Cioccolato di Modica igp: il disciplinare in Gazzetta Ufficiale

14 Nov 2018 - 04:30
Dopo il riconoscimento della denominazione igp, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del disciplinare di produzione della denominazione Cioccolato di Modica igp da parte del ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, il cioccolato della cittadina ragusana raggiunge un record. Si tratta del primo cioccolato registrato in ambito comunitario. Oggi sono una quarantina le aziende produttrici, perlopiù a conduzione familiare, e di queste 25 aderiscono al Consorzio di tutela. La produzione è di 12 milioni di tavolette di cioccolato all’anno e il fatturato sfiora i 22 milioni di euro. A fare la differenza sul territorio ragusano, secondo quanto raccolto dal Consorzio di tutela, furano cinque cioccolatieri che elaborarono la ricetta, preservandola e legandola alla storia di Modica. Giuseppe Scivoletto, Antonino Lo Castro e suo figlio Angelo, Giuseppe Melita e Giacinto Scapellato. A caratterizzare il cioccolato di Modica è la granulosità derivata dalla lavorazione a basse temperature. La pasta viene sciolta infatti a 45 gradi mentre lo zucchero scioglie a 80 gradi, proprio per questo nel cioccolato di Modica lo zucchero non si fonde e regala quella consistenza e quel sapore unico a questa specialità sicula. Curiosità la barretta è divisa in quattro tacche che ricordano le quattro colline di Modica. Ogni tacca corrisponde a 25g di cioccolato, quanto basta per fare una tazza di cioccolato sciolto in acqua. Nella cittadina del ragusano, che ha dedicato al suo oro nero un Museo del cioccolato gestito dal Consorzio di tutela, la preparazione a base di fave di cacao e zucchero si pratica fin dal 1600. Il successo odierno deve parte della sua fortuna anche ad alcune famiglie di artigiani contemporanei, come Franco Ruta, ex proprietario dell’Antica Dolceria Bonajuto, considerato il vero e proprio padre del cioccolato di Modica. È stato lui, infatti, a partire dagli anni Novanta, a dare nuova vita alla produzione locale, lanciando di fatto questa tipicità in tutto il mondo e fino al riconoscimento del marchio IGP odierno.
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