Food Industry Monitor. Nel 2020 rallenta anche l'alimentare, ma chi punta sulla salute avrà un recupero veloce

Salute, cibo, innovazione: i dati forniti dal Food Industry Monitor - realizzato dall' Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo con Ceresio Investors - indicano che sono queste le parole chiave per il comparto food nel post Coronavirus.

1 Lug 2020 - 01:39
Food Industry Monitor. Nel 2020 rallenta anche l'alimentare, ma chi punta sulla salute avrà un recupero veloce
Salute, cibo, innovazione: queste le tre parole chiave del comparto food nel post Coronavirus. A indicarlo sono i dati forniti dal Food Industry Monitor, osservatorio di riferimento sul settore food realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con Ceresio Investors, giunto quest'anno alla sesta edizione. L'analisi, che si basa sulle performance delle aziende italiane del comprato, l’evoluzione dei modelli di business e le tendenze di mercato nazionali e internazionali, ha fatto emergere che il 2019 ha rappresentato un anno positivo per il settore alimentare, che registra performance di crescita pari al 3,1%, contro un PIL italiano cresciuto dello 0,3%. Le performance di lungo periodo (2014-2018) rivelano che i comparti a crescita maggiore per ricavi sono stati farine, caffè, vino, food equipment, acqua, packaging e latte. I distillati registrano le performance di redditività commerciale (ROS) maggiori, con un valore oltre il 13%. Buone performance di crescita anche per acque minerali (11,9%), food equipment (11,7%), birra (9,6%), dolci (7,8%), caffè (6,5%). Registrano invece valori sotto la media di settore (6,5%), in merito alla marginalità commerciale, i comparti dell’olio, salumi, farine e latte. Nel 2020, anche il food risentirà dell’impatto del Coronavirus, con un calo nella crescita del 5% circa: un dato però contenuto in relazione alle previsioni del PIL (-9,5%). Il 2021 sarà l’anno della ripresa, con un tasso del 7,7% per il comparto. La marginalità commerciale sarà influenzata relativamente, il ROS scenderà dal 6,2 al 5,9% nel 2020, per risalire al 6% nel 2021. Anche il tasso di indebitamento salirà dal 2,2 del 2019 al 2,7 nel 2020, per poi riabbassarsi a 2,4 nel 2021. Nonostante la situazione economica, le esportazioni del settore food cresceranno mediamente dell’11% nel biennio 2020-2021. Meglio degli altri comparti, faranno nell’export distillati, farine, food equipment, dolci, acqua, caffè e latte. I comparti del vino, del packaging, della birra e dei salumi esporteranno con valori vicini alla media del settore. I comparti delle conserve e della pasta registreranno la progressione più limitata nella crescita dell’export.

Cosa cercano i consumatori, in Italia e all’estero

Le tendenze di mercato - analizzate su oltre 900 media specializzati nel periodo 2015-2019 – vedono in testa il tema degli alimenti salutari, che ha avuto il maggiore incremento di citazioni. Mentre i media internazionali hanno mostrato crescente attenzione ai temi della sicurezza alimentare e dei processi di trasformazione del cibo, l’interesse italiano è concentrato sulle caratteristiche nutrizionali e sui temi della tradizione. “Questi dati si riferiscono ai media prima dell’emergenza Coronavirus, ma ci aspettiamo che le tendenze emerse abbiano un ulteriore rafforzamento dopo la pandemia”, spiega Carmine Garzia, relatore della ricerca, coordinatore scientifico dell’Osservatorio e docente di Management all’Università di Scienza Gastronomiche di Pollenzo (UNISG).

 width=Salute e Ambiente sempre più qualità vincenti

Anche l’analisi dei modelli di business evidenzia che l’offerta è costituita per il 40% da alimenti salutari, cioè fatti con materie prime di origine biologica, oppure ottenuti con processi di trasformazione poco invasivi, senza additivi e conservanti artificiali, con benefici di tipo funzionale, ovvero cibi salutari negli effetti. Tuttavia, solo il 7% delle aziende enfatizza nella propria comunicazione il tema della salute: e solo chi lo fa, vince. “Le aziende che hanno saputo enfatizzare il tema salute hanno avuto tassi di crescita e redditività commerciale più elevate. Il differenziale è significativo: l’incremento di ROIC è del 25% superiore rispetto alle aziende che non fanno questo tipo di comunicazione”, precisa Alessandro Santini, Head of Corporate Advisory di Ceresio Investors. “Ugualmente notevole il tema della sostenibilità ambientale, utilizzato dal 50% del campione. Ad esempio, oltre il 68% delle aziende utilizza packaging a basso impatto ambientale. Centrale il tema della tradizione, utilizzato in modo intensivo dall’80% delle aziende”, aggiunge Gabriele Corte, Direttore Generale di Ceresio Investors.

