The Vegetarian Chance 2019: otto concorrenti da tutto il mondo per la cucina di domani

Gli chef concorrenti della sesta edizione di The Vegetarian Chance, 11-13 ottobre 2019 ristorante EDIT, sono la testimonianza di una sempre maggiore commistione delle cucine e delle culture del mondo senza che nessuno dimentichi la propria identità.
Ueda Satoru (Giappone) e Hayao Watanabe (Giappone) lavorano in Italia, Shu Yuan Chen Tsai (Taiwan) vive da anni a Madrid, Baek Sun Ying (Corea) risiede in Giappone, Walter Casiraghi (Italia) lavora a Mosca. Sylvester Schatteman (Belgio), Gabriele Vergura e Gabriele Grilli (Italia) vivono e lavorano nel loro paese, ma con lo sguardo aperto a 360° sulle influenze culinarie internazionali.
Non tutti i cuochi concorrenti sono strettamente vegetariani o vegani, ma ad accomunarli c’è una passione per i prodotti vegetali e un senso di responsabilità verso la società che interpretano e modellano personalmente, attraverso le loro creazioni culinarie. Nel leggere le loro storie si avverte la loro consapevolezza di aver scelto un mestiere che si può nobilitare con scelte personali in favore del benessere dei loro clienti e del pianeta.
Il concorso The Vegetarian Chance, ispirato alla cucina di Pietro Leemann e la Joia, che nel 2019 compie trent’anni, a sei anni dalla sua nascita sta facendo scuola.
Nel giugno 2020 a Tokyo si svolgerà un’edizione giapponese della competizione. Da Los Angeles arriva a Torino la cuoca vegana Nina Curtis, che parlerà sabato 12 nel pomeriggio alla platea del Festival.
Come sempre la direzione del concorso è stata affidata a Sauro Ricci, executive chef del ristorante Joia e direttore didattico della Joia Academy. A coadiuvare Ricci ci saranno gli chef del ristorante EDIT e gli allievi dell’Istituto Alberghiero Prever di Pinerolo. La giuria sarà presieduta come sempre dallo chef Pietro Leemann e ne faranno parte tra gli altri il giornalista de La Stampa Luca Ferrua e il professor Marco Lanzetta.
Per coinvolgere maggiormente il pubblico nel concorso sono state introdotte due novità.
La prima è la possibilità di seguire il concorso in diretta osservando i concorrenti nella cucina a vista del ristorante di EDIT, la seconda è quella di poter avere un assaggio della cucina dei concorrenti acquistando il piatto 8x8, che conterrà otto finger food preparati direttamente dai cuochi concorrenti per il pubblico. Un’occasione unica di assaggiare in uno stesso piatto otto cucine diverse, ma tutte a base vegetale.
I concorrenti della sesta edizione di The Vegetarian Chance
Walter Casiraghi (Italia - Russia) - Ristorante Orion Hall

Il vegetarianismo per Walter Casiraghi
"Dallo scorso anno ho iniziato a introdurre più proposte vegetariane e vegetali nel menu con un'attenzione maggiore alla sostenibilità dei prodotti e impegnandomi a limitare gli scarti per aumentare il mio benessere non solo fisico ma anche mentale. Sono nato e cresciuto nella Brianza degli anni ottanta, dove urbanizzazione e industrializzazione erano in una fase di sviluppo, che lasciava ancora intravedere campi coltivati in pianura e in montagna in Valsassina. Ho goduto così di un rapporto diretto con la natura, che mi ha spinto a trarre il meglio da essa e a rispettarla il più possibile senza ipocrisia. Per influenze ambientali e culturali, nonché lavorative, purtroppo non sono strettamente vegetariano. Cerco di limitare al massimo gli alimenti animali, anche se, per lavoro, qui in Russia, sono costretto ad usarli. Qui, dove i vegetali a volte sono messi in terzo piano, se non dimenticati, mi rendo conto di quanto mi mancano e di come vorrei poter lavorare solo con alimenti vegetali. Sono più divertenti da usare, più malleabili per la fantasia e l’estro del cuoco, più salubri. Il risultato è una maggiore soddisfazione sia dell’esecutore che del commensale. Il vegetarianismo è parte della mia crescita, sia passata che futura".Gabriele Grilli (Italia) - Ristorante Giudice

Il vegetarianismo per Gabriele Grilli
"Sono un cuoco onnivoro e può sembrare strano che io partecipi a questo concorso. Il mio rapporto con vegetarianismo e veganismo, stili alimentari così diversi dal mio, nasce nel 2015. Dopo ripetute e insistenti richieste da parte di un’amica provai per la prima volta un ristorante vegano. Ne rimasi piacevolmente colpito. Incredibile come, con la giusta lavorazione, anche una semplice carota possa diventare strabiliante! Da questa esperienza nacque il desiderio di avventurarmi nella cucina vegetariana e vegana. Ci fu da una parte, la voglia di provare a soddisfare la clientela, dall’altra, la voglia di iniziare a fare qualcosa di “diverso” rendendo i vegetali l’elemento nobile (e protagonista) dei miei piatti, invertendo così l’idea comune di verdura uguale contorno. Per questa cucina è fondamentale la scelta della materia prima seguendo la stagionalità e sfruttando il più possibile il Km 0 (utilizziamo spesso il nostro orto), e la lavorazione della stessa. Mi propongo sempre di valorizzare tutti gli elementi, per garantire una piacevole esperienza culinaria".Shu Yuan Chen Tsai (Spagna- Taiwan) - Ristorante La Biotika

