Mixology: il nuovo trend protagonista ad Host

24 Ottobre 2017 - 06:31
Mixology: il nuovo trend protagonista ad Host
Non è un caso che, quando si parla di mixology, il termine che si è sentito più spesso quest’anno a Host 2017, sia magia. Perché il trend più recente fa riferimento all’alchimia e alla sua profonda conoscenza del mondo naturale per trasferirla alle esigenze di oggi e, in particolare, di unesperienza fuori casa che è una componente sempre più importante delle nostre vite. È il ritorno di una grande tradizione italianalerboristeria moderna è nata nel nostro Paese, nei monasteri benedettini – che si rinnova grazie alle potenzialità permesse dalle nuove tecnologie. Come sottolinea Marco Sarandrea, esperto e docente di artimixology  erboristiche: Anche in campo vegetale lItalia vanta un livello di biodiversità unico in Europa se non nel mondo. Basti pensare che anche in una piccola regione come il Molise ci sono più varietà che in tutta la Germania o la Gran Bretagna. Si tratta di un patrimonio unico che ancora non valorizziamo abbastanza, ma che ha tutte le carte in regola per diventare la prossima eccellenza del food&beverage italiano nel mondo. Va in questa direzione la svolta che sta vivendo la mixology: con una selezione sempre più ampia di essenze utilizzate, ma anche con la trasformazione della naturalità in un vero e proprio show con distillazioni di erbe dal vivo davanti ai clienti, che rispondono alla crescente esigenza di rendere più esperienziale il momento del fuoricasa”. A Host 2017 questa ricca tradizione si percepisce plasticamente nel format del Botanic Bar allestito nell’area dedicata alla mixology curata dalla rivista Mixer con Planet One: “Più che una semplice mescita, il Botanic Bar vuole essere unesperienza sensoriale – spiega Mattia Corunto, Bartender e Master Trainer di Planet One Abbiamo messo a punto un distillatore esclusivo, in vetro anziché rame e di dimensioni ridotte, in modo da poter essere utilizzato a vista dietro il bancone: proponiamo distillati realizzati in tempo reale a partire da erbe rigorosamente bio e da una selezione di spezie rare. Ricette che puntano a coniugare il gusto con unimportante nota olfattiva, basate sulle “mixturae” ispirate allalchimia, della quale utilizzano il metodo spagirico: quattro ingredienti distillati separatemene (rosa, pepe, pesce e lemongrass) e poi riunite tenendo conto di criteri come i segni zodiacali e gli elementi alchemici. mixology Non a caso, sono presenti anche i più noti produttori del settore dei liquori derbe, una specialità quasi esclusivamente italiana (la condividiamo con pochi altri paesi dell’area alpina) ma che soprattutto nel nostro paese trova la massima espressione: La qualità del nostro amaro si basa su uno stretto controllo della filiera, a partire dai coltivatori del territorio, con i quali manteniamo un filo diretto, fino a processi produttivi tradizionali e unici– commenta Paolo Raisa, Direttore Commerciale di Caffo Group che produce lAmaro del Capo–. Ad esempio una macchina inventata dal fondatore, con ruote (un tempo di legno, oggi in acciaio) che girano in modo estremamente lento per estrarre le essenze, conservandone le proprietà organolettiche, anche dalle erbe più asciutte come lalloro o il finocchietto di rupe, che cresce solo nella parte della Calabria dove sorge la nostra azienda. Grazie a queste caratteristiche lAmaro del Capo si presta in maniera particolare alle esigenze della nuova mixology, sempre più orientata alla naturalità. Mixology  Tra le molte soluzioni innovative e originali che si sono viste quest’anno a Host, anche il format Mr Fresco, che si propone di rinnovare il bar e ampliarne l’offerta proponendo frutta e verdura in modo nuovo e coinvolgente, “a misura di bancone”, e una versione mixology del concetto Street Food grazie a un carrellino, basato su quelli utilizzati sugli aerei, con il quale è possibile realizzare “on the move” fino a 35 cocktail di seguito.  width= [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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