Xylella: da un fungo la soluzione per contrastare il proliferare del batterio

21 Giu 2019 - 03:30
Un fungo potrà contrastare il proliferare della Xylella, il batterio che stermina gli olivi. Si tratta della Beauveria bassiana, il cui prodotto è stato testato sugli ulivi causando una diminuzione del 54% del numero di spumine totali trattate, dell'82% del numero delle larve totali contate e del 67% del numero medio di larve per spumina. Il fungo agisce penetrando la cuticola degli insetti e sviluppando poi i componenti del corpo vegetativo all'interno del corpo dell'insetto, dove produce tossine. Il microhabitat della schiuma prodotta dalle larve si è probabilmente dimostrato un buon substrato per la sua proliferazione perché per proliferare ha bisogno di umidità. I risultati sono stati resi noti in seguito a una serie di indagini scientifiche condotte dai ricercatori dell'Istituto di Biotecnologie del Cnr resi noti nei giorni scorsi presso la sede della Coldiretti di Pisa durante la riunione della task force del progetto europeo 'Life-Resilience – Pratiche agricole sostenibili per prevenire la Xylella fastidiosa negli impianti intensivi olivicoli e mandorlicoli'. xylella Lo studio è stato condotto negli oliveti del Cnr presso l'azienda agricola sperimentale Santa Paolina a Follonica (Grosseto), in un oliveto privato con impianto intensivo a Marina di Grosseto e presso l'azienda agricola La Traversagna, a Vecchiano (Pisa). Secondo Italia Olivicola, la più importante organizzazione dell’olivicoltura italiana, sono 4milioni gli alberi morti, 50.000  gli ettari desertificati e il 10% l'olio perso a causa della xylella. Ogni anno sono stati perse 29mila tonnellate di olio per un totale di 390 milioni di euro di mancata produzione. Gli ettari di oliveti secchi, sempre secondo Italia Olivicola, sono tra Lecce (40mila ettari, il 50% del totale della provincia), Brindisi (10mila ettari, il 15%) e Taranto (3,5mila pari al 10%). La disastrosa gestione dell'emergenza Xylella ha colpito non solo i vivaisti olivicoli pugliesi ma l'intero comparto florovivaistico nazionale. Il calo delle importazioni, infatti, coinvolge anche produttori che commerciano specie estranee al batterio. La Xylella sta, inoltre, causando anche un enorme danno ambientale per i fenomeni di desertificazione e di intrusione salina, che in Puglia stanno portando alla perdita di suolo fertile per mancanza degli ulivi, secolare garanzia della sua produttività.
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