Rapporto Ristorazione 2021 di Fipe. Seconda parte: le aspettative e i trend del 2022

Fipe-Confcommercio ha presentato il rapporto 2021 sullo stato di salute della ristorazione italiana. Ecco la seconda parte con il focus dedicato alle prospettive per il 2022 e con le opinioni dei professionisti del settore.

24 Marzo 2022 - 06:13
Rapporto Ristorazione 2021 di Fipe. Seconda parte: le aspettative e i trend del 2022
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/03/Rapporto-Ristorazione-2021-di-Fipe.-Seconda-parte-le-aspettative-e-i-trend-del-2022.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] Fipe-Confcommercio ha presentato il rapporto 2021 sullo stato di salute della ristorazione italiana. Dopo il nostro focus dedicato all'anno passato, tra le aspettative e le delusioni, ecco aprirci ai dati per il 2022 con le prospettive al netto però della guerra in Ucraina. Le attese sono generalmente positive. Il 57,5% dei pubblici esercizi prevede un aumento dei ricavi rispetto al 2021 ma non mancano valutazioni negative tra chi, al contrario, prevede un calo del fatturato (10,1%) o addirittura non ha alcun obiettivo quasi a prefigurare il rischio chiusura (2,6%).  width= A condizionare negativamente le prospettive di crescita nel 2022 è soprattutto l’aumento dei costi di gestione (62,9%), seguito dal perdurare delle restrizioni introdotte dal Governo per contrastare la pandemia (52,0%), da una domanda insufficiente sia dal punto di vista della clientela potenziale che della capacità di spesa.  width= Nell’ambito della filiera, il ritorno ai livelli pre-covid vede una sensibile maggioranza orientata a spostare più avanti il traguardo. Per il 60% l’obiettivo sarà centrato nel biennio 2023-2024. C’è tuttavia un buon 40% che ritiene raggiungibile l’obiettivo già nel corso di quest’anno.  width=

I prezzi

Proprio sull’inflazione si addensano le maggiori preoccupazioni delle imprese. Il 76,2% prevede nell’anno in corso un ulteriore aumento dei costi della bolletta energetica.  width= Una percentuale leggermente inferiore (72,5%) si aspetta anche un ulteriore aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.  width= Dinanzi ad un aumento dei costi e ad una valutazione non incoraggiante sulla propensione al consumo, meno di un’impresa su due sta pianificando misure per contrastare i rincari. Queste misure si concretizzano principalmente nel rialzo dei prezzi di vendita (33,6%) e nella scelta di fornitori più competitivi (28%). Per il 56,3% delle imprese non ci sarà alcun intervento sui listini né altro.  width= Eppure i consumatori già percepiscono un generalizzato aumento dei prezzi in bar e ristoranti.  width=

Consumi e consumatori

Sulla percezione degli imprenditori di un calo della propensione al consumo fuori casa va segnalato che al primo posto viene messo il fattore psicologico dovuto alla paura del contagio (45%). Deve far riflettere, tuttavia, il richiamo ad un cambiamento nello stile di vita che sta portando le persone a consumare meno fuori casa (44%) e, di nuovo, il carovita (43,7%) che significa riduzione del potere di acquisto da parte dei consumatori.  width= Lo stesso fenomeno osservato dal lato dei consumatori conferma l’importanza della paura del contagio nella propensione al consumo. Nel 2021 la paura di essere contagiati in bar, ristoranti e altri pubblici esercizi si è mantenuta più elevata ad inizio anno per poi diminuire durante il periodo estivo; se a febbraio 2021 circa 7 Italiani su 10 avevano dichiarato di aver paura di essere contagiati nel frequentare pubblici esercizi, a giugno 2021 la quota era scesa a 5 su 10. La paura è tornata a crescere solo a fine anno con l’incremento della contagiosità delle varianti ed è assai probabile che in questa prima parte del 2022 il trend di crescita si sia ulteriormente consolidato.  width= Preoccupa meno gli imprenditori lo smart working che pure resterà una delle principali eredità della pandemia sebbene con intensità più contenute.  width= Oltre il 76% degli imprenditori confida che, all’attenuarsi della pandemia, i consumatori torneranno a mangiare fuori casa come prima del Covid. Di questi il 30% ritiene che i consumi addirittura cresceranno. Risulta evidente come gli effetti psicologici determinati dalla paura del contagio anche tra la larghissima parte di popolazione che ha aderito pienamente alla campagna vaccinale rappresenti il vero collo di bottiglia per una duratura ripartenza dei consumi.  width= A seguito della pandemia la ristorazione sta affrontando cambiamenti importanti, riassumibili in cinque trend chiave che stanno caratterizzando il settore. Alcuni di questi trend sono congiunturali e tenderanno ad affievolirsi con il miglioramento della situazione pandemica; mentre altri sono più strutturali, derivanti dall’affermarsi di nuovi abitudini e modelli di consumo che erano già in atto (es. sostenibilità o delivery) o sono l’effetto diretto della pandemia (es. lavoro da remoto).  width= Gli operatori del settore dovranno adoperarsi nel gestire entrambe le fattispecie per garantire una reattiva ripresa nel breve termine e allo stesso tempo essere pronti alle nuove sfide del futuro.

Gli investimenti

Anche sul versante degli investimenti c’è qualche spiraglio positivo. Poco meno della metà dei pubblici esercizi (48,3%) ha dichiarato che farà investimenti nel corso del 2022 ed anche in questo ambito il saldo tra chi ritiene di investire di più e chi ritiene di investire di meno è ampiamente positivo.  width=

Focus sul Green pass

Una specifica riflessione va fatta su un tema che fino a qualche giorno fa era fonte di grande dialettica all’interno dell’opinione pubblica ma anche tra gli operatori. Si tratta del green pass introdotto nei pubblici esercizi fin dal 6 agosto 2021 e successivamente reso ancor più vincolante all’interno di queste imprese. Oltre il 72% delle imprese ha avuto qualche difficoltà con il green pass: in prevalenza si è trattato di clienti infastiditi dalla richiesta di controllo (33,9%) ma non manca chi gli attribuisce responsabilità dirette nel calo della clientela (28,1%).  width= Il green passa ha anche comportato alcune difficoltà organizzative per gestire i controlli all’ingresso dei locali. La pensa così oltre il 55% dei pubblici esercizi.  width= Green pass non significa solo controllo verso i clienti ma anche controllo da parte delle forze dell’ordine. Oltre la metà dei pubblici esercizi dichiara di aver subito controlli da parte delle autorità proprio in merito alle disposizioni sul green pass e di essere risultati in regola. Marginale, appena lo 0,8%, la quota di imprese controllate e sanzionate. Un dato in linea con il monitoraggio fornito dal Ministero dell’interno.  width= Diverse le ragioni per le quali gran parte degli imprenditori del settore (60,1%) giudicano inadeguata l’azione del Governo per la gestione della crisi dovuta alla pandemia.  width=
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