Presentato il primo Rapporto Italgrob-Censis "Il valore economico e sociale della distribuzione Horeca nel post Covid-19"

Presentato a Rimini il primo rapporto Italgrob-Censis sul valore del fuori casa nell'epoca post Covid: dopo le restrizioni per gli italiani torna la voglia di convivialità in bar e ristoranti per ogni momento della giornata

28 Marzo 2022 - 12:24
Presentato il primo Rapporto Italgrob-Censis "Il valore economico e sociale della distribuzione Horeca nel post Covid-19"
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/03/Presentato-il-primo-Rapporto-Italgrob-Censis-Il-valore-economico-e-sociale-della-distribuzione-Horeca-nel-post-Covid-19-2.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] È stata presentata oggi all’International Horeca Meeting di Italgrob alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group, in contemporanea con Beer&Food Attraction, la ricerca «Il valore economico e sociale della distribuzione Horeca nel post Covid-19» realizzata dal Censis in collaborazione con Italgrob, la federazione italiana dei distributori Horeca. I dati sono stati presentati da Francesco Maietta, Responsabile dell’area Politiche sociali del Censis, e discussi da Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob, e Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, con la moderazione di Veronica Gentili, giornalista e conduttrice Mediaset. Di seguito i risultati.

Dopo l’emergenza, torna la voglia del fuori casa.

Negli ultimi due anni il 68,2% degli italiani (e il 78,1% dei giovani) ha avuto nostalgia dei momenti di convivialità trascorsi di solito nei locali pubblici. Il 71,1% della popolazione afferma che tornerà con uguale o maggiore frequenza a fare colazione fuori casa nei bar o nelle pasticcerie, il 68,9% tornerà a mangiare al ristorante o in trattoria, il 65,9% tornerà a consumare aperitivi e apericene in wine bar, enoteche o brasserie. Il 21,7% (il 40,9% dei giovani) è intenzionato a frequentare di più i luoghi della convivialità. Già oggi all’88,4% capita di pranzare o cenare negli esercizi pubblici e al 64,5% di incontrarsi con amici e colleghi per un aperitivo.

Il ruolo decisivo della distribuzione Horeca.

3.800 imprese, più di 60.000 addetti e un fatturato pari a 17 miliardi di euro prima della pandemia: sono questi i numeri del settore della distribuzione Horeca. Una piattaforma che connette le industrie del food & beverage con gli oltre 300.000 esercizi pubblici presenti sul territorio, rendendo possibile ogni giorno la convivialità fuori casa, che migliora la qualità della vita delle persone e dà slancio economico e sociale ai territori.

La convivialità migliora la qualità della vita. 

L’89,1% degli italiani considera i luoghi del fuori casa una importante fonte di lavoro e di reddito, e uno stimolo per l’attività delle imprese locali. Per l’88,3% la presenza di una rete di bar, caffè, pasticcerie, enoteche e ristoranti è importante per assicurare la buona qualità della vita, rendendo i territori vitali e aperti alla relazionalità. Il 68,8% è convinto che la presenza degli esercizi pubblici renda i luoghi anche più sicuri e frequentabili. Il 67,3% (il 74,8% dei giovani) ritiene che proprio la presenza dei locali consenta di organizzare al meglio la movida, evitandone le degenerazioni. Invece l’assenza degli esercizi pubblici condanna i territori al declino economico e al degrado sociale.  width=

Il fuori casa è la prima scelta per trascorrere il tempo libero e per festeggiare.

Ristoranti e trattorie sono la prima opzione degli italiani per i pranzi o le cene con gli amici nel tempo libero: 52,2%. Il 38,0% invece rimane in casa a cucinare anche nel tempo libero e il 9,8% sceglie il food delivery. Lo stesso vale per gli aperitivi: il 65,0% preferisce gli esercizi pubblici, il 27,3% il salotto di casa e il 7,7% si fa consegnare cibi e bevande a domicilio. Per festeggiare lauree, battesimi e comunioni gli italiani prediligono di gran lunga il fuori casa: 71,6%. Solo il 21,9% festeggia in casa e il 6,5% si rivolge ai servizi di asporto. Anche per celebrare ricorrenze, matrimoni e compleanni si privilegiano i locali pubblici (63,8%) rispetto alla cucina casalinga (29,1%) o all’home delivery (7,1%). Invece per le feste comandate vincono le soluzioni domestiche: 73,9%. In queste occasioni solo il 18,8% sceglie gli esercizi pubblici e il 7,3% il food delivery.

