Sempre più italiani scelgono l'acqua del rubinetto, anche fuori casa
Aqua Italia presenta i dati della ricerca relativi alla propensione al consumo di acqua del rubinetto, anche nel fuori casa, ai tempi del Coronavirus
Aqua Italia (federata Anima - Confindustria) ha presentato un'edizione speciale della sua indagine biennale, volta a verificare l'andamento del consumo di acqua del rubinetto legate al Covid 19.
La Ricerca 2021 è stata realizzata in un’ottica di continuità metodologica con le precedenti - l’ultima del febbraio 2020 - per consentire un confronto omogeneo con le passate edizioni, aggiungendo un approfondimento specificatamente legato al tema pandemico.
L’indagine, realizzata da Open Mind Research su un campione di 2.000 individui maggiorenni e rappresentativi della popolazione italiana, si è occupata di verificare le dimensioni e il profilo sociodemografico di quanti negli ultimi 12 mesi hanno bevuto acqua del rubinetto trattata e non, a casa propria o fuori casa, e la frequenza di consumo, al fine di segmentare tra consumatori abituali e occasionali. Inoltre, ha analizzato le ragioni per cui gli individui bevono o che potrebbero convincere a bere l’acqua del rubinetto, compresa quella trattata negli esercizi commerciali, l’utilizzo di sistemi di affinaggio in famiglia e la relativa manutenzione periodica. Si è indagato anche sull’approccio e la conoscenza dei chioschi/casette dell’acqua sul territorio e su come ci si procura l’acqua da bere quando si è fuori casa, la preoccupazione per la presenza di sostanze contaminanti (farmaci, sostanze chimiche, ecc.) e la relazione tra la pandemia da Covid 19 e il consumo di acqua del rubinetto.Il quadro socioeconomico attuale e la pandemia hanno sensibilmente modificando le abitudini e i consumi degli italiani: l’82,7% della popolazione italiana ha bevuto acqua del rubinetto (trattata e non) negli ultimi 12 mesi, con un tasso di crescita sul 2020 di oltre il 5%. Circa la metà della popolazione maggiorenne italiana (47,3%) dichiara di bere sempre/quasi sempre l’acqua potabile del rubinetto in casa/fuori casa e si è evidenziato che nel corso del 2020 sono aumentati in modo significativo (+6,5%) i consumatori occasionali di acqua del rubinetto (35,4%). Nel periodo di pandemia il 13,5% degli intervistati dichiara che ha iniziato a bere più spesso l’acqua del rubinetto. Nel dettaglio, si conferma la maggiore presenza di chi beve l’acqua del rubinetto sempre/quasi sempre tra i residenti nelle aree Nord Ovest (49,4%) e Nord Est (57,1%), mentre si rileva una minore incidenza tra coloro che vivono nel Sud+Sicilia (40,9%), dove risulta più alta della media la percentuale di coloro che bevono acqua del rubinetto più raramente o mai (29,5% verso una media nazionale del 25,2%).
I motivi principali per i quali gli intervistati hanno dichiarato di bere l’acqua del rubinetto (trattata o non trattata) afferiscono principalmente all’“attenzione per l’ambiente” (27%), cioè evitare di trasportare e smaltire bottiglie di plastica, dato significativamente più rilevante rispetto agli anni precedenti (era il 12,3% nel 2018), alla “comodità nel disporne” (25,1%), alla consapevolezza che “l’acquedotto comunale fa maggiori controlli sull’acqua rispetto ai produttori dell’acqua in bottiglia” (23,4%), al “minor costo rispetto all’acqua in bottiglia” (21,3%) e “la bevo perché è buona” (20,2%).
Il 32,6% delle famiglie italiane dichiara di avere in casa almeno un sistema di affinaggio dell’acqua, tra questi sistemi, circa un terzo è rappresentato da caraffe filtranti (13,3%), a seguire i sistemi per l’eliminazione del cloro/altre sostanze (9,8%) e quelli che consentono anche la refrigerazione e gasatura dell’acqua (4,1%). Si rileva la presenza di almeno un apparecchio soprattutto nelle famiglie più numerose (46,2% nelle famiglie con 3 componenti, 42,4% nelle famiglie con 4 componenti, 46,6% nelle famiglie con 5 componenti e oltre) e nelle famiglie con il capofamiglia giovane (51,3% nelle famiglie con il capofamiglia con età fino a 34 anni). Tra tutti coloro che hanno un apparecchio di affinaggio dell’acqua, oltre un terzo (38,3%) ha sottoscritto un abbonamento per la manutenzione periodica. Oltre il 58% degli intervistati ritiene utile un incentivo statale per consentire l’acquisto di un sistema domestico per il trattamento dell’acqua del rubinetto, percentuale che cresce tra coloro che già possiedono almeno un apparecchio (68,4%).
