Aumentano i costi per energia e materie prime: anche il vino costerà di più

Il mondo del vino si trova a fronteggiare gli effetti dei rincari di materie prime ed energia con una tensione considerevole per la catena del valore, dagli approvvigionamenti alla logistica. Si parla già di revisione di listini e nuove strategie per la riconversione energetica.

4 Febbraio 2022 - 10:07
Aumentano i costi per energia e materie prime: anche il vino costerà di più
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/02/Aumentano-i-costi-per-energia-e-materie-prime-anche-il-vino-costera-di-piu.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] Quando due anni fa esplose la pandemia e il mondo si fermò, fu evidente che lo stop forzato determinato dai ripetuti lockdown avrebbe avuto conseguenze pesanti sull’economia, e non solo nel breve periodo. Se da un lato ci si sforzava di far previsioni ottimistiche sui tempi di un ritorno alla “normalità” e si sperava, mese dopo mese, in una progressiva crescita della fiducia dei mercati, dall’altro era piena la consapevolezza che la ripartenza tanto auspicata avrebbe portato con sé altri problemi, e che questi problemi avrebbero determinato la necessità di ricostruire una “nuova normalità”. L’inflazione era tra le conseguenze ritenute inevitabili, una di quelle considerate prossime a manifestarsi: la scarsità di beni e materie prime, legata anche alle criticità per gli stabilimenti produttivi, che pure nelle ondate di contagi più recenti hanno visto una sensibile riduzione della disponibilità di forza lavoro, ha provocato un’inevitabile impennata dei relativi costi, condizione che tende a consolidarsi mese dopo mese. Il mondo del vino, insieme a molti altri settori, si trova quindi a fronteggiare una forte turbolenza con una tensione considerevole per la catena del valore, dagli approvvigionamenti alla logistica, ed effetti che diventano duri colpi da sostenere soprattutto per le piccole e medie imprese. A ciò si aggiunge che a livello internazionale il nostro paese paga una mancata autosufficienza energetica rispetto ai concorrenti francesi e spagnoli che possono contare su differenti fonti di riferimento: il rischio è ovviamente quello di perdere quote di mercato se non si riusciranno a mettere in campo strategie in grado di mantenere alta la competitività.  width=

La crescita dei costi industriali per il settore vitivinicolo

La crescita dei costi industriali, che aveva già manifestato le prime avvisaglie nel terzo trimestre dello scorso anno, oggi nel settore vitivinicolo colpisce praticamente tutto, mettendo a rischio la ripresa del settore. Oltre al gas e all’energia elettrica, che rappresentano il primo centro di costo per incremento negli ultimi due anni, con bollette che vedranno il valore moltiplicato da due fino a tre volte, tutti quelli che vengono chiamati “dry goods”, cioè i prodotti necessari per imbottigliamento e imballaggio, hanno subìto e continueranno a subire aumenti. Parliamo di legno, vetro, etichette, cartoni, capsule e tappi. A ciò si aggiunge l’incremento dello stesso prezzo medio del vino che è cresciuto a fronte di una vendemmia dai bassi volumi. Nota dolente sono anche le tariffe per i container e i noli marittimi con incrementi che arrivano al 400%. E non c’è solo un problema di aumento dei prezzi, si fatica anche ad ottenere le forniture, con scadenze che difficilmente vengono rispettate e conseguente difficoltà di pianificazione delle produzioni e della relativa distribuzione.  width=

La soluzione di breve termine: il ritocco ai listini

Le aziende vitivinicole che hanno resistito ai rincari già nell’ultimo trimestre del 2021, vedono oggi a rischio la propria marginalità e non essendo in grado di assorbire tutti gli aumenti con le proprie forze, per evitare di andare in perdita, saranno costrette a rivedere i listini precedentemente accordati con distributori e importatori. Con la GDO la battaglia sarà dura, considerati i margini molto limitati e la ritrosia alle variazioni da parte dei principali players che tengono i prezzi bloccati già da tempo; non è detto che con gli importatori vada meglio, specie se nel confronto con altri competitor troveranno alternative economicamente più vantaggiose. A ciò si aggiunge il rischio che il mercato non recepisca il perché degli aumenti, la qual cosa potrebbe tradursi nel rifiuto dei nuovi prezzi e in una contrazione delle vendite; considerato che il vino rientra ormai tra i beni voluttuari non è poi così improbabile che se ne taglino i consumi in tempo di crisi. La congiuntura colpirà soprattutto i prodotti di fascia medio bassa, dal momento che i vini di alto profilo potranno più facilmente salvarsi attuando una strategia di posizionamento giustificata dalla qualità e dalla crescita della relativa domanda. Non è escluso che alcune aziende saranno tagliate fuori dal mercato con conseguente perdita di posti di lavoro.  width=

L’efficientamento energetico come strategia di medio lungo periodo

In un momento in cui è difficile fare previsioni sui tempi della crisi per le aziende vitivinicole non resta che guardare al medio lungo termine adottando strategie e piani di contenimento dei costi energetici. Di fatto si tratta di considerare come prioritari in agenda obiettivi già chiari in un’ottica di sviluppo sostenibile, finalità oggi rese più stringenti da una contingenza economica sfavorevole. Bisognerà accelerare nella direzione della rivisitazione dei bilanci energetici degli stabilimenti, con un miglioramento delle pratiche e dei processi produttivi e una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, recuperando autosufficienza energetica attraverso nuovi investimenti. Impianti fotovoltaici, software per le linee di imbottigliamento o che consentono un uso meno intensivo della catena del freddo, sono solo alcuni esempi delle soluzioni attuabili in azienda. Aiuti economici a sostegno della riconversione energetica e dell’innovazione potranno arrivare in tal senso anche dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Al di là delle iniziative che le aziende vitivinicole da qui a breve intraprenderanno per affrontare la nuova emergenza, resta il dato di una instabilità di contesto e di scenario che mette in discussione un rilancio faticosamente conquistato nel 2021 e con la quale bisognerà convivere nei prossimi mesi, consapevoli della necessità di costruire giorno dopo giorno una nuova normalità.  width=
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