Consumi di vino pre e post pandemia: i fattori chiave del cambiamento

Un’analisi di Wine Intelligence evidenzia i fattori chiave del cambiamento dei comportamenti di consumo nell’era del Covid che avranno effetti anche nella fase post pandemica.

22 Febbraio 2022 - 10:02
Consumi di vino pre e post pandemia: i fattori chiave del cambiamento
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/02/Consumi-di-vino-pre-e-post-pandemia-i-fattori-chiave-del-cambiamento.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] A due anni dalla sua esplosione la pandemia sembra destinata ad evolvere in una nuova direzione ed è tempo di bilanci. Gli esperti di epidemiologia lavorano ad ipotizzare gli scenari prossimi, sostenendo in maggioranza che con buone probabilità si sta andando incontro all’endemizzazione, il che, nel migliore dei casi, equivarrà ad una convivenza con il virus senza l’arrivo di ulteriori varianti. Allo stesso tempo gli analisti e osservatori degli effetti dell’emergenza sanitaria su economia, comportamenti di consumo e tendenze scommettono su quali dei cambiamenti vissuti in risposta alla diffusione del Covid e alle conseguenti restrizioni resteranno parte integrante della quotidianità e quali invece saranno assorbiti da un ritorno alla normalità, intesa come ritorno alla condizione ante pandemia. Il modello di riferimento è quello dell’”esperimento naturale”: il terremoto generato dall’emergenza sanitaria ha stravolto così profondamente le abitudini che oggi si può parlare di un “come era prima” e “come è oggi” e dall’osservazione delle differenze nel tempo si può comprendere in che modo e quanto in profondità si siano influenzati atteggiamenti, modi di pensare, predisposizioni e propensioni.  width= Nel mettere insieme i tasselli del mosaico sono molte le questioni che restano però sospese, e che al di là dell’osservazione dei trend, chiedono di andare a definire più nel dettaglio le motivazioni alla base dei nuovi comportamenti, il potenziale di sopravvivenza rispetto alla contingenza, e le cause dei diversi atteggiamenti a seconda dei contesti geografici, politici e culturali di riferimento. Il mondo del vino non fa eccezione sia per l’entità dei cambiamenti vissuti sulla sua pelle sia per l’attenzione che tutti gli attori del settore oggi pongono alle evoluzioni future. Sono stati intaccati gli equilibri della distribuzione, con canali come quello Horeca, che hanno subito forte pressione per i provvedimenti restrittivi, la GDO che ha iniziato a giocare un ruolo nuovo aprendosi anche ai vini di fascia premium in scia a una tendenza che la pandemia ha sostenuto, e poi il boom dell’online che ha conosciuto una crescita esponenziale inimmaginabile senza le sollecitazioni contingenti. Gli stessi consumi hanno abbracciato nuove abitudini con il fuoricasa ridimensionato da una preferenza per la soluzione casalinga.  width= Wine Intelligence ha portato avanti una ricerca finalizzata proprio a fare luce su cosa abbia influenzato questi percorsi destinati a svilupparsi nella stessa direzione o ad evolvere in nuovi scenari. Il punto focale dell’analisi è l’individuazione dei fattori chiave messi in relazione alla pandemia che secondo l’istituto di ricerca hanno inciso e continueranno ad incidere sulle dinamiche di mercato. Sono principalmente tre: il livello di comfort nello svolgere le attività quotidiane che attiene in qualche modo alla predisposizione a mantenere inalterate le proprie abitudini, comprese quelle di acquisto e consumo, la disponibilità e la accessibilità dei canali di vendita al dettaglio e i bisogni sociali di riferimento inevitabilmente legati al contesto politico, culturale e sociale. La ricerca, effettuata in dieci mercati chiave per il consumo di bevande alcoliche, ha evidenziato come il livello di comfort ad agosto 2020 fosse basso, coincidente con la prima ondata di Covid, e abbia toccato un minimo a dicembre 2020, mentre da luglio 2021 la curva ha iniziato l’inversione di tendenza. In particolare a soffrire delle conseguenze dell’emergenza sanitaria in tutti i mercati, senza distinguo, sono stati i consumatori più anziani molto più a disagio dei giovani. Andando poi a verificare le oscillazioni nell’ambito dei singoli mercati è emerso che negli Stati Uniti è prevalsa la cautela nell’estate 2020 e una maggiore fiducia nell’estate 2021, a differenza dei Cinesi che sono stati da sempre fiduciosi e i Giapponesi che invece hanno manifestato da sempre un basso livello di comfort. Per quanto riguarda la disponibilità a frequentare i negozi fisici e l’accessibilità agli stessi durante la pandemia è comprensibile come anche questi due elementi, combinati con il livello di comfort, abbiano inciso sul flusso delle vendite e sui comportamenti di acquisto. È cresciuta l’insofferenza a trascorrere del tempo in enoteca, o comunque in generale nei luoghi di distribuzione fisica, mentre come contraltare è aumentato di parecchio il ricorso all’online, la qual cosa ha avuto effetto anche sul rapporto con i brand. Nel negozio il consumatore tenderebbe infatti a concentrarsi su ciò che è familiare e conosciuto mentre online sarebbe più propenso ad optare per soluzioni alternative.  width= Veniamo infine ai bisogni sociali e le sottostanti norme culturali: con il confinamento domiciliare, l’azzeramento della socializzazione, la connessione emozionale con i brand è stata interrotta. La capacità dei consumatori di ricordare varietà, brand, territori di origine ha mostrato cali generalizzati nella maggior parte dei mercati. Spesso le opportunità di incontro sono anche l’occasione per scoprire cosa scelgono gli altri, quali tendenze sono più diffuse, venendo meno le stesse sarebbe interrotto un forte vettore di veicolazione del marchio e connessione. I marchi di successo nel periodo pandemico sono stati quelli in grado di risolvere i problemi nel nuovo equilibrio venutosi a costituire e ciò vale in ogni segmento del mercato compreso quello del vino. La loro capacità di avere presa è dipesa dalla relazione preesistente con il consumatore e su come quel consumatore ha affrontato il periodo di emergenza sanitaria. Ovviamente secondo Wine Intelligence anche altri elementi e fattori stanno incidendo sul grande “esperimento naturale” in cui siamo tutti coinvolti: lo sconvolgimento della quotidianità ha determinato un ampio spettro di reazioni compreso il cambiamento del modo in cui reagiamo alle problematiche in tema di salute o benessere, o la misura in cui siamo capaci di controllare le cose, la scelta del lavoro e il modo in cui lo svolgiamo. Tutti questi fattori contribuiranno alle nuove tendenze che da qui a pochi mesi andranno ad emergere nel mondo del vino.  width=  
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