Istat: nel 2019 diminuiscono i viaggi degli italiani

12 Febbraio 2020 - 04:38
Istat: nel 2019 diminuiscono i viaggi degli italiani
L'Istat ha reso noti i dati sui viaggi dei residenti in Italia nel 2019. Dal report salta subito all'occhio  un dato negativo: si effettuano meno viaggi (-8,8%) rispett al 2018; la tendenza positiva, rappresentata nel triennio 2016-2018  subisce così un parziale arretramento, ma il numero di viaggi e di notti rimane ancora sopra i livelli registrati nel 2017. Di seguito alcuni dati estrapolati dal report completo che si può consulatare cliccando qui. Durante lo scorso anno i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in Italia sono stati 71 milioni e 883 mila, per un totale di 411 milioni e 155 mila pernottamenti. I viaggi per motivi di vacanza sono circa l’89% del totale, quelli per motivi di lavoro circa l’11%. Il 93,4% dei pernottamenti è dedicato alle vacanze (6,6% ai viaggi di lavoro). Il 49% dei viaggi e il 79,6% delle notti trascorse in viaggio riguardano vacanze “lunghe” (4 o più notti).  width= Nel 2019, le vacanze sono diminuite dell’8,4% e i viaggi di lavoro che nel 2018 avevano mostrato una crescita dopo dieci anni di andamento negativo, continuano a ridursi (-12,0%). Il decremento è maggiore per le vacanze brevi (-13,0% rispetto al 2018) mentre è meno consistente per le vacanze lunghe (-4,0%), che si mantengono oltre i 35 milioni. I pernottamenti subiscono un calo (circa il 5%) più accentuato per i viaggi di lavoro (-24,0%) i cui pernottamenti si attestano sui 26,9 milioni, contro i 35,5 milioni del 2018. Diminuiscono anche le notti trascorse in vacanza (-3,4%), trainate al ribasso dal calo di quelle per vacanze brevi (-10,4%) mentre i pernottamenti per vacanza lunga si mantengono sostanzialmente stabili.  width=I viaggi diminuiscono rispetto al 2018 soprattutto nella prima metà dell’anno, -16,4% nel trimestre invernale (-22,6% in termini di notti) e -10,2% in quello primaverile (-6,2% di notti). Di contro aumenta leggermente la durata media dei viaggi che si attesta a 5,7 notti, (6 per le vacanze). La durata media dei viaggi di lavoro scende invece a 3,5 notti (erano 4 nel 2018). Le vacanze lunghe continuano a prevalere (54,9% delle vacanze) su quelle brevi (45,1%), la maggior parte ha una durata compresa tra 4 e 7 notti (57,4%). Tra i viaggi di lavoro, si confermano prevalenti (17,0%) quelli svolti per partecipare a riunioni d’affari, pur diminuendo di circa il 26% rispetto al 2018. Il 16,4% dei viaggi di lavoro è dedicato a congressi, convegni o ad altri eventi, il 12,5% alle attività di rappresentanza, vendita, installazione o simili e il 10,7% alle missioni di lavoro. Nel 2019, queste quattro motivazioni spiegano oltre la metà dei viaggi per motivi professionali. viaggi, istatNel 2019, il 76,2% dei viaggi ha come destinazione una località italiana (-12,8% rispetto al 2018). Il Nord rimane l’area del Paese con più potere attrattivo (36,6% dei viaggi) sia per le vacanze, soprattutto se brevi (44,9%), sia per i viaggi di lavoro (39,5%). Il Mezzogiorno continua a registrare quote più elevate del Centro per le vacanze lunghe (27,1% contro 11,6%) e meno consistenti per le brevi (15,0% contro 27,1%) e per i viaggi di lavoro (15,2% contro 19,8%). I soggiorni all’estero (23,8%) sono in lieve crescita (+6,9%), in gran parte dovuta all’incremento degli spostamenti della componente straniera residente verso i luoghi di origine (+26,4%), prevalentemente per far visita a parenti e amici. Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia e Veneto e Trentino Alto-Adige sono le regioni più visitate che accolgono complessivamente il 52,7% dei viaggi interni, con quote che variano tra il 6,7% del Trentino Alto-Adige e il 10,7% della Toscana, che continua a essere la meta privilegiata per le vacanze nell’anno (11,2%), soprattutto se brevi (14,9%). Per lavoro si continua a viaggiare di più verso Lombardia e Lazio, dove si concentra complessivamente oltre il 40% dei viaggi d’affari in Italia. Per il secondo anno consecutivo, la Puglia (11,0%) è la regione più frequentata in occasione delle vacanze lunghe, specialmente durante il trimestre estivo (12,7%) e quello primaverile (11,9%), quando è seconda solo alla Toscana (12,2%). viaggi, istat

Il commento di Fipe

I dati negativi emersi dal report preoccupano Fipe, che già nei giorni scorsi - come Federalberghi - aveva invitato il governo a riflettere sulla proposta dell'aumento dell'Iva per ristoranti e alberghi (ve ne avevamo parlato ieri in questa news). Stamattina in una nota stampa, la Federazione ha ribadito le sue preoccupazioni: “I dati sul turismo degli italiani diffusi oggi dall'Istat dimostrano che il settore sta vivendo una situazione di difficoltà, esattamente come il resto della domanda interna. Discutere di aumentare le imposte sul turismo proprio in questo momento, rivedendo al rialzo l'Iva, significa mettere un’ulteriore zavorra alle possibilità di crescita del Paese. Un vero e proprio autogol”.

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