Parmigiano Reggiano: 2017 anno di crescita record

6 Apr 2018 - 04:45
Il 2017 è stato un anno fantastico per il Consorzio del Parmigiano Reggiano. Il bilancio dell'anno trascorso ha fatto registrare una crescita record della produzione con un incremento del 5,2%, vale a dire 180.697 forme di Parmigiano Reggiano in più paragonate al 2016, per un totale di 3.650.562. L'aumento dei ricavi non ha tardato ad arrivare (si tratta di 27.342.237 contro i 23.037.945 del 2016), che sono principalmente il risultato dei contributi che vengono versati dai caseifici al Consorzio per produrre il Dop. Ma il prodotto ha bisogno di nuovi mercati e l'impegno del Consorzio è proprio quello di scandagliare nuove aree, grazie a un fortissimo investimento in comunicazione che supera di oltre 2,5 milioni di euro la spesa del 2016, passando da 12,6 milioni di euro a 15,2 milioni. Aumentando la produzione, il rischio è quello di incorrere in un calo dei prezzi e allora ecco che si accende una vera e propria sfida per il prodotto Dop, quella di ottenere in ogni caso un prezzo remunerativo. Gli obiettivi guida, tra cui quello di arrivare a superare 3,7 milioni di forme di Parmigiano Reggiano nel 2018, sono stati presentati all'assemblea generale dei consorziati dal presidente Nicola Bertinelli. "Abbiamo presentato un piano di regolazione dell'offerta innovativo, semplice ed efficace che ci permetterà di crescere in modo razionale e con flessibilità, così da potere reagire prontamente ai cambiamenti del mercato". Sulle novità del piano di regolazione dell'offerta è stata definita la "produzione di equilibrio comprensoriale" (Pec), che definisce il livello produttivo al di sotto del quale non sarà applicata alcuna contribuzione aggiuntiva dal Consorzio nel caso in cui la produzione sia superiore alle quote assegnate. Per quanto riguarda l'anno 2019 e il triennio 2020-2022, la Pec base sarà attestata sui 17,8 milioni di quintali di latte trasformato; superare la Pec base significherebbe per gli allevatori una contribuzione aggiuntiva pari a 15 euro a quintale. Altre novità sono la figura del "grande splafonatore", chiunque supera il 20% rispetto alla quota assegnata otterrà di versare una contribuzione unica pari a 25 euro a quintale, e la decisione di non applicare alcuna franchigia di esenzione contributiva per l'anno in corso, laddove nel 2017 era stata del 3%.
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