Pubblici esercizi: continua la crisi del comparto

I pubblici esercizi continuano a subire gli effetti della pandemia, dallo stop dato dalle banche alla liquidità denunciato da MIO al calo dei consumi: Fipe chiede un forte intervento da parte del Governo

17 Gen 2022 - 09:48
Pubblici esercizi: continua la crisi del comparto
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/01/Pubblici-esercizi-continua-la-crisi-del-comparto.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] Tornano giorni difficili per il mondo della ristorazione, del turismo e dei pubblici esercizi: l'aggravarsi della situazione pandemica dà un nuovo colpo ad un comparto stremato dalle difficoltà che oramai da quasi due anni si susseguono di pari passo con la pandemia. Recentemente FIPE, inoltrando al Governo una richiesta per inserire le imprese del settore nel prossimo Decreto Sostegni, ha fatto sapere che nel 2020 i consumi nella ristorazione sono calati del 37,4% e sono stati persi nel 2021 il 28% dei consumi rispetto all’anno pre pandemia per un totale di 56 miliardi di euro in meno spesi all’interno dei pubblici esercizi. Una crisi che, ovviamente, non ha risparmiato l'occupazione del settore: 45mila imprese sono scomparse in meno di due anni, 300mila lavoratori hanno perduto il proprio impiego. Anche MIO Italia - Movimento Imprese Ospitalità, che monitora la situazione del comparto tramite il suo centro studi, denuncia il peggioramenti della situazione per le attività del mondo Horeca dopo le festività natalizia, e evidenzia, inoltre, come ora come gli imprenditori si stiano trovando a fronteggiare anche un altro tipo di problema che riguarda la chiusura da parte delle banche, che sempre più negano aiuti alle imprese poiché ritenute ad alto rischio fallimento: “Oltre a negare il credito alla ristorazione”, spiega Paolo Bianchini presidente di Mio, “le banche stanno segnalando alla Centrale dei rischi tutte le piccole aziende in sofferenza”. Questa mancanza di liquidità, precisa poi Bianchini, avrà conseguenze pesanti: la previsione di 50mila attività chiuse entro Pasqua del Movimento potrebbe essere addirittura superata. In queto scenario non roseo, Fipe, chiede al mondo politico di focalizzarsi sui problemi che stanno assediando il mondo dei pubblici esercizi. In una nota stampa Lino Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio dichiara: “Siamo tutti consapevoli dell’importanza della figura del prossimo Presidente della Repubblica, tanto più in questo momento storico ma i problemi di migliaia di imprese e di lavoratori non aspettano le elezioni al Quirinale. La lista delle urgenze è lunga, dalle criticità che vive il mondo della ristorazione, soprattutto nei centri storici, alle prolungate difficoltà delle aziende di catering e banqueting, ferme per la mancanza di eventi. Dall’inattività delle mense, per il ricorso allo smart working, alle montagne russe che vive la ristorazione commerciale negli aeroporti e negli snodi turistici. Per non parlare delle discoteche, unica categoria ad essere ancora chiusa senza appello. Tutte queste imprese sono in profondo rosso, stanno già facendo scelte di sopravvivenza, dall’aumento dei prezzi al taglio del personale: scelte dolorose a cui ci si rivolge non per guadagno o per spregiudicatezza ma solo per poter resistere. Come chiediamo ormai da giorni, bisogna intervenire subito, sostenendo queste imprese con la proroga della Cassa Integrazione Covid e delle moratorie bancarie oltre che con sostegni economici proporzionati agli ingenti danni subiti”. “Non stiamo chiedendo aiuti a pioggia – continua Stoppani -, se il problema sono le risorse si selezioni l’accesso alla Cassa Integrazione, alle moratorie e agli altri incentivi sulla base della reale perdita di fatturato, ma è preoccupante registrare oggi la mancanza di attenzione rispetto a questi temi”.  width=
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