Assemblea Assica su salumi italiani: in ripresa fatturato ed export

27 Giu 2018 - 04:45
Assemblea Assica su salumi italiani: in ripresa fatturato ed export
ASSICA (l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria), nella sua Assemblea annuale tenutasi la scorsa settimana a Milano ha posto al centro della discussione il tema dell’internazionalizzazione, oltre a presentare i dati economici di un settore, quello dei salumi, che torna a crescere nel fatturato, nell’export, e registra una ripartenza nei consumi interni. Le aziende associate ad ASSICA – circa 180 rappresentative dei più importanti marchi della salumeria italiana – esprimono l’80% del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate (salumi, carni in scatola, grassi suini lavorati) pari a oltre 8 miliardi di euro. Di questi, circa 1,5 miliardi di euro sono provenienti dall’export. “I nostri prodotti, con la loro distintività qualitativa rispetto ai concorrenti internazionali, mantengono il loro appeal presso i consumatori in Italia e nel Mondo. Questa specificità della nostra salumeria lega strettamente il nostro comparto all’immagine del made in Italy alimentare. Made in Italy che - ha dichiarato il Presidente Levoni- si identifica nel “saper fare” dei nostri produttori: ovvero nella ‘ricetta’, nelle tecnologie e nella cultura della qualità che caratterizza da sempre la nostra industria”.

Fatturato del settore in crescita: gli italiani preferiscono il prosciutto cotto

Nel complesso dei dodici mesi, la produzione di salumi (compresa la bresaola) si è attestata a quota 1,177 milioni di tonnellate con un rialzo di +0,3%. Il fatturato, invece, ha fatto registrare un discreto miglioramento: 7.977 milioni di euro (+1,3%). La struttura dei consumi interni ha visto al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 26,5% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo - ridimensionatosi al 21,9% - da mortadella e wurstel saliti al 19,2%, dal salame in aumento al 7,9% e dalla bresaola stabile all’1,3%. Chiudono gli altri salumi, scesi al 23,2%.

Export in crescita

Secondo le elaborazioni ASSICA sui primi dati ISTAT, nel corso del 2017 il nostro export ha raggiunto quota 179.318 ton (+3,3%) per un valore di 1,5 miliardi di euro (+6,9%). Un risultato soddisfacente, soprattutto considerando che il contesto economico in cui è maturato, caratterizzato da costi crescenti, ha imposto una revisione del mix dell’offerta. Vivace la dinamica dell’export verso i Paesi terzi, dove sono tornate a crescere le spedizioni verso gli USA, discreta quella delle spedizioni verso i Paesi Ue. Il saldo commerciale del settore ha registrato un incremento del +6,5% attestandosi a 1,3 miliardi di euro. Rispetto ai consumi interni, sebbene soddisfatto dalla tanto attesa ripresa, Levoni ha commentato: “L’importante aumento dei prezzi della materia prima e la risalita dei costi degli altri fattori di produzione hanno reso fragile la ripresa, soprattutto per le fasi a valle della filiera, per le quali gli effetti positivi dell’incremento della domanda finale sono stati maggiormente stemperati dagli aumenti dei costi”.
ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.
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