Il Consorzio della Nocciola di Calabria dice no a Ferrero. Ma il contratto di filiera c'è

6 Febbraio 2020 - 04:30
Il Consorzio della Nocciola di Calabria dice no a Ferrero. Ma il contratto di filiera c'è
Da qualche giorno è online la notizia che la Calabria abbia rifiutato le proprie nocciole a Ferrero. Sulla pagina Facebook del Consorzio Valorizzazione e Tutela Nocciola di Calabria sono condivisi con orgoglio gli articoli che parlano di questo "no" secco a partecipare al Progetto Nocciola Italia che da anni porta Ferrero a valorizzare le produzioni italiane e utilizzare nocciole del nostro Paese per i suoi prodotti. Eppure Cia-Agricoltori Italiani Calabria ha dato notizia della firma del primo contratto di filiera della Calabria tra Ferrero Hazelnut Company e la società Kalnut s.r.l. rappresentante della Rete di imprese “Calabria in Guscio” che a oggi raggruppa 30 soci con attività che vanno dall’allevamento alle coltivazioni cerealicole

Ma perché il Consorzio di Valorizzazione e Tutela della Nocciola di Calabria ha detto no?

In un comunicato del Consorzio se ne leggono le motivazioni, che potrebbero essere riassunte con l'affermazione di apertura "La nostra produzione di nocciole è incompatibile con una logica globalizzata". Ma andiamo con ordine. Il Consorzio della Nocciola Tonda calabrese, si dice nel comunicato, era stato contattato già tre anni fa da Ferrero agli albori del lancio del progetto Nocciola Italia, dando già un primo rifiuto. In primo luogo, afferma il Consorzio, "la qualità della pianta, i nostri alberi – che ci donano la “Tonda Calabrese” – non hanno le caratteristiche per una produzione ben più intensiva; per gli obiettivi della Ferrero di fatto non basterebbe l’intero territorio vocato alla produzione e ricompreso tra i Comuni di Cardinale, Torre di Ruggiero e Simbario". La storia produttiva del territorio non permetterebbe, quindi, di mantenere intatta la qualità raggiunta attraverso decenni di coltivazioni se si permettesse di sfruttarlo attraverso coltivazioni intensive. Ma soprattutto, il Consorzio sottolinea che "Le nocciole sarebbero poi trasformate fuori, è un meccanismo che conosciamo, che non ha prodotto e non produrrà occupazione relegandoci ad essere non imprenditori ma “coloni” di una logica che non condividiamo. La scelta che abbiamo fatto, e perseguiamo passo dopo passo, è invece quella della qualità e di una trasformazione del prodotto che deve avvenire qui, consentendo alle imprese di strutturarsi ed ai territori di mantenere la propria identità". Il Consorzio afferma di avere un sogno opposto a quello della multinazionale, ovvero di puntare sui piccoli imprenditori che intendono diventare grandi attraverso la qualità del proprio prodotto. "Vogliamo collegare la nostra nocciola ai borghi, ai territori rurali, all’offerta di prodotti, servizi, ristorazione, ospitalità, esperienze all’interno di sistemi più ricchi e complessi che valorizzino comunità e territori".

Il primo contratto di filiera tra Ferrero e la Calabria

"Un passo importante che sancisce l’avvio di una collaborazione fortemente voluta da Ferrero, da Cia-Agricoltori Italiani e da tutti i retisti, che ha già visto nascere i primi impianti di nocciolo in Calabria, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2023 una superficie di 500 ettari di nuove piantagioni sul territorio regionale", così Cia-Agricoltori Italiani Calabria definisce l'accordo tra Ferrero Halzelnut Company, divisione interna del Gruppo Ferrero dedicata alla nocciola, e Kalnut s.r.l. Di tutt'altro avviso, dunque, rispetto alle idee del consorzio. Nel comunicato di Cia Calabria si legge, inoltre che "Attraverso il modello di crescita del Progetto Nocciola Italia, si intendono creare le condizioni per una concreta opportunità di diversificazione, riconversione e valorizzazione di ampie superfici del nostro territorio".

Questi alcuni dei principi cardine su cui si baserà l'accordo:

 - garantire ai produttori, in ottica di lungo periodo, un impegno all’acquisto della materia prima nocciola;  - mettere a disposizione strumenti tecnologici per la gestione integrata e moderna delle piantagioni;  - impegno nel creare una nuova filiera corilicola italiana seguendo i principi della tracciabilità e sostenibilità delle produzioni;  - mettere a disposizione le competenze di Ferrero e di importanti istituti di ricerca, in analisi “pedo-climatiche” per facilitare l’individuazione di aree idonee alla coltivazione del nocciolo;  - costruire attività di formazione per i tecnici coinvolti nel Progetto, mediante seminari dedicati alla corretta gestione dei noccioleti. “È un accordo vantaggioso per gli agricoltori - hanno dichiarato a contratto firmato Nicodemo Podella, Presidente di Cia Calabria, e Mario Caligiuri, amministratore della Kalnut - ai quali viene riconosciuta una giusta remunerazione per il loro lavoro e la garanzia all’acquisto in un’ottica di lunga durata. Siamo sicuri che saranno in molti a volere entrare nella rete d’impresa non appena comprese le condizioni contrattuali vantaggiose. Inoltre, la tracciabilità e sostenibilità sono caratteristiche fondamentali per la valorizzazione delle produzioni di un’agricoltura che guarda al futuro. E noi siamo orgogliosi di dire che ci sarà un po’ di Calabria nei prodotti Ferrero".
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