Fipe: "Ristorazione settore più colpito in pandemia, persi 21 miliardi"

Non può passare inosservato il crollo della fiducia di famiglie e imprese registrata dall'Istat nel corso del mese di settembre, ma di certo il dato non arriva inaspettato. Secondo i dati di Fipe, la ristoarzione ha perso oltre 21 miliardi.

30 Sett 2022 - 09:07
Fipe: "Ristorazione settore più colpito in pandemia, persi 21 miliardi"
A settembre l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso da aprile 2021. L’andamento dell’indice complessivo è determinato dall’evoluzione negativa della fiducia nella manifattura, nei servizi (in entrambi i comparti l’indice è in calo per il terzo mese consecutivo e raggiunge un minimo, rispettivamente, da febbraio 2021 e da gennaio 2022) e nel commercio al dettaglio. L’indice di fiducia dei consumatori, dopo il rimbalzo di agosto, diminuisce nuovamente posizionandosi sullo stesso livello dello scorso luglio. Si rileva un deciso peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e delle aspettative sulla disoccupazione. Questo il commento Istat sui dati relativi alla fiducia di consumatori e imprese a settembre 2022. “La recessione che si profila all’orizzonte rischia di dare il colpo di grazia a numerosi settori dell’economia nazionale. Primo tra tutti il mondo della ristorazione che è risultato il più colpito nei due anni di pandemia. Ecco perché questo scenario deve essere scongiurato in ogni modo possibile”. Così Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi ha commentato i dati sul crollo della fiducia di famiglie e imprese registrate dall’Istat nel corso del mese di settembre. “Secondo i dati raccolti dall’Istat ed elaborati dal nostro Ufficio Studi – prosegue la Fipe – tra 2019 e 2021 la ristorazione ha perso oltre 21 miliardi di euro di consumi, risultando il settore più colpito dagli effetti negativi della pandemia e dai numerosi lockdown. Un ulteriore stop, determinato dalla congiuntura internazionale, da un’inflazione fuori controllo e dall’impennata dei costi dell’energia non potrebbe essere assorbito dalle imprese della ristorazione, componente predominante dell’economia turistica nazionale”.
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