Rapporto Ismea Qualivita 2022. Nella Dop economy vino da record con 11,2 miliardi e formaggi su del +13%

Il XX Rapporto Ismea-Qualivita racconta una dop economy italiana in piena forma. Ecco un focus sulle principali categorie di Dop e Igp italiane e le loro performance.

25 Nov 2022 - 11:27
Rapporto Ismea Qualivita 2022. Nella Dop economy vino da record con 11,2 miliardi e formaggi su del +13%
I dati del XX Rapporto Ismea-Qualivita ci raccontano una Dop economy italiana più viva che mai, con un valore complessivo alla produzione pari a 19,1 miliardi di euro (+16,1% su base annua) e un export da 10,7 miliardi di euro (+12,8%). Ve ne abbiamo parlato nel nostro articolo dedicato: La Dop Economy italiana vale 19,1 miliardi di euro Ora vediamo nel dettaglio la performance dei diversi prodotti, parlando di: vino, formaggi, prodotti a base di carne, prodotti ortofrutticoli, aceti balsamici, olio di oliva, carni fresche, "paste alimentari, panetteria e pasticceria e altre categorie".

Vino

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Il 2021 è un anno record per il vino italiano DOP IGP, grazie al lavoro di 113.241 operatori organizzati in 124 Consorzi di tutela. La produzione imbottigliata sfiora i 27 milioni di ettolitri per un +10,9% su base annua, con andamento simile fra DOP e IGP. Il valore dell’imbottigliato supera 11,16 miliardi di euro e segna un +21,2% su base annua, attribuibile soprattutto ai vini DOP (+22%) rispetto alle IGP (+16%) e con le grandi denominazioni che trainano la crescita. Le esportazioni nel 2021 raggiungono 6,29 miliardi di euro per una crescita del +13,0% in un anno. Valori record da attribuire al recupero dei prezzi dopo i cali del 2020, alla ripresa di alcuni canali di distribuzione e all’incremento dell’export che hanno indotto la crescita del valore di molte denominazioni e, infine, a un’impennata dei costi nella parte finale dell’anno che ha generato un aumento dei prezzi. In Veneto si concentrano oltre 4,38 miliardi € e, sopra il miliardo, seguono Piemonte (1,23 miliardi €) e Toscana (1,18 miliardi €). I primi vini per valore sono Prosecco DOP, Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP, Delle Venezie DOP, Asti DOP, Puglia IGP.

Formaggi

 width= La categoria dei formaggi conta 56 denominazioni e 24.659 operatori, per un valore alla produzione di 4,68 miliardi di euro in crescita del +12,8% in un anno. Cresce la produzione certificata e soprattutto il valore, trainato dalle grandi DOP, anche grazie alla ripresa della domanda con il progressivo ritorno alla normalità post-pandemia e le riaperture dell’Horeca. Dopo la buona tenuta nel 2020, prosegue la crescita delle esportazioni per i formaggi DOP IGP che raggiungono 2,38 miliardi di euro nel 2021 con un +15,4%. Emilia-Romagna (1,61 miliardi €) e Lombardia (1,40 miliardi €) generano un’ampia fetta del valore, seguite da Campania (447 milioni €), Veneto (398 milioni €), Sardegna (311 milioni €) e Piemonte (301 milioni €). Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Parmigiano Reggiano DOP, Grana Padano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Gorgonzola DOP e Pecorino Romano DOP, tutte in crescita sul 2020.

Prodotti a base di carne

 width= I prodotti a base di carne contano 43 denominazioni e 3.521 operatori per un valore di 1,95 miliardi di euro alla produzione (+4,6%). La categoria ha una lieve contrazione di quantità certificata ma cresce il valore alla produzione, sostenuto dall’aumento dei prezzi all’origine, con variazioni a due cifre per diverse DOP IGP. Dopo gli effetti negativi della pandemia nel 2020, soprattutto nei Paesi Extra-UE, si registra un recupero a doppia cifra per l’export che raggiunge 633 milioni di euro (+12,7%). In Emilia-Romagna si concentra oltre la metà del valore con più di 1 miliardo di euro; seguono Lombardia (342 milioni €), Friuli Venezia Giulia (335 milioni €) e Trentino-Alto Adige (117 milioni €). Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Prosciutto di Parma DOP, Mortadella Bologna IGP, Prosciutto di San Daniele DOP, Bresaola della Valtellina IGP, Speck Alto Adige IGP.

