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A Milano aumentano i visitatori ma non l’occupazione alberghiera

Secondo la ricerca illustrata dalla professoressa Manuela De Carlo, direttrice del Master in Hospitality and Tourism Management Università Iulm, il capoluogo lombardo deve rincorrere città come Manchester, Francoforte, Lione (città messe a confronto con Milano nell’analisi) che la precedono in termini di camere occupate. I dati sono stati resi noti nel corso della I edizione […]

Redazione - Pubblicato il 7 Dicembre 2017 alle ore 14:39

milano

Secondo la ricerca illustrata dalla professoressa Manuela De Carlo, direttrice del Master in Hospitality and Tourism Management Università Iulm, il capoluogo lombardo deve rincorrere città come Manchester, Francoforte, Lione (città messe a confronto con Milano nell’analisi) che la precedono in termini di camere occupate.
I dati sono stati resi noti nel corso della I edizione di “Destinazione Milano”, evento promosso dall’Apam, Associazione albergatori di Confcommercio Milano; la fotografia che lo studio restituisce è quella di una città passata dal 2008 al 20016 al +64% di visitatori internazionali con un ranking a livello globale che viaggia intorno al 40esimo posto; una città che si è strutturata ampliando la sua offerta ricettiva (+10%), aumentando il numero di camere a 4 e 5 stelle (dal 55% del 2006 al 63% del 2016), ma incapace di fare quel balzo per trattenere i turisti e farli pernottare in città. L’area metropolitana milanese ha registrato un costante aumento dei flussi turistici (+38% degli arrivi e +36% delle presenze nel periodo 2006-2016) restanti invariati anche nel post-Expo.
Il 59% dei turisti scelgono alberghi 4 e 5 stelle; una scelta che si riflette anche nella spesa media pro capite giornaliera, che è dopo Roma la più elevata tra le città italiane (212E).
Nel 2016 Milano ha registrato un tasso di occupazione alberghiera del 65%, dati non proprio positivi, molto bassi nella media, se si pensa che una città come Manchester registra in questo comparto un’occupazione del 80%. Una forbice che si evidenzia ancora di più nella stagionalità: ad agosto 2017 l’occupazione alberghiera è del 52% rispetto all’87% di Barcellona. Il capoluogo lombardo deve, quindi, necessariamente migliorare la sua reputazione in questo settore.
Le quattro città che nell’analisi sono state confrontate con Milano sviluppano l’offerta turistica in modo molto preciso, valorizzando alcuni punti forti della città riconosciuti a livello internazionale (shopping e enogastronomia per Lione e sport per Manchester) e proponendo itinerari che vanno oltre i confini urbani, in territori scarsamente valorizzati per canalizzare i flussi turistici. Maurizio Naro, presidente dell’associazione albergatori ha sintetizzato: “Serve una governance sempre più efficace che faccia del turismo un driver primario di sviluppo urbano. è  il traguardo che dobbiamo cercare di raggiungere lavorando tutti insieme


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