Un segnale di attenzione da Cop26 alla risorsa acqua

La COP26 di Glasgow chiude con un segnale importante di attenzione anche alla risorsa acqua, uno degli elementi strategici per combattere il cambiamento climatico.

16 Nov 2021 - 09:30
Un segnale di attenzione da Cop26 alla risorsa acqua

La COP26 di Glasgow, benché sbilanciata sul tema dell’energia per le fortissime implicanze economiche e geopolitiche, chiude con un segnale importante di attenzione anche alla risorsa acqua, uno degli elementi strategici per combattere il cambiamento climatico.

Per la prima volta è stato avviato un padiglione sull’acqua che nel contesto della conferenza ha ospitato discussioni sulla scarsità di acqua e sul cambiamento climatico; e, sempre per la prima volta, è stata creata un’alleanza come spazio di sensibilizzazione, condivisione di esperienze e indicazioni su come impostare e perseguire un'agenda globale integrata per l'acqua e il clima.

Il “Water pavillon” la “Water and Climate Coalition” vedono così i governi e le agenzie delle Nazioni Unite riunitesi alla COP26 di Glasgow formare un tavolo di discussione e una coalizione per l'acqua e il clima, per affrontare i crescenti rischi e la riduzione delle riserve, in particolar modo per quei paesi che sono già hotspot climatici, come anche l’Italia sta diventando.

Guidata dai presidenti di Tagikistan e Ungheria, la coalizione cercherà di attuare le riforme che, secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite, sono necessarie nella gestione globale delle risorse idriche.

Un segnale a dimostrazione che l’acqua rivestirà un peso sempre più centrale nei futuri negoziati, a partire da COP27 in Egitto e che coinvolgerà da vicino attori pubblici e privati.

A questi primi, ma significativi segnali di crescita di attenzione alla risorsa acqua per il futuro di tutta l’umanità plaude la Community Valore Acqua per l’Italia che proprio all’acqua, alla sua gestione e agli impatti ambientali, sociali ed economici per il nostro Paese si dedica da tre anni a questa parte. Creata e coordinata da The European House – Ambrosetti, vi partecipano i più importanti attori[1] della filiera idrica: la Community rappresenta infatti oltre 6 miliardi di Euro di fatturato nella gestione della risorsa acqua, più di 14.000 lavoratori, oltre 164.000 km di rete idrica servendo più della metà degli abitanti italiani.

L’allarme lanciato dalla Community nei giorni di COP 26 mirava a richiamare attenzione sulla centralità dell’acqua nella sfida al cambiamento climatico e sull’insufficienza delle risorse stanziate dal PNRR per affrontare gli interventi di adattamento climatico richiesti dalla COP26 delle Nazioni Unite.

Di seguito riassumiamo i dati da cui muove l’allarme: rappresentano le prime anticipazioni sul Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia 2022 in preparazione dalla Community in vista della Giornata Mondiale dedicata all’”oro blu” del prossimo 22 marzo.

Anticipazioni del Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia 2022

A livello mondiale si stima che, al 2030, il 40% della popolazione mondiale vivrà in condizioni di stress idrico. Le cause? Da un lato l’aumento della popolazione e della produzione alimentare da agricoltura irrigua (+50% entro metà secolo), dall’altro l’inquinamento e l’impatto globale del clima. La crescente siccità e gli aumenti di temperatura ridurranno la disponibilità di acqua in molte regioni del pianeta, i cosiddetti hotspot climatici, dove i fenomeni di riscaldamento o eventi meteo catastrofici sono più intensi.

Lo stress idrico è un fenomeno che interessa anche l’Italia e diventerà sempre più rilevante nel futuro, rendendo anche il Paese un hotspot.  È pertanto sempre più urgente dedicare al tema della risorsa acqua la massima attenzione e le giuste risorse che risultano al momento ancora insufficienti: è l’allarme lanciato nei giorni della conferenza di Glasgow dalla Community Valore Acqua per l’Italia e da The European House – Ambrosetti che la coordina.

Vengono anticipati in questi giorni i primi, significativi dati del lavoro della Community che culminerà con la presentazione del Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia il prossimo 22 marzo 2022, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Alla sua 3° edizione, il Libro Biancoaffronta, da un lato, tutti gli aspetti problematici della gestione della risorsa acqua e, dall’altro, valorizza le caratteristiche che la rendono un importante driver di competitività e sviluppo industriale sostenibile fino ad avanzare proposte per il Governo e il sistema-Paese. Il Libro approfondisce lo scenario di riferimento del settore nel mondo, in Europa e in Italia e si conferma la prima e più completa mappatura della filiera estesa dell'acqua in Italia sotto tutti gli aspetti di impatto: ambientali, sociali ed economici.

Uno dei dati rilevanti che emerge dalle prime analisi dell’edizione 2022 è proprio lo stress idrico derivante dalla crescita di eventi metereologici estremi legati all’acqua. Sono ben 546 i comuni italiani che nell’ultimo decennio hanno subito impatti rilevanti per piogge torrenziali e fenomeni di dissesto conseguenti. Nello stesso periodo 2010-2020 si sono verificati 375 stop a infrastrutture critiche, 448 allagamenti e 129 esondazioni fluviali.