Ortofrutticoli

 width= Gli ortofrutticoli DOP IGP contano 121 denominazioni e 21.249 operatori che generano un valore di 384 milioni di euro alla produzione (-1,8%). I dati sono in crescita per la quantità certificata, anche se la contrazione dei listini medi all’origine per alcune grandi IG (mele, in particolare) determina la riduzione del valore della produzione. Le principali sottocategorie sono: mele (187 milioni €, -13%), ortaggi (50 milioni €, +22%), frutta in guscio (37 milioni €, +22%), agrumi (36 milioni €, -7%) e frutta estiva (32 milioni €, +7%). Le esportazioni valgono 150 milioni di euro, con una flessione del -15,4% sull’anno precedente. In Trentino-Alto Adige si generano circa 181 milioni di euro, a cui seguono Sicilia (58 milioni €), Piemonte (30 milioni €) e Campania (25 milioni €).

Aceti Balsamici

 width= Il settore degli aceti balsamici conta 3 denominazioni e 645 operatori che generano un valore di 407 milioni di euro alla produzione (+10,7%). Gli aceti balsamici registrano un recupero a doppia cifra per la produzione certificata e il valore dopo lo stop nel 2020: la stabilità dei prezzi medi garantisce ottimi risultati, con la categoria che è terza in valore nel settore delle DOP IGP. L’export vale 934 milioni di euro, interessa il 92% della produzione certificata degli aceti balsamici e rappresenta il 21% delle esportazioni in valore del comparto cibo DOP IGP nel suo complesso. Il comparto è territorialmente limitato alle province di Modena e Reggio nell’Emilia ed è guidato dall’Aceto Balsamico di Modena IGP cui seguono l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP.

Oli di oliva

 width= La categoria degli oli di oliva conta 49 denominazioni e 23.147 operatori che generano un valore di 91 milioni di euro alla produzione (+27,9%). A due anni di calo consecutivi, segue nel 2021 una crescita consistente della quantità certificata e del relativo valore economico per la maggior parte delle principali denominazioni DOP e IGP, soprattutto con il recupero del Terra di Bari DOP dopo il crollo di prodotto certificato nel 2020. Prosegue la tendenza registrata negli ultimi anni che vede crescere il valore delle IGP regionali, anche se resta ancora marginale il peso del comparto DOP IGP sul settore dell’olio nazionale. L’export che vale 66 milioni di euro interessa il 38% della produzione certificata DOP IGP. In Toscana (29 milioni €), Puglia (22 milioni €) e Sicilia (19 milioni €) si concentra circa il 77% del valore totale della categoria degli oli certificati. Le prime cinque filiere per valore sono Toscano IGP, Terra di Bari DOP, Val di Mazara DOP, Sicilia IGP e Riviera Ligure DOP.

Carni fresche

 width=Le carni fresche DOP IGP contano 6 denominazioni e 10.406 operatori che generano un valore di 98 milioni di euro alla produzione (+6,9%). Nel 2021 aumenta la quantità certificata di carni DOP IGP e, con la rivalutazione dei prezzi, anche il valore che aveva mantenuto una certa stabilità nel 2020 torna a crescere in maniera piuttosto marcata. La domanda domestica più vivace e la riapertura dell’Horeca ha indotto buoni risultati per le DOP IGP bovine, suine e ovine che, seppure con valori ancora esigui, crescono anche sul fronte export che raggiunge 12 milioni di euro (+26,1%) e coinvolge il 9% della produzione certificata. In Sardegna (35 milioni €) e Toscana (20 milioni €) si concentra oltre la metà del valore totale della categoria e seguono Umbria (10 milioni €) e Marche (10 milioni €). Le denominazioni, per ordine di valore generato, sono Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, Agnello di Sardegna IGP, Agnello del Centro Italia IGP, Abbacchio Romano IGP e Cinta Senese DOP.

Paste alimentari, panetteria e pasticceria, altre categorie

 width=Le paste alimentari consolidano i risultati degli ultimi anni e si affermano come 5° categoria in assoluto per valore alla produzione con 246 milioni di euro e 4° categoria per l’export con 202 milioni di euro, grazie alla Pasta di Gragnano IGP che si conferma fra le prime 10 IG italiane per valore nel comparto cibo. Ottimi segnali per i prodotti della panetteria e pasticceria che raggiungono un valore alla produzione di 100 milioni di euro per un +22,3% su base annua, con buoni risultati soprattutto per i Cantuccini Toscani IGP (+55%), ma diffusi per tutte le denominazioni a partire dalla Piadina Romagnola IGP che, con 52 milioni di euro, guida la categoria, e con crescite per Pane Toscano DOP (+20%), Ricciarelli di Siena IGP (+45%), Panforte di Siena IGP (+63%), Pane di Altamura DOP (+19%) e Focaccia di Recco col Formaggio IGP (+49%). Fra le altre categorie (12 milioni €) bene soprattutto il Cioccolato di Modica IGP (5,8 milioni €, +75%) e Pesci e molluschi (+41%).
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