Come cambia la misurazione della performance alberghiera

13 Febbraio 2019 - 04:30
Come cambia la misurazione della performance alberghiera
RevPAR e RGI sono ormai universalmente accettati e largamente usati come benchmark nella misurazione delle performance alberghiere. Si tratta di un indice che pur guardando ai ricavi per camera strizza l’occhio al bottom-line cioè al profitto: il Net RevPAR (o NRevPAR) ossia i ricavi reali camera per camera al netto del “cost of sales” cioè di quei costi puramente legati alla distribuzione come per esempio le commissioni dovute all’intermediazione (vedi OTA e le agenzie di viaggi) oppure le varie fee applicate alle prenotazioni andate a buon fine (vedi GDS). La misurazione della performance alberghiera resta molto focalizzata sui ricavi camera che sono predominanti rispetto ad altri aspetti funzionali dell'albergo dal ristorante alle sale meeting al campo da golf. I ricavi non da camera però possono avere comunque un peso non indifferente poiché anche questi spazi funzionali o “outlets” rispondono spesso ai criteri base per poter applicare i principi di revenue management (come la deperibilità del prodotto, costi variabili bassi, capacità relativamente fissa e domanda variabile nel tempo con una differente sensibilità al prezzo da parte del cliente) si è cercato di adottare un approccio simile alle camere per misurarne la performance. Indici come RevPASH (Revenue Per Available Seat Hour) per la ristorazione dove si misura il ricavo per posto disponibile per ora, il RevPASMe ossia il Revenue per Available Square Meter per gli spazi meeting oppure ancora il RevPATH (Revenue Per Available Treatment Hour) che misura invece la performance di una spa sono indici esistenti anche se ancora poco adottati. Emergono quindi due nuove necessità nella misurazione della performance: focus sul bottom-line e quindi sul profitto; adozione di un approccio alla performance dell’albergo molto più olistico sempre sotto un’ottica di profittabilità. A raggruppare queste necessità ce n’è una terza che vuole fare da ombrello: la guest-centricity ossia mettere il cliente al centro di tutto studiando a fondo il suo comportamento in tutto il suo cammino, dalla prenotazione al soggiorno.
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