“Storie di Lia”, un format di gusto e cultura per rilanciare l’area siciliana di Barcellona grazie agli imprenditori Imondi e Vento

Quattro giornate alla scoperta della cucina siciliana e delle eccellenze agroalimentari nell'alta cucina in quattro cene d'autore.

15 Dic 2023 - 16:17
“Storie di Lia”, un format di gusto e cultura per rilanciare l’area siciliana di Barcellona grazie agli imprenditori Imondi e Vento

Il format "Storie di Lia" ha sfondato nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina per quattro giornate dal 6 al 9 dicembre ed è stato una stuzzicante scoperta per aver allacciato con soluzione di continuità le imprese agroalimentari all’alta cucina con quattro cene - degustazioni che sono state curate da chef “di grido” e ospitate dal moderno ristorante e cocktail bar “Lia ci Si?”.

A lanciare e promuovere l’idea sono stati i due titolari dell’attività, esistente da oltre quattro anni, Annamaria Imondi e Sandro Vento (anche bartender), coinvolgendo trenta aziende agroalimentari dell’area siciliana che hanno illuminato uno stabile della vecchia stazione cittadina (in piazza Seme d’Arancio) e intercettando tanti visitatori provenienti da diverse province. Una cornice dinamica che ha avviato un percorso di sinergia tra il locale dal “Cibo tradizionale e lussuoso” e le realtà agricole dell’Isola, già alla base della forza collante di "Lia Ci Sì?", tramite il “coworking” nell’hinterland tirrenico e regionale. Tra queste realtà, l’Associazione “Simenza” presieduta da Giuseppe Li Rosi che ha organizzato un dibattito sulle aggressioni al piacere del cibo.

Da sinistra: Sandro Vento, chef Pietro D'Agostino, Annamaria Imondi

I soci Imondi e Vento vogliono pensare al loro comune, partendo dalla fiera espositiva dai grandi numeri di affluenza e con i quattro appuntamenti gourmet, dove gli attori principali sono stati lo chef Pietro D'Agostino Patron del ristorante "La Capinera" di Taormina e le lady chef Francesco Gambacorta "FoodFraLove", Maria Andolfo e Valeria Trapani e poi le associazioni a cui il ricavato è andato in beneficenza. Gli staff partecipanti sono stati coadiuvati dagli chef di “Lia” Salvatore Belmonte e Carmela Paratore.
Nel palazzo riservato alle aziende, ad accogliere i visitatori “A Lapa chi rusti” su un mezzo del 1958 che viene trainato perché ormai senza motore per rievocare il carretto siciliano e su cui si preparano nei banchetti sia piatti caldi che freddi (come cesti di champagne e frutta stagionale). Il titolare Enrico Munafò vuole rinverdire il concetto del cantastorie. Il progetto ha sette anni. Nella brigata, lo chef Martin Mana e aiuto chef Carmelo Pace. 
Una volta all’interno, tante piccole – medie aziende come una ventina di cantine vitivinicole che hanno esposto le Doc messinesi ma anche birra artigianale Kottabos e le Trazzere del Gusto. Tra gli imprenditori di nicchia “Ruggeri Olii” di San Pier Niceto, dove Pietro Ruggeri prende le redini le aziende da 47 anni (da quando è nato). Prima di lui il papà Vincenzo, suo nonno Pietro e il bisnonno Pietro. Tre etichette in commercio, la quarta uscirà a gennaio/febbraio per circuito Horeca e punti vendita specializzati. Il noto ristorante “Modì” ricorre a questo olio.

Arte e cultura sono l'intreccio. Da tre anni, Venusia Grillo, moglie di Pietro e originaria di Monforte San Giorgio, disegna le etichette provenendo dal mondo dell'arte. “Don Pietro” ha un’etichetta antica ed è un blend di tre cultivar Biancolilla, Nocellara del Belice e Cerasuola e “Don Vincenzo” invece mix di Nocellara e Ogliara messinesi. 
Imbares” risponde all’invito come un opificio di trasformazione di Monforte San Giorgio che esiste dal 2011. Il proprietario è Giovanni Midili da cui il marchio "Gli infusi di Gianni di Monforte". Francesco che è suo figlio ci ha illustrato con fierezza i prodotti: amaro (erbe, agrumi e radici, fino a 31 componenti), liquore al cioccolato e un limoncello, sfruttando risorse siciliane (vedi limone Interdonato, zagara bianca e Verdello), succhi naturali di agrumi surgelati di livello e Bagne per Pasticceria e Gelateria.