Il dato peggiore si registra nell’estate 2020, caratterizzata da una media di 7 eventi estremi legati all’acqua ogni giorno, tra ondate di calore, nubifragi e grandinate, con impatti ingenti sul settore agricolo. Un segnale preoccupante di una tendenza in crescita, destinata inevitabilmente a rafforzarsi almeno fino a metà secolo, se non vengono presi provvedimenti urgenti.

Ma se l’eccesso di acqua è un fattore critico, la scarsità idrica in molte zone del Centro e del Sud Italia, – ma non sono escluse zone settentrionali – è altrettanto preoccupante. A livello mondiale si stimano circa 10 miliardi di Dollari di danni economici legati alla siccità. Per l’Italia le stime rimangono incerte, ma il perdurante gap Nord-Sud, definito anche con il termine Water Service Divide, rende molto più complesso garantire una gestione efficiente e sostenibile della risorsa. Le cause principali, secondo il Libro Bianco, sono da ricercarsi nelle caratteristiche idrografiche del territorio non rispecchiate dai confini amministrativi dei bacini e nella governance frammentata (numero limitato dei gestori industriali e presenza pervasiva degli enti locali).

Altri elementi di criticità rimangono le infrastrutture obsolete e la mancanza di una gestione industriale (in buona parte operata direttamente dai comuni in economia e molto parcellizzata) che non permette di mettere a sistema le competenze e il coordinamento delle esigenze idriche territoriali.

Serve dunque rendere più resiliente l’intera infrastruttura idrica nazionale, per sostenere le pratiche di adattamento climatico chieste dalla COP26 delle Nazioni Unite sul clima, che ne ha ribadito più volte la centralità. In questo senso dovrebbe venire in aiuto il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) che nella missione “Rivoluzione verde” alloca fino al 2026, circa 7,8 miliardi di Euro, pari a 1,3 miliardi all'anno, riconducibili alla risorsa idrica (gestione del rischio alluvionale e idrogeologico, sicurezza dell'approvvigionamento idrico, riduzione delle perdite, monitoraggio e previsione dei cambiamenti climatici, ecc.).

Tuttavia, per raggiungere un livello minimo di investimenti atti a garantire una copertura delle attuali criticità, la Community Valore Acqua per l’Italia stima che sarebbero necessarie risorse aggiuntive pari a circa 4 miliardi di Euro all'anno (tre volte in più di quanto attualmente stanziato dal PNRR), incarnando una richiesta spinta sia dal mondo imprenditoriale che dalle associazioni.

Dei quasi 8 miliardi di Euro, 4,4 miliardi sono allocati dal PNRR per il servizio idrico, equivalenti a 730 milioni addizionali all'anno, pari solo al 20% dell'ammontare necessario per allinearsi alla media europea degli investimenti nel settore.

Anche per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico i 3 miliardi di Euro previsti sono largamente insufficienti. A titolo esemplificativo, l’ammontarerichiesto dalle Regioni per far fronte ai danni causati da calamità naturali è stato di 6 miliardi di Euro solo nel 2019.

Oltre alle criticità economiche sopra evidenziate è indispensabile intervenire con un significativo snellimento delle oggi complesse procedure burocratiche che spesso ostacolano il tempestivo sviluppo dei progetti. A titolo esemplificativo, i tempi per la fase di progettazione di un’opera idrica dovrebbero essere di 590 giorni, mentre quelli effettivi raggiungono 1.080 giorni, quasi il doppio. Il risultato è che i tempi medi per la realizzazione delle opere idriche risultano superiori alla media italiana di circa 8 mesi, per un totale di 5,2 anni.

È ormai evidente che, oggi più che mai, l’Italia è chiamata a sostenere un impegno crescente per risolvere il gap infrastrutturale che caratterizza la filiera estesa dell’acqua. L’efficientamento in chiave sostenibile della filiera estesa dell’acqua deve necessariamente rientrare tra le priorità delle politiche economiche e sociali dell’Europa e dei suoi Stati membri.

La Community Valore Acqua per l’Italia

La Community Valore Acqua per l’Italia è una piattaforma multi-stakeholder istituita da The European House – Ambrosetti nel 2019 sulla gestione della risorsa acqua come driver di competitività e sviluppo industriale sostenibile, con l’obiettivo di avanzare proposte al Governo e al sistema-Paese. Sono membri della Community A2A, ACEA, Acquedotto Pugliese, Celli Group, Hera, Iren, MM, SMAT, ANBI – Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, Schneider Electric, SIT Group, SOTECO, RDR, Consorzio Idrico Terra di Lavoro, Brianzacque, Padania Acque, Maddalena, IWS, Fisia Italimpianti, SIAM, Alfa Varese, Irritec e Livenza Tagliamento Acque. Complessivamente la Community Valore Acqua rappresenta oltre 6 miliardi di Euro di fatturato nella gestione della risorsa acqua, oltre 14.000 lavoratori, più di 164.000 km di rete idrica servendo più della metà degli abitanti italiani.


[1] Ad oggi, sono partner della Community A2A, ACEA, Acquedotto Pugliese, Celli Group, Hera, Iren, MM, SMAT, ANBI – Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, Schneider Electric, SIT Group, SOTECO, RDR, Consorzio Idrico Terra di Lavoro, Brianzacque, Padania Acque, Maddalena, IWS, Fisia Italimpianti, SIAM, Alfa Varese, Irritec e Livenza Tagliamento Acque.

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