Fermo pesca: dal governo una task force per accelerare i pagamenti arretrati

10 Ottobre 2018 - 04:45
Fermo pesca: dal governo una task force per accelerare i pagamenti arretrati
La Direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura, in collaborazione con il Reparto Pesca Marittima del Corpo delle Capitanerie di Porto ha costituito una task force per accelerare le procedure di liquidazione delle pratiche del fermo pesca temporaneo obbligatorio. Come previsto dalla Legge di Bilancio 2017, a ciascun lavoratore dipendente di un'impresa adibita alla pesca marittima è riconosciuta un’indennità giornaliera di 30 euro in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio. Il contributo spetta ai lavoratori, dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca. L’indennità non è riconoscibile agli armatori, ai titolari di impresa individuale e ai proprietari-armatori imbarcati sulla nave dai medesimi gestita, in quanto non è configurabile nei loro confronti un rapporto di lavoro subordinato. Il Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo sta lavorando, informa una nota, per assicurare entro la fine di novembre la chiusura – e relativo pagamento – delle pratiche relative al fermo pesca del 2016. A quel punto si potrà poi procedere con l’adozione della graduatoria e iniziare i pagamenti anche dell’arresto temporaneo del 2017. "Il settore chiede risposte concrete, misure efficaci e tempi rapidi - afferma il Ministro Gian Marco Centinaio - stiamo lavorando per raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati; una responsabilità non solo sul piano nazionale ma anche europeo, dove chiediamo garanzie per il budget complessivo previsto nel Fondo europeo per la politica marittima e della pesca dell'Ue (Feamp)". L'attuale modello del fermo pesca, inaugurato trentatré anni fa, ha ampiamente dimostrato - denuncia Coldiretti Impresapesca - di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell'anno. Da qui la proposta dell’associazione di differenziare il blocco delle attività.
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