Operazione Bad Juice: sventata maxifrode di succhi bio

28 Giu 2019 - 03:32
Operazione Bad Juice: sventata maxifrode di succhi bio

Una maxifrode nella produzione e commercializzazione di prodotti biologici per un valore di oltre 6.5 milioni di euro, è stata sventata grazie all'operazione Bad Juice guidata dall'Ispettorato Centrale Repressione Frodi (Icqrf) e i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Pisa, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Pisa, con la collaborazione di Eurojust. Tramite l'operazione Bad Juice sono stati sequistrati 1,4 milioni di kg di succo concentrato di mela sofisticato con acqua e sostanze zuccherine e falsamente dichiarato come biologico. Il prodotto veniva realizzato da aziende localizzate in Serbia e Croazia, di fatto poi gestite dall'Italia da una vera associazione a delinquere. Oltre che essere un falso bio, il succo era anche realizzato con scarti alimentari pericolosi per la salute umana, in esso sono stati rilevate elevate cariche di mitocossine nonché tracce di prodotti chimici non ammessi in agricoltura biologica. Le indagini hanno permesso di eseguire 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Per lungo tempo i soggetti avrebbero spacciato e venduto per succo di frutta biologico quello che in realtà era semplice Sei le società sequestrate nelle province di Pisa, Salerno e Avellino. Soddisfazione per l'operazione Bad Juice è stata espressa dal ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, per il quale "l'operazione dell'Icqrf, con la collaborazione della Guardia di Finanza, conferma la robustezza del nostro sistema e l'impegno del Ministero per la tutela dei consumatori e dei produttori italiani". Nei primi 4 mesi del 2019 l'Icqrf ha incrementato del 15% i controlli sul bio rispetto allo stesso periodo del 2018 e del 23% gli operatori controllati. Gli irregolari sono passati dal 7,2% al 18,1%, le contestazioni amministrative sono più che quintuplicate, mentre le diffide sono aumentate del 68%, a tutto vantaggio dei produttori che commettono meri errori formali

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