Cosa cambia con lo smart working?

Tra i lavoratori in smart working, il 66,0% cucina nella propria abitazione, il 19,9% ricorre alle consegne a domicilio e il 14,1% esce comunque per pranzare in un esercizio pubblico. Nei giorni di lavoro in presenza, durante la pausa pranzo il 53,0% dei lavoratori opta per un locale pubblico, il 31,9% si porta il pranzo da casa e il 15,1% ordina il pasto online.

Tra canali fisici e strumenti digitali: il sapiente mix del consumatore.

Ricorrere ai servizi di home delivery non significa dire addio ai consumi fuori casa. Quasi la totalità degli utenti delle piattaforme digitali di food delivery (96,1%) mangia anche al ristorante o in trattoria e l’80,6% si ritrova anche nei locali pubblici per l’aperitivo. Con grande pragmatismo, gli italiani mixano i tradizionali canali fisici con le opportunità offerte dal digitale, scegliendo di volta in volta senza pregiudizi come e dove fare la colazione, il pranzo, l’aperitivo e la cena. Da Coqtail Milano e Augusto Contract un'indagine sul comparto fuori casa nell'era post Covid Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe, ha commentato.“Il 2022, che avrebbe dovuto segnare la ripresa per tutta la filiera, a monte e a valle, del consumo fuori casa, si prospetta ancora difficile e pieno di incertezze alla luce della difficile congiuntura attuale, cui si sommano i rincari delle materie prime e dell’energia. Per lasciarci alle spalle le difficoltà degli ultimi due anni, durante i quali non tutte le aziende hanno beneficiato dei ristori, occorre sostenere i consumi”. Con queste parole A margine dell’evento, analizzando i dati contenuti nel Rapporto Censis, il Presidente dell’Associazione che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia ha inoltre dichiarato: “Scontiamo ancora l’annus horribilis dei lockdown e delle restrizioni più severe, che si era chiuso con un -40% rispetto al 2019. Secondo le nostre rilevazioni, nel canale Horeca il comparto ha recuperato solo una parte nel 2021 rispetto al periodo pre-pandemico: per alcuni prodotti il 2021 ha segnato ancora un -24% rispetto al 2019”. In particolare, nell’Horeca cole ed energy drink hanno sottoperformato (tra -23% e -25%), penalizzati da minori occasioni di pasti fuori casa e dal persistere delle chiusure del canale notturno. Meno drammatici, ma pur sempre negativi, i dati nel canale moderno dove le bevande gassate hanno messo a segno una performance piatta rispetto al 2019 e un -1% rispetto a 2020, con aranciate e gazzose che soffrono di più (da -5% a -11%). “Se potevamo riporre le speranze di rialzare la testa quest’anno, il caro bollette e l’impennata del costo delle materie prime allontanano ulteriormente l’orizzonte di una ripresa – dichiara Pierini -. In questo contesto, rilanciare i consumi fuori casa è vitale per i nostri settori, anche attraverso la riduzione del cuneo fiscale e la cancellazione delle nuove tasse previste tra pochi mesi”. Il Presidente ha poi sottolineato la necessità di un piano strutturato di interventi a sostegno delle aziende, che escono da due anni pandemici estremamente duri. “Confidiamo in un intervento deciso da parte del Governo, anche attraverso una riduzione temporanea dell’IVA sugli alimenti - ha concluso il Presidente di ASSOBIBE -, che traghetti i consumi in questa fase fortemente inflattiva, sostenga la crescita economica e supporti le aziende al fine di poter superare al meglio le incertezze che stanno caratterizzando questo periodo”.
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Giangiacomo Pierini, Presidente Assobibe
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