Incremento dei costi, i distillatori italiani chiedono aiuto al Governo

I distillatori italiani senza bottiglie e con incrementi di costi mai visti in passato chiedono aiuto al Ministro Giorgetti per superare questo momento di crisi. 

16 Maggio 2022 - 07:48
Incremento dei costi, i distillatori italiani chiedono aiuto al Governo
Senza adeguati ed immediati interventi da parte del Governo per contrastare l’impennata dei costi energetici e delle materie prime, il settore distillatorio,  fondamentale nell’equilibrio delle filiere agroalimentari ed esempio virtuoso di  economia circolare, rischia una profonda crisi dalla quale probabilmente molte aziende non riusciranno a risollevarsi” è questo il messaggio contenuto nella lettera inviata al Ministro Giorgetti da AssoDistil, l’associazione nazionale dei distillatori di alcole ed acquaviti. Il settore della distillazione e delle bevande spiritose svolge da sempre un ruolo  essenziale nell’equilibrio della filiera vitivinicola ed agroalimentare nella logica dell’economia circolare, grazie al riutilizzo dei sottoprodotti della vinificazione ed alla lavorazione di frutta e cereali, valorizzati in distilleria per produrre alcole, additivi alimentari naturali, coloranti naturali, fertilizzanti, energia elettrica e termica  rinnovabile in impianti a biomassa o impianti di biogas e biometano, senza dimenticare l’importanza fondamentale dell’alcol etilico prodotto dalle nostre aziende nel contrasto  alla pandemia da Covid-19. Il drammatico aumento dei costi energetici, cominciato già a decorrere dall’anno passato ed esacerbato dall’attuale conflitto tra Ucraina e Russia, sta incidendo sensibilmente sull’attività industriale ed in particolare in un settore altamente energivoro come quello distillatorio, già provato dalle conseguenze derivanti dalla situazione pandemica non ancora conclusasi. Oggi le aziende devono fronteggiare un aumento dei costi del metano di oltre il 400% nei primi 4 mesi dell’anno oltre ad aumenti medi dei prezzi delle materie prime agricole di oltre il 50% in un anno di cui alcune prodotte proprio in Ucraina. In questo scenario, le aziende produttrici delle prestigiose acquaviti e liquori nazionali, come la Grappa IG, già pesantemente penalizzate durante la fase acuta della pandemia Covid19 dalla chiusura delle attività del circuito HORECA, oggi si trovano a  dover fronteggiare anche il “caro vetro” (con aumenti del 15% solo in aprile) nonché  problemi di approvvigionamento causati dalla difficoltà di reperimento della silice e  della Soda da parte delle vetrerie e dell’aumento dei costi energetici. Se a tutto questo si aggiunge l’impatto dell’aumento dei costi del packaging, dei  trasporti e la difficoltà a rinegoziare durante l’anno le condizioni contrattuali con la  GDO, si comprende come la situazione del settore della distillazione sia in  grandissima sofferenza con il reale rischio che le aziende siano costrette a chiudere  la propria attività. “Le misure finora adottate dal Governo non sono sufficienti ad arginare i  problemi di costi ed approvvigionamenti dei produttori di acquaviti e liquori” dichiara  Sandro Cobror, Direttore di AssoDistile sono ad ogni modo temporanee e non  idonee a consentire alle imprese di operare adeguate programmazioni finanziarie” “E’ necessario un intervento del Governo che, oltre ad individuare rapide  soluzioni per permettere un contenimento ed una stabilizzazione dei costi dell’energia  e delle materie prime, consenta anche al settore distillatorio di continuare a svolgere il  ruolo fondamentale di equilibrio delle filiere agricole a monte, nonché di fornitore di  presidi indispensabili in tempi di pandemia, come l’alcole etilico, e di produttore di  formidabili liquori e distillati, simbolo del Made in Italy esportati nel mondo da secoli”. È  il commento di Sebastiano Caffo, Presidente del Consorzio Nazionale Grappa che  aggiunge “la soluzione, almeno per mantenere stabili i prezzi a livello nazionale, come  già avvenuto da tempo negli Stati Uniti d’America per i craft spirits, può essere una  riduzione dell’accisa sulle bevande alcoliche tradizionali Italiane, come le Grappe IG e gli Amari, che per coprire i maggiori costi degli ultimi mesi si può quantificare nel  valore di 2,50 €/L anidro in modo da preservare la filiera nazionale ed evitare l’aumento  dei costi al consumo”. A queste dichiarazioni fa eco Cesare Mazzetti, Presidente del  Comitato Nazionale acquaviti e liquori di AssoDistil che chiede al Governo un  intervento per mitigare l’aumento dei costi delle materie prime, come fatto  recentemente per altri settori, oltre ad un intervento di sensibilizzazione della GDO per  venire incontro alle distillerie che stanno sopportando un aumento dei costi di  produzioni mai visto in passato e che se non verranno presi urgenti provvedimenti  saranno costrette a rivedere da subito i listini di vendita.
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