L'Italia non è sola contro il NutriScore. A che punto è il dibattito in Europa?

Sempre più Paesi si oppongono al NutriScore, perfino la Francia, da sempre sua sostenitrice. Quali sono le caratteristiche e i demeriti di questo sistema di etichettatura? Come si oppone l'Italia alla sua adozione da parte dell'Europa?

17 Nov 2021 - 10:04
L'Italia non è sola contro il NutriScore. A che punto è il dibattito in Europa?
Abbiamo parlato spesso del NutriScore e dell'opposizione italiana a questo sistema di etichettatura, con la creazione di un'etichetta italiana più equilibrata e mirata alla corretta informazione dei consumatori. Ma facciamo un riepilogo. Il NutriScore è un sistema di etichettatura di prodotti alimentari che prevede 5 livelli e 5 colori (etichetta a semaforo) per definire la salubrità di un alimento. L'Europa potrebbe aprirsi al Nutri-Score. L'Italia torna ad opporsi Dalla A (verde) alla E (rosso), gli alimenti e le bevande sono giudicati in base al contenuto di calorie, zuccheri, grassi saturi e sale (da evitare) e fibre, proteine, frutta e verdura (da ricercare). In questo modo, come più volte segnalato dalle associazioni e dai consorzi italiani, alimenti come l'olio d'oliva, il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma vengono bocciati, favorendo piuttosto alimenti dove magari la minore quantità di zuccheri è compensata da un apporto di edulcoranti, non importa se chimici.
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Un esempio di etichetta secondo il nuovo sistema proposto dall'Italia
Proprio per questo l'Italia ha portato avanti la sua "Nutrinform Battery", un sistema di etichettatura a batterie che indicano l'apporto di calorie, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale di un alimento in rapporto alle assunzioni di riferimento medie consigliate per un individuo adulto. Un'occasione per educare all'alimentazione e stimolare il consumatore a interrogarsi non solo sulla salubrità di un alimento, quanto sul concetto più globale e sano di "dieta" e "alimentazione" quotidiana. In Francia e Spagna il NutriScore è diffuso già da qualche anno, nel 2020 anche la Germania ha adottato questo sistema di etichettatura. Ma da qualche tempo, all'interno di questi stessi Paesi e in particolar modo dalla Francia, la più strenua sostenitrice dell'etichetta a semaforo, sorgono forti dubbi sull'intera questione.

La Francia vacilla sul NutriScore

Poche settimane fa la stampa francese riportava la dichiarazione del ministro dell'agricoltura francese Julien Denormandie, che dichiarava "necessaria una revisione della metodologia su cui si basa il sistema, perché determina classificazioni che non sono necessariamente conformi alle abitudini alimentari". La questio si dibatte sulla competitività dei prodotti francesi di formaggio, sui quali il NutriScore avrebbe un ingiustificato "impatto punitivo", non tenendo conto delle quantità consumate in media in una dieta quotidiana. Quanto sostenuto da anni dall'Italia. Meglio tardi che mai. Nella seduta di question time alla Camera che si è tenuta la scorsa settimana, il ministro Patuanelli ha illustrato le azioni di contrasto che l'Italia intende intraprendere contro l'adozione del NutriScore come etichetta europea. Il ministro si è detto convinto della creazione di un blocco di Paesi contrari, fra cui include anche la Francia e la Spagna, e di un gruppo di Paesi a favore dei valori della Dieta mediterranea che vorranno appoggiare la candidatura della Nutrinform Battery italiana.

Patatine fritte più salutari dell'olio extravergine di oliva

L'ultima "follia" del NutriScore, del resto, sembra avvalorare il suo sistema del tutto ascientifico. patatine fritteUnaprol - Consorzio Olivicolo Italiano ha segnalato che in diverse catene di fast food francesi, l'etichetta a semaforo indichi come più salutare una porzione di patatine fritte (lettera B del semaforo, praticamente verde) rispetto ad un cucchiaio di olio extravergine di oliva (lettera C, arancione). L'olio evo, inoltre, viene classificato allo stesso modo di un panino ripieno di carne e salse. L'olio extravergine di oliva può essere considerato un prodotto simbolo della Dieta mediterranea, ed è inoltre "unanimamente considerato un farmaco naturale per le sue qualità antinfiammatori e antiossidanti", come ha spiegato il presidente di Unaprol David Granieri. Non si spiega dunque come sia possibile considerare attendibile un sistema di etichettatura che penalizza in maniera indiscriminata alimenti tanto salutari.

Competere.eu chiama in causa la comunità scientifica europea contro il NutriScore

La discussione sul NutriScore viene promossa anche da Competere.eu, think tank europeo unico in Italia a promuovere un dibattito scientifico sulla misura, in cui sono stati coinvolti due importanti rappresentanti del mondo accademico (Università di Padova e Università di Barcellona). L'ascentificità del NutriScore viene ribadita nel convegno “Science Vs Ideology - Beyond the NutriScore” organizzato da Competere.eu, con protagonisti il Dott. Francesco Visioli dell’Università di Padova e il Dott. Ramon Estruch, dell’Università di Barcellona.

Perché NutriScore non sarebbe scientificamente valido? Questi alcuni dei punti principali emersi nel corso della discussione:

  • L'algoritmo su cui si basa la classificazione degli alimenti secondo il NutriScore è arbitrario e si presta ad essere facilmente manipolato, arrivando al paradosso che alimenti di comprovata importanza presenti nella Dieta Mediterranea risulterebbero dannosi.

  • Dando una valutazione arbitraria dei nutrienti contenuti nei cibi, si premia l’alterazione degli ingredienti per ottenere dei punteggi maggiori, favorendo i cibi altamente processati.

  • Il sistema propone una distinzione tra alimenti positivi e negativi che va contro la letteratura scientifica, tralasciando l'impatto all'interno del regime alimentare complessivo.

"NutriScore non si basa su risultati di studi scientifici. Contiene molti elementi fuorvianti in quanto mescola energia, cibo e nutrienti, non valuta la qualità delle proteine, dei grassi o dei carboidrati e non evidenzia aspetti positivi come l'alta densità di nutrienti - minerali e vitamine - o il contenuto in composti bioattivi. Infine, non tiene conto del grado di lavorazione dei cibi" - ha affermato il Dott. Ramon Estruch dell'Università di Barcellona.

“NutriScore presenta un approccio che va contro le indicazioni della stragrande maggioranza dei nutrizionisti. Si focalizza sui singoli cibi e nutrienti invece che sul concetto di dieta; dimentica il concetto di porzione, preferendo l'indicazione dei valori per 100g; non aiuta il consumatore a comprendere quali nutrienti possono essere positivi e quali negativi. In questo modo l’olio d’oliva ottiene un punteggio più basso rispetto ad una bibita gassata” - ha dichiarato il Dott. Francesco Visioli dell’Università di Padova.

Il consumatore, quindi, non può quindi sapere il motivo per cui un alimento è classificato come positivo o negativo. Inoltre, le persone con esigenze specifiche non hanno alcun supporto da NutriScore.

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