Xylella: un decreto vuole multe salatissime per chi non estirpa

1 Marzo 2019 - 04:30
Una sanzione amministrativa da 516 a 10.320 euro colpirà il proprietario o detentore di terreni con piante colpite da Xylella che omette di farne denuncia all'Autorità competente. È quanto prevede la bozza del decreto sulle ''Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agricole'', nella quale è previsto anche l'abbattimento di piante monumentali solo previa autorizzazione dell'ente fitosanitario. Secondo quanto si legge nella bozza, i Servizi fitosanitari di territorio devono attuare tutte le misure ritenute necessarie per evitare la possibile diffusione della malattia. Anche sui materiali di imballaggio, i recipienti, sui macchinari o su quant'altro possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi. L'accertamento della presenza delle infezioni da Xylella, mediante prelievo di campioni di materiale vegetale, deve essere effettuato da parte di laboratori di analisi accreditati dagli enti competenti del territorio. In caso di irreperibilità dei proprietari, gli ispettori sanitari possono comunque accedere ad aree e fondi privati. La Xylella Fastidiosa è un batterio che vive all’interno del legno e che ostruisce le “vene” in cui scorre la linfa delle piante, facendole seccare. Viene portato da una pianta all’altra da alcuni insettini che pungono le piante per succhiarvi la linfa, come la mosca sputacchina (si chiama così per le bollicine di “saliva” sulla corteccia) oppure alcune varietà di cimici. La Xylella ha fatto la sua comparsa tra gli uliveti della Puglia nel 2013. In Puglia sono ormai quasi tremila gli ulivi infetti nella cosiddetta fascia di contenimento (nel 2015 erano pochi esemplari). Le attività di monitoraggio sono molto intense, ma i ricorsi al Tar contro il taglio degli alberi rallentano la rimozione delle piante malate, aumentando il rischio di contagio. All’interno della zona infetta da Xylella rimangono le intere province di Lecce e Brindisi, il comune di Locorotondo e alcuni comuni nella provincia di Taranto, inclusi tutti quelli confinanti con la provincia di Brindisi. Nella zona infetta sono stati individuati i focolai del batterio. Nella zona di contenimento rientrano i comuni di Fasano, Cisternino e Locorotondo. Per altri comuni nelle province di Taranto e Brindisi si verifica uno stato di coesistenza fra zona contenimento e cuscinetto
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