NutriScore. L'Antitrust avvia istruttorie sul sistema adottato da insegne italiane

L'Antitrust contro il NutriScore, che potrebbe indurre il consumatore a fare scelte alimentari secondo un sistema fuorviante.

24 Nov 2021 - 09:50
NutriScore. L'Antitrust avvia istruttorie sul sistema adottato da insegne italiane
Con una nota stampa sui suoi canali ufficiali, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha annunciato di avere avviato cinque istruttorie sull'uso del sistema di etichettatura fronte pacco denominato NutriScore da parte delle società italiane GS S.p.a, Carrefour Italia S.p.a., Pescanova Italia S.r.l. e Valsoia S.p.A., delle società francesi Regime Dukan S.a.s. e Diet Lab S.a.s., della società inglese Weetabix Ltd. e di una società tedesca attiva nella produzione di caramelle. Nel sistema di bollinatura NutriScore i prodotti alimentari vengono suddivisi in cinque categorie, dalla A alla E, sulla base di un punteggio calcolato tramite un complesso algoritmo che sottrae dal valore totale degli elementi “sfavorevoli” (energia, acidi grassi saturi, zuccheri semplici, sodio) quello degli elementi “favorevoli” (percentuale di frutta, verdura, leguminose e oleaginose, fibre, proteine). Gli alimenti con punteggi molto bassi e, quindi, con preponderanza di elementi favorevoli, sono assegnati alla categoria A (verde), mentre quelli con i punteggi più alti sono assegnati alla categoria E (rosso). Il timore dell'Antitrust è che "il consumatore potrebbe essere indotto ad attribuire proprietà salutistiche ai prodotti con un giudizio positivo secondo NutriScore", facendo così delle scelte alimentari in base a questi presupposti. Si unisce alle segnalazioni sull'uso del NutriScore, anche un'istruttoria nei confronti dell'app francese Yuka, scaricabile dagli App Store di Google e Apple, che si propone di dare una valutazione salutistica dei prodotti alimentari basata in larga misura sul sistema NutriScore e che fornisce proposte alternative per i prodotti giudicati mediocri o scarsi. "Il timore - come evidenziato dall'Antitrust - è che l'etichetta NutriScore, così come i punteggi e i giudizi forniti dall’app, in assenza di adeguate avvertenze, vengano erroneamente percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità di un determinato prodotto, che prescindono dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato". Per quanto riguarda l'app Yuka, poi, non è chiaro in base a quale criterio vengano ordinate e proposte le alternative al consumatore.

Filiera Italia: "Attenzione al rischio che NutriScore incoraggi consumo di alimenti ultratasformati"

Un’azione importante per la tutela del consumatore”, così commenta Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, le istruttorie aperte dall’antitrust sull'uso del Nutriscore, “un sistema che anche noi fin dall'inizio abbiamo denunciato come ingannevole nei confronti del consumatore, punitivo rispetto alle nostre eccellenze  e che ha  come unico obiettivo quello di fare il gioco di poche multinazionali che spingono per sostituire il cibo naturale con prodotti di sintesi creati in laboratorio”. dice ancora Scordamaglia che prosegue “Stiamo andando incontro alla possibilità che a un consumatore venga suggerito come più salubre una bibita addizionata piuttosto che l’olio extravergine di oliva”.

In questo contesto che mette in serio pericolo le scelte dei cittadini e la loro salute, è davvero grave che alcune catene distributive di altri Paesi stiano premiando con carte fidelity prodotti alimentari che vantano sul pacco una A verde del Nutriscore a dispetto di  liste di ingredienti alquanto discutibili - continua il consigliere delegato. - Non è un caso che siano prodotti di sintesi ad alto contenuto di ingredienti chimici su cui i produttori fanno le marginalità più elevate, questa è la dimostrazione che il Nutriscore sia un cavallo di Troia per far penetrare un modello di alimentazione di sintesi che assicura solo grandi marginalità alle multinazionali che li producono, penalizzando invece i prodotti naturali della vera filiera agroalimentare”.

Inoltre Filiera Italia condivide la preoccupazione espressa da alcuni europarlamentari anche per il tentativo di inserire nel rapporto della Commissione per la lotta al cancro del Parlamento europeo, anche elementi legati proprio al Nutriscore. “Sarebbe davvero il colmo - spiega Scordamaglia - considerando che molti dei prodotti premiati dal nuovo sistema con un bel verde sono in realtà prodotti ultratrasformati, oggi considerati molto più rischiosi di quelli semplici o che abbiano subito solo una trasformazione minima”. E conclude il consigliere delegato: “È questo il motivo per cui in alternativa al Nutriscore stanno emergendo sistemi di classificazione alternativi, molto più solidi scientificamente, come ad esempio Nova o Siga, che incoraggiano il consumo di alimenti poco o per nulla trasformati”.

Coldiretti: il NutriScore boccia l'85% del Made in Italy

L’istruttoria avviata dall’Antitrust sul Nutriscore è importante per fare chiarezza su un sistema di etichettatura che boccia ingiustamente l’85% del Made in Italy a tavola. "Le etichette a colori, infatti - afferma la Coldiretti - si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni escludendo paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta".Ora la battaglia si sposta in Europa – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare italiano proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri”.
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