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Inventato un sensore dentale che controlla ciò che mangiamo

I ricercatori della Scuola di Ingegneria dell’Università Tufts, una università privata nei pressi di Boston, hanno pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Advanced Materials nel quale si dà notizia dell’invenzione di un sensore miniaturizzato che, una volta messo sui denti, permette di monitorare ciò che si mangia. Moltissimi i possibili impieghi per la ricerca e gli […]

Redazione - Pubblicato il 30 Marzo 2018 alle ore 6:45
Categoria: Attualità Categoria: Salute Categoria: Tecnologia & Innovazione

I ricercatori della Scuola di Ingegneria dell’Università Tufts, una università privata nei pressi di Boston, hanno pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Advanced Materials nel quale si dà notizia dell’invenzione di un sensore miniaturizzato che, una volta messo sui denti, permette di monitorare ciò che si mangia. Moltissimi i possibili impieghi per la ricerca e gli utilizzi per scopi medici, data la possibilità di tenere sotto controllo tutto ciò che accade nel cavo orale.
Questo nuovo strumento, una volta montato sui denti in modalità wirless trasmette informazioni sull’assunzione di glucosio, sale e alcol.
Non sono utilizzati elementi esterni come paradenti o cavi – utilizzati per versioni precedenti di sensori che svolgono lo stesso compito – che necessitano di frequenti sostituzioni per adattare il sistema al dente poiché l’apparecchio, largo due millimetri, si adatta flessibilmente sulla superficie del dente.
Tra le firme dei ricercatori anche quella dell’italiano Fiorenzo Omenetto nato a Varese e laureato a Pavia. Il tean ha lavorato a lungo a questo apparecchio, studiando anche altre possibilità per adattare il sensore ad altre parti del corpo come la pelle, il cervello, gli impianti chirurgici.
Il team dei ricercatori spiega che il principale utilizzo riguarda il supporto alla dieta. Ogni sensore è costituito da tre strati sovrapposti che hanno il compito uno di rilevare l’alimento, gli altri due da fungere come trasmettitori.
Attraverso un dispositivo, tablet o smartphone, è possibile decriptare i messaggi ed utilizzarli per quelle che sono le esigenze dello studio. Testando l’invenzione su loro stessi, i ricercatori hanno notato che il sensore, a seconda dell’alimento ingerito, dall’acqua ai succhi di frutta alla zuppa salata, inviava segnali differenti.
Prossimo step ottimizzare il sensore per monitorare la quantità di cibo assunta e dunque le relative calorie. I ricercatori sono convinti che i sensori possono rilevare una grande quantità di informazioni, tra le quali nutrienti, sostanze chimiche e stati fisiologici, che possono aiutare nello studio delle diete e dei comportamenti dei singoli individui che stanno affrontando un cammino nutrizionale.


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