Tassa sulle merendine e sulle bibite gassate: un'ipotesi da sventare per il comparto
Negli ultimi due giorni ha fatto molto discuture l'eventualità che anche nel nostro paese - sul modello di altri stati in cui è in vigore da tempo - possa venire introdotta la tassa sulle merendine e sulle bibite gassate.
La misura, a cui tiene molto il Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti (è stato proprio lui a proporla) sta facendo molto discuture, e provocato le reazioni contrariati degli attori principali del comparto, tra questi, in prima linea Federalimentare.
Il presidente Ivano Vacondio in una approfondita nota per la stampa ha così controbattuto alla proposta: "Come Paese abbiamo portato fino all'Onu una battaglia contro le etichette a colori che bollano come insalubri determinati cibi e adesso ci facciamo promotori di una legge che sostiene esattamente il contrario? Se questa proposta dovesse passare - spiega Vacondio – si verificherebbe un'ulteriore depressione dei consumi interni, che hanno già perso 10 punti percentuali in 10 anni e che non accennano a migliorare, con un danno a importante ai settori produttivi nazionali. Sarebbe un boomerang per l'economia italiana e per il Made in Italy che, fino a pochi mesi fa, si è fatto portabandiera della lotta contro l'etichetta fronte pacco (il “nutriscore” francese e il semaforo inglese), sistemi che mettono al bando determinati alimenti, contro i quali l'Italia ha sempre sostenuto che non esistono cibi salubri e cibi insalubri, ma solo diete equilibrate e diete non equilibrate e che l'importante non è eliminare dalla propria dieta alcuni cibi ma mangiare tutto nella giusta quantità".
Inoltre, sottolinea Federalimentare altri paesi l'adozione di questo tipo di tassazione non ha dato i risultati sperati: se, infatti in un primo momento la tassazione ha prodotto un calo delle vendite di quei prodotti, con il passare del tempo i livelli sono tornati simili a quelli iniziali.
È il caso della Francia, che nel 2012 ha introdotto una tassa sulle bevande, che ha visto in un primo momento un calo del 2,2% delle vendite, per poi tornare a un livello di consumo pre-tassa, o della Danimarca, che nel 2014 ha eliminato la tassa sui soft drink dopo aver riconosciuto la natura regressiva dell'imposta.
"Scelte sbagliate – secondo Vacondio - i cui effetti, documentati, si sono rivelati inutili per la salute pubblica ma dannosi per l’economia delle famiglie. Per risolvere il problema in modo strategico, l'unica via è l'educazione alimentare e una politica coraggiosa che smetta di cercare risorse aumentando le tasse ma operi sulle uscite, tagliando gli sprechi e le spese inutili, per recuperare i fondi per gli investimenti".
A smorzare i toni ci pensa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che, da New York - dove si trova per prendere parte ai prossimi lavori dell'Assemblea Generale dell'ONU - prende posizione sulla possibilità dell'introduzione della tassa sulle merendine: "Non è deciso ancora nulla, la valuteremo insieme, ci ragioneremo e ci confronteremo. È prematuro dire se decideremo di sì, tra le ipotesi che ho ventilato c'è anche questa possibilità, un'iniziativa che rappresenta un nuovo approccio in termini di cultura alimentare e per la salute dei nostri bambini".
Le preoccupazioni espresse dai rappresentati dell'industria restano però reali; considerate le ripercussioni sull'andamento economico illustrate già da Federalimentare, un'altra conseguenza dell'eventuale tassa sulle merendine - come hanno sottolineato i sindacati Uila-Uil - è che i circa 50.000 lavoratori occupati nel settore dei soft drink e 400 aziende impegnate nella produzione di merendine potrebbero essere a rischio.
Da Unione Italiana Food, inoltre, si fa notare come l'Italia sia impegnata da tempo a riformulare tutti i suoi prodotti, merendine comprese, per garantire ai consumatori - soprattutto ai più giovani tra loro - prodotti sempre più sani e i risultati sono già da tempo visibili: Mario Piccioluti, Direttore generale di Unione italiana food dichiara infatti: "I risultati raggiunti nella riformulazione delle merendine a fine 2017 hanno superato gli obiettivi condivisi con il Ministero della Salute oggi una merendina italiana contiene in media circa 8,8 grammi di zuccheri, cioè -30% rispetto a 10 anni fa. Il contenuto di grassi saturi medio di una merendina è di 3 grammi, -20% rispetto a 10 anni fa".
La vera sfida per le istituzioni dovrebbe essere quindi quella di poter trovare mezzi diversi dalla tassazione per promuovere una corretta alimentazione, riconoscendo alle aziende del comparto i grandi sforzi fatti per migliorare la qualità dei prodotti, evitando inoltre di porre un ulteriore ostacolo alla crescita economica dell'intero comparto.
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