Il vegetarianismo di Shu Yuan Chen Tsai
"Nel mio paese è molto normale essere vegetariani per l’influenza del buddismo. Ci sono ristoranti vegetariani in tutta Taiwan. La mia famiglia è piuttosto religiosa e per questo motivo a volte mangia per lunghi periodi solo cibo vegetariano. Io personalmente sono diventata vegetariana stretta nel 1989. Frequentavo un corso di yoga ed era molto utile diventare vegetariano per migliorare le pratiche di yoga e meditazione. Seguo queste pratiche tutt’ora e nel frattempo anche mio marito è diventato vegetariano e questo facilita di molto le cose in famiglia. La nostra esperienza è così bella, ci sentiamo così leggeri, così felici che abbiamo deciso di adottare il cibo vegetariano per il resto della nostra vita. Naturalmente, nostro figlio e nostra figlia sono nati già vegetariani e ancora oggi sono fedeli a questa scelta".Ueda Satoru (Italia- Giappone) - Ristorante Gardenia

Il vegetarianismo di Ueda Satoru
"Avvicinandomi consapevolmente al mondo vegetale mi sono reso conto di quanto nella storia le popolazioni fossero naturalmente vegetariane e vegane! Avevano la necessità di fare “anche senza” e dunque sperimentare istintivamente le proprietà alimentari e curative delle erbe spontanee, di legumi, cereali e ortaggi. Si è sviluppata così una conoscenza della natura edibile di prossimità tramandata per via orale. Con la mia ricerca ho scoperto quanto sia vario il mondo vegetale e la miriade di sapori che stimolano le papille gustative. E tutto ciò è importante per la creatività di uno chef. Oggi abbiamo la necessità di recuperare la conoscenza e i valori di questo patrimonio smarrito per ritrovare la salute del corpo e della mente lontano dalla follia ingorda di cibi spazzatura che solo riempiono e non nutrono. È il pianeta che ci domanda di tornare a stretto contatto con il mondo vegetale. È tempo che il nostro corpo e la nostra mente rispondano".Baek Sun Ying (Corea- Giappone) - Gutsu Gutsu Cook

Il vegetarianismo di Baek Sun Ying
"Gli esseri umani vengono dalla natura e ritornano alla natura. Siamo davvero piccoli in un mondo enorme. Dobbiamo conoscere le nostre debolezze e vivere con atteggiamento di umiltà. È importante vivere come parte della natura ed esserle grati, senza ferire nessuno. Il cibo vegetale è importante non solo per il bene del corpo, ma anche per l’identità spirituale degli esseri umani. Torniamo all'origine dell'uomo e ripensiamo al cibo come a un nostro desiderio fondamentale. Sono venuta a questo concorso con passione per far sì che le verdure, benedizioni della natura, siano dolci al corpo e alla natura. Un piatto di verdure deve poter far sorridere tutti!".Sylvester Schatteman (Belgio) - Ristorante Hofke Van Bazel

Il vegetarianismo di Sylvester Schatteman
"Fin dalla più tenera età ho percepito l’importanza di frutta e verdura e nella mia carriera professionale questo interesse ha travalicato la sola e semplice cucina. Recentemente ho anche conseguito il diploma di erborista, un unicum dato che, per quanto ne so, in Belgio sono in pochi a combinare il diploma di cuoco con quello di erborista. Vegetarianismo e veganismo per me non sono solo cucina, ma anche educazione, capacità di sensibilizzare gli ospiti, cambiamento dei modelli alimentari. Ovviamente io da solo non posso cambiare il mondo, ma posso dare il buon esempio. Una cucina verde e sana è diventata qualcosa di più di una passione, un modo di vivere. L'intera filosofia del ristorante dove lavoro ha le radici nell’orto".Gabriele Vergura (Italia) - Ristorante Grand Hotel Villa d’Este

Il vegetarianismo di Gabriele Vergura
"Ho sempre scelto di presentare una cucina completa, che racchiudesse alimenti di diverse categorie ma che ben sapessero esaltarne i sapori. A un certo punto, però, ho deciso di allargare i miei orizzonti in modo tale da poter offrire la più ampia scelta ai commensali di ogni genere. La scintilla, che ha acceso in me la prospettiva di tale cambiamento, è scattata durante una collaborazione con lo chef Pietro Leemann legata alla preparazione di un banchetto per un evento indiano con menù vegetariano. Lavorare al suo fianco è stato come osservare un panorama da una prospettiva nuova e mi ha fatto riaffiorare i ricordi della mia terra, madre di verdure uniche. È così che ho imparato a dare forma a piatti prelibati dai sapori semplici e naturali".Hayao Watanabe (Giappone- Italia) - Ristorante Franceschetta, 58
