Food&Hospitality: segnali di ripresa dall'Osservatorio HostMilano

In Italia e in tutto il mondo l'Osservatorio HostMilano ha colto segnali incoraggianti per il mondo food&hospitality che si adatta a nuovi consumi e consumatori

29 Marzo 2022 - 13:53
Food&Hospitality: segnali di ripresa dall'Osservatorio HostMilano
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/03/Food-Hospitality-segnali-di-ripresa-dallOsservatorio-HostMilano.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] HostMilano oltre che una piattaforma di business è, grazie al suo Osservatorio, uno strumento per scoprire le nuove tendenze destinate a modificare il futuro del fuoricasa. Un approfondimento di certo lo meritano i nuovi consumatori usciti profondamente trasformati dagli ultimi anni, sempre più attenti alla customer experience e alla personalizzazione del servizio, e adesso sostenitori di una vera e propria cultura del cibo e delle bevande, tra soluzioni naturali e genuine, ma con un tocco gourmet. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo HostMilano ha colto segnali incoraggianti per il mondo food&hospitality.

Il Food & Retail nella progettazione alberghiera: la parola al Poli.Design di Milano

Negli ultimi due anni il mondo è cambiato sotto molti aspetti, nuove modalità di consumo si sono palesate. Tutto ciò si riflette anche sul settore del food nell’ambito hospitality. Parte proprio da questa riflessione il seminario dal titolo “Food & Retail nella progettazione alberghiera”, promosso all’interno dei Design Talks organizzati da Poli.Design in occasione di HostMilano 2021 e dedicati ad architetti ed esperti del settore ospitalità. Dall’incontro sono state individuate alcune tendenze che interesseranno sia il food che l’hospitality per il 2022. HostMilano ha raccolto le 5 keywords che delineano la strada per lo scenario futuro dell’ospitalità nel settore ristorazione:
  • Storytelling: soprattutto in Italia, dietro ogni prodotto vi è una storia da raccontare. È importante per gli operatori che ci sia consapevolezza di ciò per far crescere la brand awareness e la reputazione del proprio locale;
  • Diversificazione: diversificare non significa abbandonare le proprie radici, ma essere aperti a nuovi trend e nuove metodologie per rendere l’economia più sostenibile;
  • Rituali: l’essere umano è a suo agio quando si trova a compiere azioni ripetitive, come prendere un caffè nel bar sotto casa. Riuscire a trasformare queste occasioni in rituali giornalieri e non in semplici abitudini, creando valore aggiunto nel settore del food, attraverso la cura dei dettagli, qualità e atmosfera, contribuisce a dare al cliente la sensazione di un servizio personalizzato;
  • Comfort: in questa accezione questo termine non è inteso solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto emotivo. Se è vero che la situazione pandemica ha alzato le aspettative e le richieste da parte del cliente, è importante tenere in conto i bisogni di sicurezza e sensibilità che, magari non espressi direttamente, sono comunque presenti;
  • Sistema: in ambito food è estremamente importante che ci sia una rete di connessioni molto attive, che coinvolgano tutti gli attori del settore, in modo da dar vita ad un processo “dalla terra alla tavola” più sostenibile, che aumenterà la soddisfazione e la consapevolezza per ciò che verrà portato nel piatto del cliente.
 width= Tutti questi concetti devono poi essere trasformati in azioni attraverso lo studio di una comunicazione adeguata, l’identificazione dei diversi target (buying personas), l’omnicanalità (preferibile alla multicanalità in quanto promuove un approccio olistico) e infine stabilire un approccio “human to human”, per stimolare la fidelizzazione, ossia proporre una customer experience totale in ogni fase di contatto con il cliente.