Le aziende si concentrano sull’innovazione di processo

Circa il 9% delle aziende ha registrato almeno un brevetto nel periodo 2010-2019. Il 62% dei brevetti riguarda innovazioni dei processi produttivi. Il 38% dei nuovi brevetti riguarda le innovazioni di prodotto. Il comparto del caffè si conferma tra i più innovativi, con 4,1 brevetti per azienda in media.

I DETTAGLI DELLO STUDIO

ICS - Indice di crescita sostenibile e comparti ad alto potenziale di sviluppo L’ICS - Indice di Crescita Sostenibile è un indice originale considerando la crescita dei ricavi, la marginalità commerciale e la struttura finanziaria. Quanto più elevato è l’indice tanto maggiori saranno le possibilità di crescita per il comparto o per la singola azienda. L’analisi dell’ICS nel periodo considerato mostra che 5 comparti hanno un Indice di Crescita Sostenibile soddisfacente, che evidenzia la presenza di imprese in crescita, con buone performance reddituali e una solida struttura finanziaria. Benissimo caffè, macchine, acqua, farine e vino I comparti che hanno registrato le performance migliori, nel periodo 2014-2018, per i tre profili sopra citati sono: il caffè (ICS 26,9), il food equipment (ICS 24,2), acqua (ICS 21,2), farine (ICS 14,6) e vino (ICS 13,2). Infatti, detti comparti associano all’aumento delle vendite e della marginalità un tasso d’indebitamento contenuto. Male surgelati, conserve e salumi Settori quali pasta (ICS 6,6), packaging (ICS 6,5) e distillati (ICS 6,3) e in misura minore latte (ICS 4,5) occupano nel ranking posizioni intermedie in quanto non eccellono in tutti e tre i profili che costituiscono l’indice. Infine, per i comparti dei surgelati (ICS 3,6), conserve (ICS 3,5) e salumi (ICS 0,8) si conferma una situazione di criticità. Confronto intersettoriale Dall’analisi delle performance di altri settori dell’economia italiana rispetto l’andamento del settore food si denotano performance di redditività media (ROE) sostanzialmente superiori per il settore alimentare rispetto al campione delle imprese italiane (dati MBRES). La media valore aggiunto su fatturato è lievemente superiore per le imprese italiane (21,2%) rispetto al settore food (20,8%). Il tasso d’indebitamento delle imprese del settore food si attesta, nel 2018, a 2,33, un dato sostanzialmente contenuto se comparato con il dato delle imprese italiane, che si attesta a 2,54. I trend di mercato e i topic emergenti Per mappare i trend di settore è stata condotta una topic analysis su circa 900 testi acquisiti dai principali siti internet e riviste nazionali e internazionali specializzati nel settore food & beverage nel periodo 2015-2019. I testi analizzati appartengono per il 60% a riviste internazionali e per il 40% a riviste in lingua italiana. I dati si riferiscono a contenuti presenti sui media prima dell’emergenza Coronavirus. L’analisi ha individuato 9 topic principali: sicurezza alimentare, tradizionalità, trend globali del settore food, innovazione, sviluppo nuovi prodotti, alimenti salutari, consigli su nuovi cibi e ingredienti, potenziale di mercato, made in Italy. Per ciascun topic è stata calcolato un “tasso di citazione” medio (2015-2019) e annuale, ovvero una percentuale che misura il numero delle singole citazioni rispetto il totale dei topic. Dall’analisi delle citazioni all’interno delle testate internazionali si rileva che i topic più ricorrenti sono inerenti a: sicurezza alimentare (18%), tradizionalità (17%), trend globali nel settore (14,5%) e innovazione (14%). Il topic degli alimenti salutari è il tema che è stato caratterizzato nel periodo 2015-2019 dal maggiore incremento di citazioni. I media internazionali mostrano una crescente attenzione sui temi della sicurezza alimentare e sui processi di trasformazione del cibo; il mercato italiano sembra più interessato ai topic delle caratteristiche nutrizionali e della tradizione. Il posizionamento percettivo dei topic evidenzia la polarizzazione dei contenuti su due cluster di topic: il primo cluster lega l’evoluzione dei gusti dei consumatori con l’innovazione nei processi produttivi e la sicurezza alimentare; il secondo cluster evidenzia un forte legame tra innovazione di prodotto e benefici nutrizionali degli alimenti. La topic analysis evidenzia come i media e i consumatori abbiano un elevato livello di sensibilità ai temi salutari e che l’innovazione per i consumatori non può essere considerata in modo disgiunto rispetto ai benefici nutrizionali. Come cambiano i modelli di business. Offerta salutare e performance delle imprese Le aziende italiane hanno una gamma di prodotto relativamente orientata verso un’offerta salutare. Dai dati raccolti si rileva che la gamma di prodotto delle aziende italiane del food è costituita mediamente