Inoltre, si è indagato su quanto gli italiani siano propensi a bere acqua trattata del rubinetto fuori casa (alberghi, bar, ristoranti): il 22% degli intervistati la beve già e il 60,6% la berrebbe se gliela offrissero. In generale tra coloro che hanno già un’abitudine al consumo di acqua potabile si riscontra una maggiore consuetudine al consumo di acqua trattata negli esercizi commerciali, il 31,9% dichiara di “berla già” e il 60,2% dichiara che la berrebbe se venisse offerta. Per l’approvvigionamento dell’acqua da bere fuori casa, il 62,6% opta per l’acquisto di acqua in bottiglia (45,6% da bar/negozi e 17% da distributori automatici a pagamento) e il 48,9% porta l’acqua da casa.
Nel corso del periodo pandemico oltre il 50% degli intervistati dichiara di non avere cambiato le abitudini di consumo dell’acqua trattata al ristorante o al bar: 23,9% continua a bere acqua trattata, se proposta e il 30,5% preferisce continuare a bere l’acqua in bottiglia. Si osserva che circa il 29% degli intervistati dichiara di non essersi recato presso un bar/ristorante durante il 2020.
In merito alla preoccupazione degli italiani nei confronti della presenza di potenziali sostanze contaminanti, come ad esempio farmaci e sostanze chimiche, che non sono state ancora normate dalla legge italiana, il 24,7% si è dichiarato estremamente preoccupato e il 65,4% abbastanza preoccupato. Tra coloro che hanno già un’abitudine al consumo dell’acqua potabile del rubinetto, si riscontra una preoccupazione per i contaminanti chimici più bassa della media della popolazione (11,9% vs. 24,7%). Nel dettaglio, se analizziamo le aree di residenza della popolazione, possiamo osservare che la preoccupazione maggiore per i contaminanti come farmaci e prodotti chimici viene espressa tra gli abitanti del Sud/Sicilia (32,1% vs 24,7% della media della popolazione). Al contrario, coloro che risiedono nel Nord della penisola manifestano una preoccupazione più contenuta per questa possibilità (23,1% e 18,3% vs. 24,7%).
Sempre più Comuni mettono a disposizione dei propri cittadini, attraverso appositi chioschi/casette, acqua potabile trattata o non trattata, refrigerata e addizionata di anidride carbonica con l'obiettivo di valorizzare l'acqua potabile stessa. Si è verificato su quanti conoscano e beneficino di questo servizio: il 76,1% conosce questa opportunità e il 23,5% ne fa uso (22,8% nel 2020), confermando un’ascesa di quest’abitudine.
ASSOCIAZIONE AQUA ITALIA Associazione Costruttori Trattamento Acque Primarie Dalla seconda metà degli anni settanta, è l'associazione dei costruttori di impianti, accessori, componenti e prodotti chimici per il trattamento delle acque primarie (non reflue) per uso civile, industriale e per piscine. Fa parte di ANIMA Confindustria (Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine). Aderisce a AQUA EUROPA (Federazione Europea delle Associazioni per il trattamento dell'acqua) di cui è socio fondatore ed opera attivamente all'interno di numerosi comitati tecnici del CEN (Comitato Europeo di Standardizzazione) e dell'UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). Punto di riferimento per il legislatore, partecipa a gruppi di lavoro ministeriali e della Commissione Europea per la produzione di leggi, decreti e direttive. Tutela e promuove gli interessi del settore nazionale di riferimento. Lavora con le imprese associate alla diffusione della cultura dell’acqua con una forte attenzione ai temi della qualità dell’acqua, della conoscenza dei parametri chimico-fisici e microbiologici che la caratterizzano, dell’efficienza energetica, della sostenibilità ambientale. Svolge e sostiene numerose iniziative di informazione e divulgazione, come convegni e progetti di comunicazione a più ampio raggio dedicati sia ai player di mercato che al grande pubblico.
ANIMA Confindustria Meccanica Varia e Affine è l'organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 220.400 addetti per un fatturato di 44,5 miliardi di euro e una quota export/fatturato del 57,2% (dati 2020 Ufficio Studi Anima). I macrosettori rappresentati da ANIMA sono: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente.
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