Fra sanzioni, crollo del rublo e blocchi dei pagamenti: i rischi per il vino nel conflitto Russia-Ucraina

Unione Italiana Vini guarda con preoccupazione al settore nel prossimo futuro a causa del conflitto con la Russia, importante mercato per l'export del vino Italiano.

25 Febbraio 2022 - 14:15
Fra sanzioni, crollo del rublo e blocchi dei pagamenti: i rischi per il vino nel conflitto Russia-Ucraina
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/02/Fra-sanzioni-crollo-del-rublo-e-blocchi-dei-pagamenti-i-rischi-per-il-vino-nel-conflitto-Russia-Ucraina.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] A causa di una situazione che precipita di minuto in minuto, con la recentissima invasione della capitale ucraina Kiev da parte dei militari di Mosca, l'Europa si schiera compatta contro la Russia. Gravissimi i danni umani e sociali di un conflitto, ma altrettanto gravi gli effetti economici in grado di riflettersi sull'economia mondiale. Lo sostiene Unione Italiana Vini, che guarda con preoccupazione al settore vino nel prossimo futuro. Fra contro-sanzioni lanciate dalla Russia, ma anche dai danni indiretti derivanti dal crollo del rublo e dei prezzi energetici alle stelle, l'export del vino italiano in Russia viene fortemente minacciato. Nelle prossime ore, per effetto delle sanzioni alle banche russe, si prevede la sospensione dei pagamenti da Mosca, in uno scenario di stato di guerra che farà perdere le tutele assicurative sui pagamenti delle merci. Per il segretario generale Uiv Paolo Castelletti: "Ci troviamo costretti a dover rinunciare a una piazza strategica per l’Italia, che è il primo Paese fornitore di vino in Russia, proprio in una fase di forte risalita degli ordini. In attesa fare luce sulle ipotesi di fermo delle esportazioni, consigliamo alle imprese italiane di vino di effettuare consegne verso la Russia solo dopo aver conseguito adeguate garanzie sui pagamenti”. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base dogane, solo lo scorso anno si sono registrati ordini dalla Russia per un valore di 375 milioni di dollari, in crescita dell’11% sull’anno precedente, a fronte di 1,155 miliardi di dollari di importazioni complessive di vino dall’estero. L’Italia, primo Paese fornitore con una quota di mercato di circa il 30% davanti a Francia e Spagna, ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti (25%) e un incremento del 2% per i fermi imbottigliati. Tra le denominazioni più richieste da Mosca, il Prosecco, il Lambrusco e l’Asti spumante, oltre ai vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti. Anche l’Ucraina, dove l’Italia è leader di mercato, nei primi 9 mesi 2021 ha registrato un import di vino italiano a +20% per i vini fermi e frizzanti in bottiglia, e +78% per gli spumanti.
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