che nasce dalla vendemmia 2016.

28 Gen 2022 - 08:59
Arriva “Mille mai più mille”, il vino ad edizione limitata de La Staffa
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/01/Arriva-Mille-mai-piu-mille-il-vino-ad-edizione-limitata-de-La-Staffa.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] Nato dalla voglia di sperimentare durante la vendemmia 2016 e destinato a essere un unicum nella storia aziendale, il rosso frizzante metodo ancestrale lanciato nei giorni scorsi è già sold out ma sarà disponibile in occasione delle visite alla cantina di Staffolo. Un esperimento nato per la curiosità di sperimentare, un’attesa durata più di cinque anni, un successo allo stesso tempo imprevedibile e irripetibile, capace però di ispirare un’interpretazione inedita e lungimirante dal punto di vista enologico del territorio dei Castelli di Jesi. Sono gli ingredienti di “Mille mai più Mille”, il nuovo vino a edizione limitata con cui la cantina La Staffa brinda al nuovo anno, un rosso frizzante metodo ancestrale che nasce dalla vendemmia 2016 ed è destinato a rimanere un unicum nella storia dell’azienda agricola di Staffolo. La storia del vino – E’ la primavera di sei anni fa quando Riccardo Baldi, titolare della cantina La Staffa, decide di destinare alcuni filari di un vitigno rosso autoctono situati sulla collina del cru aziendale “Rincrocca” alla produzione di un vino frizzante rifermentato sui propri lieviti, ispirandosi alla vinificazione ancestrale della tradizione emiliana. “Avevo conosciuto questo tipo di vini presso alcuni amici vignaioli e me ne ero subito innamorato – racconta Baldicosì un po’ spinto dalla curiosità e un po’ desideroso di sperimentare nuove possibilità per il nostro territorio ho deciso di fare una prova”.  width= Negli anni precedenti altri esperimenti simili avevano portato alla nascita del “Mai Sentito!” prodotto con l’uva più importante del territorio, il Verdicchio. Se il primo esemplare di metodo ancestrale si rivela subito un esperimento ben riuscito e negli anni successivi conquista uno spazio sempre più importante tra gli amanti dei vini sur lie e non solo, il suo fratello in rosso, di cui sono state prodotte solo un migliaio di bottiglie, continua il suo affinamento in cantina perché Riccardo intuisce che serve ancora diverso tempo per permettergli di esprimere al massimo le sue potenzialità. Nel frattempo la scelta di puntare sempre più sul Verdicchio come vino di riferimento aziendale nel 2017 porta La Staffa a espiantare i filari da cui ha raccolto le uve per il suo frizzante rosso al fine di poter piantare una nuova vigna del bianco marchigiano per eccellenza.  width= Un debutto inaspettato – L’attesa per poter stappare la prima bottiglia di un vino che porta nel nome la sua unicità e il suo destino è finita alla vigilia dello scorso Natale, quando la cantina di Staffolo ha comunicato attraverso i propri canali social l’uscita della nuova bottiglia. Nel giro di pochi giorni sono arrivati numerosi ordini dall’Italia e dall’estero tanto che l’azienda ha esaurito quasi completamente le bottiglie prodotte. “Siamo rimasti davvero colpiti dall’interesse dimostrato nei confronti di questo vino – confessa Baldie naturalmente ci fa piacere, perché è un grande attestato di fiducia da parte di chi già conosce e apprezza i nostri prodotti. Abbiamo deciso di togliere dal mercato una piccola parte di bottiglie che durante l’anno saranno aperte solo in occasione delle visite guidate alla nostra cantina per dare la possibilità a chi ci viene a trovare di gustare in esclusiva anche questo piccolo pezzo della nostra storia”. Il vino – Nato dalla rifermentazione in bottiglia sui propri lieviti dell’uva rossa autoctona marchigiana per eccellenza, un procedimento antico che ne esalta il frutto e la freschezza in modo naturale, “Mille mai più mille” è un vino che riporta a sapori lontani, di bosco e terra, di quando le prime fermentazioni non erano mai pienamente svolte in vasca e le bollicine erano il frutto di processi naturali casuali. L’anima conviviale e allo stesso tempo profondamente territoriale lo porta a essere un racconto emozionale di una delle infinite possibilità di un terroir capace ogni giorno di più di stupire.
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