Inizio d'anno fra luci e ombre per ristorazione e ospitalità

Un Capodanno senza lockdown ma con tante disdette per la ristorazione e l'ospitalità che chiedono al Governo manovre più incisive.

3 Gen 2022 - 10:36
Inizio d'anno fra luci e ombre per ristorazione e ospitalità
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/01/Inizio-danno-fra-luci-e-ombre-per-ristorazione-e-ospitalita.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] Rispetto alle chiusure imposte per legge durante le festività natalizie del 2020, il Natale 2021 ha permesso a ristorazione e ospitalità di accogliere i clienti nei propri locali, con un segnale fortissimo all'economia e al bisogno di socialità. Tuttavia l'impennata di contagi avuta nelle ultime settimane ha causato una pioggia di disdette che hanno inciso sul Natale di ristoranti, pizzerie, agriturismi, alberghi, b&b, ma anche e soprattutto il Capodanno. “Che ci fosse una flessione rispetto al 2019 era previsto – sottolinea la Fipe -, anche perché sapevamo di dover fare a meno di una larga fetta di turisti stranieri, ma qui siamo di fronte a un quadro inaspettato fino a poco prima delle festività. Ci sono locali che in 3 giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle. Questo significa che il mese di dicembre, il più importante dell’anno che da solo vale il 10% del fatturato dei ristoranti, è in buona parte compromesso e si aggiunge ad un periodo prolungato di crisi che stava finalmente vedendo una via di uscita. Ecco perché non esitiamo a chiedere al governo di dispensare misure urgenti come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa Integrazione. Interventi che dovranno sostenere quei comparti che stanno soffrendo di più. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza alcun preavviso fino al 31 gennaio”.  A ridosso delle festività natalizie, quando ancora Omicron non aveva iniziato la sua impennata, il Centro Studi Fipe aveva raccolto dati molto incoraggianti: 4 milioni di italiani pronti a festeggiare l'ultimo dell'anno nei ristoranti aperti, con una spesa totale prevista intorno ai 325 milioni di euro (spesa media di 80 euro a persona). A questi dati, però, va adesso fatto un ulteriore taglio che oscilla fra il 25 e il 30%. Non è andata meglio nel mondo dell'ospitalità, investito da una pioggia di disdette a causa dell'aumento dei contagi e delle misure prese dal Governo. Ne dà testimonianza ATR Milano, l’associazione degli albergatori milanesi in seno a Confesercenti. "Capiamo la necessità delle ulteriori restrizioni per l’avanzata della variante Omicron - spiega il presidente di ATR, Rocco Salamone - ma punire indistintamente vaccinati e non con la chiusura delle piazze e delle discoteche ci ha portato anche una prevedibile ondata di cancellazioni delle prenotazioni per il Capodanno: è abbastanza logico che togliendo alle persone la possibilità di festeggiare, queste poi preferiscano organizzarsi diversamente". Secondo i dati di ATR le cancellazioni nelle settimana del Capodanno a Milano hanno toccato una media vicina al 70%: si sono salvati solo gli hotel con ristorante che hanno potuto offrire cenone e pernottamento. “La situazione sta diventando insostenibile anche perché già da alcune settimane notiamo un blocco delle prenotazioni per i mesi invernali - prosegue Salamone - le persone sono scettiche sulle possibilità di viaggio, temono ulteriori restrizioni e quindi preferiscono attendere. A questo si aggiungono altre problematiche come il rinnovo della CIG, la cassa integrazione in deroga che è arrivata alla scadenza del 31 dicembre con tante promesse ma nessun atto pratico. Se dicembre è stato il mese delle cancellazioni, di questo passo gennaio sarà il mese dei licenziamenti".
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