Dalla Grande Mela al Canada c’è aria di fermento: le nuove aperture

Se da un lato sono stati molti i ristoranti che durante la pandemia hanno deciso di non chiudere e di reinventarsi diversificando l’offerta e i servizi, oggi sono numerose le new entry nel settore che nella progettazione della loro attività stanno tenendo ben presente il valore dell’ospitalità intesa come momento esperienziale, non solo in Italia ma anche all’estero. In Nord America il segmento mostra infatti negli ultimi mesi una vivacità ritrovata nonostante la pandemia e sono davvero molti gli indirizzi che si fanno notare, soprattutto a New York e a Toronto, per stile e originalità dell’offerta. Un segnale importante secondo HostMilano, sempre in ascolto delle ultime tendenze in ambito hospitality che riguardano non solo l’Italia ma anche l’estero, e che legge in questa new wave la volontà degli operatori di andare avanti e lo sforzo di adattarsi alle nuove esigenze. Qualche esempio? A New York The Oma, la caffetteria di Lizzy Okpo, uno dei designer del fashion brand William Okpo, è anche un negozio di design, in cui sono proposti articoli per la casa con un occhio di riguardo all’inclusività di genere. Puntano proprio sullo storytelling dei prodotti molte delle recenti aperture, sempre nella Grande Mela, di ristoranti che offrono cucina italiana, come La Pecora Bianca (che ha appena aperto il suo quinto ristorante nel Meat Pack district) e il Bar Cicchetti che della condivisione di cibi e esperienze fa la sua filosofia. Battenti aperti anche per il primo PLNT Burger a Manhattan che si basa sul principio di “fare sistema” per una scelta più sostenibile e consapevole che sceglie un’alternativa non solo vegetariana per i burger, ma sostiene anche i produttori e fornitori locali. Non mancano poi esempi di resilienza: la pandemia non ha impedito alla sede di Hudson Yards di Magnolia Bakery, una delle panetterie più amate d’America fondata nel 1996, di resistere alle molte chiusure nella zona durante la pandemia e di continuare a produrre i suoi amati cupcakes e budini alla banana rimanendo uno dei riti più apprezzati dai clienti. Da febbraio l'Ontario riapre i ristoranti al 50% della capacità e a Toronto si contano già i locali di tendenza per il 2022. La ripresa del settore non avverrà certo dall'oggi al domani, ma le attuali aperture sono segnali incoraggianti. Si passa dai disco brunch ai ristoranti cocktail lounge, fino a quelli di ispirazione sudamericana-messicana e per i vegani o gli intolleranti al lattosio. Senza contare gli specialisti della pasta, dell’asian food e dei falafel.

Dubai, città in continuo movimento

Importanti segnali di ripresa anche da Dubai. È quanto emerge da un’indagine svolta da HostMilano che ha constatato come il mondo della ristorazione abbia dato un’accelerata con interessanti proposte da scoprire in cui la cura dei dettagli, la sicurezza, la qualità del cibo e l’atmosfera contribuiscono a regalare al cliente la sensazione di un servizio personalizzato e di grande comfort. E proprio a Dubai è stato organizzato di recente un Networking Cocktail, grazie anche alla volontà di Regione Lombardia, Assolombarda e Fiera Milano, per sostenere l’ospitalità professionale, l’agroalimentare e il design, un chiaro segnale che indica la grande importanza di Dubai per i settori rappresentati da HostMilano. Complice l’Expo, aperta fino al 31 marzo 2022, Dubai non si ferma mai soprattutto nel settore hospitality&food. Sucre, uno dei ristoranti latinoamericani contemporanei più famosi al mondo, ha aperto i battenti proprio a Dubai con un menu che attinge alle influenze italiane, spagnole e latinoamericane. Una delle sorprese più gustose è il The Farm House che propone una cucina a “fuoco vivo”, e il Beefbar a Jumeirah Al Naseem, un'elegante steakhouse con interessanti proposte di street food e prelibatezze vegetariane. Una destinazione gastronomica sulla spiaggia è il Tamoka al Ritz-Carlton Dubai che oltre a offrire panorami invidiabili, propone piatti ispirati ai sapori dell'America Latina e dei Caraibi. Il prossimo appuntamento con HostMilano è dal 13 al 17 ottobre 2023 a fieramilano, evento che si preannuncia già volano dei trendsetter per l'intero comparto, moltiplicando le opportunità di business e anticipando le tendenze più attuali.  width=  width=
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