Le donne (anziane) in sovrappeso resistono meno allo stimolo del cibo

15 Nov 2019 - 04:30
Le donne (anziane) in sovrappeso resistono meno allo stimolo del cibo
Le donne obese o in sovrappeso riescono a resistere con più difficoltà allo stimolo del cibo rispetto agli uomini. Soltanto nei soggetti di sesso femminile un elevato indice di massa corporea (IMC), infatti, è associato a un aumento del metabolismo cerebrale nella corteccia orbito frontale (la parte anteriore dell’emisfero cerebrale, prevalentemente a destra) e a una connettività neurale particolare: nei circuiti cerebrali legati al controllo e alla decisione si riscontra una ridotta connettività, che invece risulta aumentata nei circuiti legati alla gratificazione e alla ricompensa. È quanto emerge da uno studio italiano del Policlinico San Donato, l'Università Vita-Salute San Raffaele, l'Ospedale San Raffaele di Milano e dell'Università degli Studi di Milano pubblicato sulla rivista Aging. Lo studio ha analizzato i correlati metabolici del cervello rispetto a diversi livelli di IMC, in un gruppo di 222 soggetti anziani. Per il prof. Livio Luzi, responsabile dell’area di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’IRCCS Policlinico San Donato e professore ordinario di Endocrinologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, l’obesità differisce nelle donne e negli uomini per diversi aspetti: la prevalenza dell’obesità è più elevata nelle donne (38,3%) rispetto agli uomini (34,3%), indipendentemente dall’età anagrafica e dall’etnia. Queste differenze di genere, rispecchiate anche nella composizione corporea, sono dovute a una molteplicità di fattori: ormonali, ambientali e anche dietetici, dato che sia i modelli alimentari sono diversi tra i sessi, sia il desiderio di cibo e la risposta cerebrale al tipo di gusto esperito. I dati analizzati in questo lavoro fanno pensare che l’esposizione a stimoli alimentari appetibili veda i maschi più efficaci delle femmine nel limitare l’assunzione di cibo. I dati dovranno essere confermati da un campione di donne obese giovani, tuttavia la differenza di genere dimostrata porta a diverse considerazioni per la pratica medica e la politica sanitaria.
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