Chef Francesca Gambacorta

Il marchio Heraia, con titolare Calogero Giunta, si ispira alla mitologia ed è del territorio di Barrafranca (provincia di Enna). Afferisce a Kalos ed è un'azienda agricola che coltiva mandorle ed olio su 100 ettari di terreno. Il più vecchio mandorleto ha 40 anni, il più giovane 5. Calogero detto Gero, che si occupa anche del packaging, ci apre un mondo di bontà e salute dalla farina di mandorle denominata “Demetra” agli snack sia dolce che salato (per es. ai fichi e pepe nero). Attualmente, elabora un vino aromatizzato alla mandorla “Agata”, il prossimo anno ci sarà il liquore alla mandorla. Poi torroni particolari e la granita da viaggio.
Il Pastificio Fratelli Giacalone Gran Pastai del Marsalese è nato nel 2016 ed è in mano a due gemelli Gianvito e Giovanni di 33 anni: il primo cura l’amministrazione, il secondo Giovanni da 7 anni e mezzo pastaio. L’azienda ha proposto tante varietà di pasta con le miscele di grani antichi siciliani e molitura a pietra. 5-6 tipologie di busiate (bianca classica, corta e lunga etc.), tutte trafilate in bronzo, poi le differenti aromatizzate. Le troviamo nella ristorazione e GDO anche in altri continenti. A rappresentarli Antonio Parrinello.
Il Caseificio Bompietro sulle Madonie tra Petralia Soprana e Gangi appartiene all’avvocato Giovanni Messina dal 2015 e si sviluppa in un territorio incontaminato con allevamenti a pochi chilometri. Alcune specialità con latte 100% di ovino: pecorino con scorzetta di arancia di Ribera, primo sale maturato 30 giorni arricchito con cime di timo di Marettimo, primo sale con semi di finocchietto selvatico di Blufi maturato. 
Presente in fiera un unicum sull’Isola o quasi (solo due aziende) l’Azienda di trasformazione di tartufo di Sicilia “Tartufi & Tartufi” a Sinagra da tre anni. I titolari la micologa Daniela Pintaudi e il cavatore Nino Giuffrè vendono il Tartufo fresco siciliano sia al dettaglio che all'ingrosso. Con le degustazioni, su richiesta accettano la partecipazione alla caccia al tartufo. La distribuzione in Sicilia interessa delle chicche quali miele, affettati dal salame alla provola dei Nebrodi al Tartufo, salsa tartufata, riso al tartufo, Gelè di vini siciliani. 
Per la sezione cene, lo chef Pietro D'Agostino ha inaugurato con il suo stile elegante che è essenziale da vent’anni a Taormina. Ha presentato Crudo di pesce Gambero, seppia, cernia, tonno e ricciola con zeste di limone. Antipasto con calamaro sul letto di broccoli, con salsa al nero di seppia e salsa di zucca. Agnolotti con cernia, dentice e finocchietto selvatico e mix di frutti di mare al basilico, accompagnato da Case Bianche, uno Zibibbo vinificato secco con note di mare. Infine, trancio di ricciola con carciofi nostrani e olio affumicato e per dessert tortino alle mandorle con salsa alle pere e gelato alla cannella. 
La lady chef Francesca Gambacorta ha acquisito una sua vasta platea come food blogger con “FrafoodLove” ed è stata un’altra bella presenza di “Storie di Lia”. Lei è una personal chef per eventi e scrive libri di cucina. E’ stata attrice, doppiatrice e agente di commercio. Ha portato per antipasto Ricotta infornata, cremoso di zucca e fondente alla tuma abbinato al vino Gatto bianco di Funaro. Da apprezzare molto delle sue cinque prelibatezze il Baccalà alla Ghiotta 2.0 Filetto di baccalà, con tre consistenze di patate su salsa di pomodoro confit alla vaniglia, capperi e terra di olive abbinato allo Zibibbo Funaro Macerato non filtrato IGT Terre Siciliane 2021.

Chef Valeria Trapani

La chef Maria Andolfo La Cuochessa siciliana si è trasferita a Foligno con il suo compagno per aprire il suo ristorante, “Biancomangiare” che adesso non c'è più. Si occupa di catering privati. Ghiotto il dessert Biancomangiare. Ad affiancarla le aziende Antica Tindari e Giovi.
Chef Valeria Trapani, che è una Food manager palermitana, ha chiuso le quattro serate di "Storie di Lia". In abbinamento l'azienda agricola Terre Dives della famiglia Lombardo dal 1930 a Petrosino (Trapani), con dei vini tipicamente iodati, selezionati dal sommelier Lillo Giacoppo. Il primo è un Catarratto 2022, alcol 13°, che si coniuga al filetto di baccalà, come uno scrigno sia su un letto di robiola di capra girgentana sia all'interno di due sfoglie di filetto, chips di carciofi, petali di cipolla caramellata e clorofilla di coriandolo. Sul primo piatto raviolo di mandorle, topinambur e finocchietto in ragù di triglia, è stato servito il vino Evia. Delicato il Risotto al limone con tartare di gambero, bisque e bottarga d'uovo che è stato accostato allo Chardonnay per aumentare la complessità dei piatti. Con il Passito Cantico ci si sposta a Patti nel messinese per associare il Soffice al cardamomo e cioccolato di Modica, crema al caffè, caramello salato, fave d'oca e crumble di amaretto.

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