Prošek croato. L'Italia risponde con un dossier di opposizione alla Commissione Europea

In risposta alla minaccia del riconoscimento della denominazione croata Prošek, l'Italia ha presentato il dossier di opposizione alla Commissione Europea.

10 Nov 2021 - 08:09
Prošek croato. L'Italia risponde con un dossier di opposizione alla Commissione Europea
È stato trasmesso all'attenzione della Commissione Europea il dossier con l'opposizione italiana al riconoscimento della menzione geografica tradizionale europea per il Prošek croato. Ora la Croazia ha 60 giorni di tempo per le controdeduzioni. Il documento è stato illustrato dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e dal Sottosegretario Marco Centinaio che ha la delega al settore vitivinicolo, nel corso di una conferenza stampa al Mipaaf, a cui hanno preso parte anche i presidenti dei consorzi interessati: Conegliano Valdobbiadene, Prosecco Doc, Colli Asolani e l'Associazione Patrimonio delle Colline Unesco. Nel dossier di 14 pagine è precisata la posizione italiana e le motivazioni tecniche, storiche e territoriali, compresa l'iscrizione delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella lista del patrimonio mondiale UNESCO e l'incompatibilità del riconoscimento della menzione tradizionale Prošek. "Le motivazioni per cui ci opponiamo alla denominazione tradizionale Prošek sono ben solide e rappresentate nel documento che abbiamo inviato alla Commissione, tra le principali c'è la questione della omonimia tra la denominazione Prošek e la Dop", ha sottolineato il Ministro Patuanelli. "È a rischio il sistema Paese, il sistema di protezione delle denominazioni geografiche e l'eccellenza della produzione agroalimentare italiana. Si rischia di istituzionalizzare l'italian sounding". "L'Italia ha dimostrato all'Europa che tutti si sono messi a disposizione, dai consorzi ai comuni", ha aggiunto il Sottosegretario Centinaio. "Abbiamo prodotto il miglior documento possibile da presentare in opposizione. Le colline del Prosecco sono un patrimonio dell'umanità, oltre che agricolo anche culturale, quindi non possiamo pensare che da parte dell'Europa ci sia poca considerazione".

Il Prosecco vale 1/6 dell'export di vino made in Italy

Quasi una bottiglia di vino italiano su sei stappate oggi all’estero è di Prosecco, diventato la star mondiale delle bollicine grazie a un incremento delle vendite oltre confine del 32% nel 2021. I dati Coldiretti ci danno un'idea del peso di un nome che nel mondo è sinonimo di qualità e italianità. Gli Stati Uniti sono diventati il primo acquirente in valore di bottiglie di Prosecco con un aumento del 49% ma l’incremento maggiore delle vendite si è verificato in Russia dove gli acquisti sono praticamente raddoppiati (+91%) mentre in Germania guadagna il 28%, seguita dalla Francia (+15%), il paese dello Champagne in cui le bollicine italiane mettono a segno una significativa vittoria fuori casa, nei primi sette mesi del 2021. L’appeal delle bollicine Made in Italy resiste anche alla Brexit dove le vendite aumentano del 5%, con la prospettiva di incrementare ulteriormente visto che il Governo ha annunciato il taglio delle tasse sul Prosecco e sui vini spumanti con un calo di circa 1,3 euro a bottiglia che si rifletterà sui prezzi di vendita e renderà più accessibile l’acquisto del vino italiano. E ora anche i cinesi hanno scoperto la bontà del bere italiano, con le spedizioni di Prosecco che sono addirittura più che triplicate nel 2021 (+238%). A trainare il record sui mercati esteri un sistema che abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva che ha raggiunto – ricorda la Coldiretti – 700 milioni di bottiglie dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco.

“Il caso Prošek è l’antipasto di una nuova guerra commerciale"

Sulla questione è intervenuto anche Pietro Paganini, Fondatore e Presidente di Competere - Policies for Sustainable Development, think tank europeo che attraverso la propria piattaforma sulla Sustainable Nutrition analizza le dinamiche politico-commerciali nel settore dell’alimentazione a livello globale. “Il caso Prošek è l’antipasto di una nuova guerra commerciale che si combatterà sui marchi, brevetti e etichette, ma anche sulla sostenibilità e la qualità, salubrità e sicurezza degli ingredienti - sostiene Pietro Paganini - In un contesto di economia delle conoscenze, dove il successo del Made in Italy si basa sulla creatività, sull’estro tecnico e sulla tradizione, per l’Italia è vitale proteggere l’originalità, la qualità, l’unicità e la non imitabilità dei propri prodotti. Ogni giorno siamo esposti alle minacce commerciali di tutti quelli che ci inseguono, i quali a volte si avvalgono dell’ambiguità, di pratiche illegali o ancora di normative di etichettatura che vanno a scapito dei consumatori stessi, come nel caso del Nutriscore, il quale rappresenta un pericolo esistenziale per i nostri prodotti veicolando informazioni fuorvianti circa le proprietà dei cibi". “Ecco perché ad allarmarci non è la furba ambiguità commerciale del Prošek, che sfiorerà solamente la forza del Prosecco nazionale, ma il precedente a cui la UE darebbe vita, incoraggiando pratiche di emulazione più o meno legali e la circuizione dei cittadini che andrebbero a favorire i numerosi Paesi in UE e fuori dal continente pronti ad inondare il mercato globale con copie dei nostri prodotti tipici. Di fronte a questa minaccia, il tavolo di lavoro coordinato dal Mipaaf è stata un’ottima dimostrazione di sistema, ma non possiamo dimenticarci della debolezza e della frammentazione con cui ci siamo posti, in passato, nei confronti delle questioni comunitarie e internazionali. La politica deve passare dal comunicare le intenzioni al lavoro effettivo per tutelare i nostri prodotti, con una visione di medio e lungo periodo e non in un’ottica emergenziale come quella attivata con il dossier Prošek.  Italian Sounding, Prošek e Nutriscore sono battaglie che determineranno la vittoria o la sconfitta della più ampia guerra commerciale che caratterizza la fase storica attuale, e che dobbiamo combattere efficacemente per tutelare prodotti che generano valore economico, investimenti, innovazione, posti di lavoro, e mettono l’Italia al centro del mondo". Qui il video della conferenza stampa al Mipaaf https://www.youtube.com/watch?v=4TKy_4yC4dM&feature=youtu.be [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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