Vinitaly. Unicredit e Nomisma presentano l'indagine sulle regioni del vino

Continua il percorso di analisi sul posizionamento competitivo delle filiere agroalimentari di Nomisma-Unicredit: è la volta della declinazione territoriale, con la classifica delle Regioni del Vino.

11 Apr 2022 - 08:02
Vinitaly. Unicredit e Nomisma presentano l'indagine sulle regioni del vino
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Continua il percorso di analisi sul posizionamento competitivo delle filiere agroalimentari avviato da Unicredit e Nomisma, che dopo aver presentato nel corso del Vinitaly Special Edition di ottobre 2021 il super-indice Agri4Index dedicato al rating della filiera vitivinicola italiana rispetto ai competitor europei, illustrano oggi la declinazione territoriale della ricerca, focalizzata sullo scoring delle Regioni del Vino.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro di interventi della banca a supporto del settore vitivinicolo italiano: nel corso dell’evento organizzato oggi presso il Vinitaly verranno presentate anche le evidenze emerse nel percorso “Road to Vinitaly” organizzato dalla banca con la realizzazione di 8 tavoli di confronto territoriali con imprenditori, esperti del settore, referenti di Consorzi di Tutela e associazioni di rappresentanza.

L’evento di oggi ha visto l’intervento introduttivo di Niccolò Ubertalli (Responsabile UniCredit Italia) e la presentazione dello studio a cura di Denis Pantini (Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma); sono poi seguiti due momenti di confronto, il primo dedicato al ruolo delle istituzioni, con la partecipazione di Stefano Bonaccini (Presidente Regione Emilia Romagna), Luca Zaia (Presidente Regione Veneto) e Paolo De Castro (Europarlamentare e Presidente Comitato Scientifico di Nomisma), e il secondo animato direttamente da protagonisti del comparto vinicolo italiano Luca Giavi (Direttore Consorzio di Tutela del Prosecco Doc), Alberto Tasca (A.D. Tasca d’Almerita), Sandro Cavicchioli (Cantine Riunite & CIV) e Francesca Poggio (Il Poggio di Gavi).

Dichiara Niccolò Ubertalli, Responsabile UniCredit Italia: “Il settore vitivinicolo italiano si trova oggi ad affrontare nuove, e imprevedibili sfide, come testimoniato dagli imprenditori con cui ci siamo confrontati in 8 tavoli regionali in un percorso di avvicinamento al Vinitaly. Penso al contesto geopolitco, che ha prodotto un impatto per l’export di vino di oltre 400 milioni di euro per le imprese del nostro Paese, o all’impennata dei prezzi delle commodity. Per questo UniCredit ha deciso di intensificare il proprio sforzo a supporto del mondo del vino italiano che già oggi sosteniamo con impieghi per 900 milioni di euro. In questa logica rientra il plafond straordinario di 1 miliardo di euro da noi stanziato per aiutare le imprese agricole a far fronte alle crescenti spese correnti. Oltre a ciò, abbiamo elaborato soluzioni specifiche per il settore e per le singole realtà territoriali, come il programma 'Basket Bond di filiera', che ha portato UniCredit nei mesi scorsi a sottoscrivere, come prima tranche di un piano da 200 milioni di euro, obbligazioni emesse da imprese vitivinicole”.

Per quanto riguarda Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma: “lo studio che abbiamo realizzato sulle regioni italiane del vino ha messo in luce le diversità e specificità che connotano i modelli produttivi a livello territoriale ma che si trovano oggi ad affrontare un medesimo scenario di mercato, sempre più complicato e dominato da numerose incertezze. Uno scenario che richiede maggiori competenze, cambi nella cultura aziendale delle imprese e soprattutto nuovi strumenti a supporto dei produttori per affrontare questi cambiamenti”.

E in merito a nuovi strumenti a supporto delle imprese vinicole, Paolo De Castro, europarlamentare e Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma ricorda che “con la nuova PAC e il riconoscimento delle Organizzazioni Interprofessionali per area economica, abbiamo messo in sicurezza le norme sulla gestione dell’offerta, dando ai Consorzi di Tutela e ai territori vinicoli italiani importanti strumenti di programmazione produttiva; in questo modo, i produttori regionali di vini ad indicazione geografica avranno uno strumento in più a disposizione per affrontare le incertezze dei mercati”.

L’analisi

L’analisi di oltre 60 indicatori (produttivi, strutturali, economici e di mercato) necessari alla formulazione dello scoring, ha messo in luce vocazione e specificità delle regioni vinicole italiane che rappresentano un patrimonio di valori socio-economici in grado di generare benessere per le comunità locali e nello stesso tempo rappresentare fattori di competitività e distintività nel mercato globale. A valle della ricerca è emerso come, rispetto ad uno scoring di competitività della filiera vitivinicola italiana pari a 68, siano 6 le regioni che si posizionano sopra a tale media: Veneto (89), Toscana e Trentino Alto Adige (77), Piemonte (72), Sicilia (69) ed Emilia Romagna (68, valore analogo alla media nazionale). Più nel dettaglio si può rilevare che, se il Veneto primeggia nelle dimensioni strutturali e produttive (prima regione per estensione del vigneto, produzione di vino, numero di viticoltori) oltre che nel contributo al fatturato complessivo del settore (36%), la Toscana presenta la percentuale di valore aggiunto su fatturato più alta (31%) tra le regioni, indicatore che esprime una maggior integrazione verticale delle imprese vinicole (produzione sia di uva che di vino). Ancora, rispetto ai modelli imprenditoriali ed organizzativi, l’Emilia Romagna esprime il fatturato medio per cooperativa vinicola più elevato (circa 37 Milioni di euro per cooperativa) mentre va alle Marche il primato per le aziende viticole specializzate con l’estensione media più rilevante (17 ettari di vigneto) e restando in ambito agricolo, Veneto e Liguria rappresentano invece le regioni con l’incidenza più alta di aziende viticole condotte da giovani (rispettivamente 17% e 13% del totale). Le regioni dell’arco alpino (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Piemonte) sono quelle con la percentuale più alta di produzione di vini Dop sul totale regionale (oltre l’80%), mentre spetta a Calabria e Marche l’incidenza più elevata del vigneto bio su quello regionale (39% e 36%). Sul fronte delle performance di mercato, il Veneto si conferma prima regione esportatrice con 2,5 miliardi di euro di vino venduto all’estero (il 35% del totale Italia), ma sono Lazio e Puglia (tra le regioni con almeno 50 Milioni di valore all’export) a registrare l’incremento più significativo nel corso degli ultimi cinque anni (rispettivamente +53% e +46%). Nel mercato nazionale, invece, la Toscana primeggia per incidenza nelle vendite di vini fermi Dop in GDO (16% del valore totale) anche se è la Valle d’Aosta ad evidenziare il prezzo medio più elevato a scaffale (12,3 euro/litro contro una media nazionale di 5,65 euro).
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