per il 39,3% da prodotti salutari, ovvero da prodotti che, in base al comparto di appartenenza, possono avere una o più delle seguenti caratteristiche: contengono materie prime di origine biologica, sono sottoposti a processi di trasformazione poco invasivi, non contengono additivi artificiali e conservanti, hanno effetti benefici di tipo funzionale sulla salute del consumatore. Sebbene quasi il 40% dei prodotti sia salutare, dall’analisi della comunicazione delle aziende si riscontra che solo il 7% delle aziende utilizza questa tematica in modo intensivo, per la propria comunicazione. Si riscontra anche un aumento dell’importanza del tema della sostenibilità ambientale e del rispetto dell’ambiente: circa il 50% utilizza queste tematiche nella propria comunicazione. Inoltre, si rileva che oltre il 68% delle aziende utilizza per confezionare i propri prodotti packaging a basso impatto ambientale. Resta centrale nella comunicazione il tema della tradizione, utilizzato in modo intensivo da più dell’80% delle aziende del campione analizzato. L’innovazione: di processo nel 62% dei casi Un focus specifico è stato dedicato all’analisi dei brevetti delle aziende del food. Circa il 9% delle aziende del campione ha registrato almeno un brevetto nel periodo 2010-2019. Il 62% dei brevetti riguarda innovazioni di processo, ovvero innovazioni che hanno l’obiettivo d’introdurre nuovi processi produttivi o di migliorare i processi esistenti in azienda. Il 38% dei brevetti registrati riguarda le innovazioni di prodotto, ovvero innovazione volte all’introduzione di nuovi prodotti sul mercato. Il comparto del caffè si conferma tra i più innovativi con 4,1 brevetti registrati per azienda. Al fine d’individuare le variabili esplicative che determinano la crescita, la redditività e la produttività delle aziende operanti nel settore agroalimentare, sono state elaborate delle analisi fattoriali e dei modelli di regressione. Dalle analisi sono stati ricavati 4 modelli: il primo modello evidenzia che il CAGR dei ricavi ovvero la crescita dei ricavi nel periodo 2009-2018 è influenzato positivamente dall’offerta di prodotti con formulazioni salutari; ovvero si rilevano valori di CAGR mediamente più alti nelle aziende che utilizzano formulazioni salutiste per la produzione dei propri prodotti. La redditività delle vendite nel 2018 (ROS) è anch’essa influenzata dall’offerta di formulazioni salutari; si rileva, infatti, una marginalità più alta per le aziende che utilizzano formulazioni di questo tipo per i propri prodotti. La redditività del capitale investito nel 2018 (ROIC) è influenzata positivamente dalla comunicazione dei benefici dei prodotti per la salute. Il ROIC è, quindi, sensibilmente più alto nelle aziende che attuano una comunicazione con tematiche a sfondo salutare. In ultimo, si rileva che la produttività media delle aziende (ricavi/immobilizzazioni materiali) è sensibilmente più alta per le aziende che offrono prodotti salutari funzionali, ovvero salutari negli effetti, e che utilizzano formulazioni salutari per la produzione dei prodotti.
 width=Ceresio Investors Ceresio Investors rappresenta il gruppo bancario svizzero che fa capo a Banca del Ceresio, specializzato nella gestione di patrimoni, nella custodia titoli, nel consolidamento fiscale e patrimoniale e nel corporate advisory, originariamente fondato nel 1919 a Milano da Antonio Foglia. La terza generazione della famiglia Foglia è attiva oggi a Lugano attraverso la capogruppo Banca del Ceresio, a Milano tramite Ceresio SIM, Global Selection SGR e Eurofinleading Fiduciaria; a Londra con Belgrave Capital Management. La solidità patrimoniale (Tier 1>50%), la reputazione nella gestione (€ 8 Miliardi di attivi in gestione) e la logica del co-investimento tra proprietà e clientela ne rappresentano i principali elementi distintivi.
L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Fondata nel 2004 su iniziativa di Slow Food, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo è un ateneo non statale e legalmente riconosciuto dallo Stato italiano, nato per dare dignità accademica alla gastronomia e promuovere un modello interdisciplinare di studio del cibo. Istituzione dinamica e di impronta fortemente internazionale, l’UNISG ha visto nella sua ultradecennale attività la presenza di oltre 2.500 studenti da oltre 90 Paesi. L’ateneo forma gastronomi con competenze professionali, capaci di indirizzare la produzione, la distribuzione e il consumo di cibo in modo sostenibile per il pianeta. L’offerta didattica prevede un corso triennale, un corso di Laurea magistrale, cinque Master post laurea e un Dottorato. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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