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Tar del Lazio boccia il ricorso: sì all’origine del grano in etichetta

Ieri il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensione del decreto ministeriale che prevede l’entrata in vigore, entro febbraio 2018, di un nuovo tipo di etichettatura contenente informazioni sull’origine del grano utilizzato per la produzione della pasta. I consumatori, di fatto, avevano richiesto a gran voce di poter essere maggiormente informati sulla provenienza […]

Redazione - Pubblicato il 23 Novembre 2017 alle ore 13:35
Categoria: Attualità

Ieri il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensione del decreto ministeriale che prevede l’entrata in vigore, entro febbraio 2018, di un nuovo tipo di etichettatura contenente informazioni sull’origine del grano utilizzato per la produzione della pasta.
I consumatori, di fatto, avevano richiesto a gran voce di poter essere maggiormente informati sulla provenienza delle materie prime e degli alimenti, come evidenzia la consultazione pubblica sull’argomento voluta dal Governo.
E così sarà poiché le nuove etichette dovranno indicare in posizione visibile sia il Paese in cui il grano viene coltivato che quello in cui viene macinato.

La bocciatura del ricorso proposto dai pastai è vista come un successo dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che si ritiene soddisfatto per il salvataggio di questo importante provvedimento, che tutelerà sia i consumatori che il Made in Italy.
Reazioni positive anche da Coldiretti; il presidente Roberto Moncalvo ha infatti dichiarato: “Prendiamo atto con soddisfazione che la Magistratura ha riconosciuto il primato degli interessi dell’informazione dei cittadini su quelli economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli italiani che chiedono trasparenza. Non si può impedire ai consumatori di conoscere la verità privandoli di informazioni importanti come quella di sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in pre raccolta con il glifosate, accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano”


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