Autochtona Awards: 7 vini premiati per 5 regioni
Da Nord a Sud la grande varietà di vitigni autoctoni presenti in piccolissimi areali così come all’interno di intere regioni, continua a donare una fotografia sempre più affascinante e caratteriale della produzione vitivinicola italiana. È quanto emerge quest’anno scorrendo i nomi dei vini premiati con gli Autochtona Awards alla rassegna ‘Autoctoni che passione!’, che si è svolta ieri nei padiglioni di Fiera Bolzano in occasione della sedicesima edizione del forum nazionale dei vini autoctoni.
Per festeggiare la decima edizione di un premio sempre più amato e ambito dai produttori che partecipano ad Autochtona e contemporaneamente anche la partnership con una delle testate del settore di riferimento nel panorama editoriale sia italiano che internazionale, Spirito diVino, è stato assegnato anche un riconoscimento speciale che porta il nome della rivista al vino “che ha come segni distintivi stile, carattere, ambizione ed emozione” come spiega Emanuele Gobbi, firma della rivista.
Nella lista dei premiati, nella categoria del Miglior Vino Bianco s’impone un autoctono profondamente legato al Trentino, la Nosiola, con il millesimo 2018 dell’azienda Maso Poli.
Per il Miglior Vino Rosso ci spostiamo in Piemonte con il nobile Nebbiolo nell’interpretazione della cantina Adriano Marco e Vittorio e il loro Barbaresco DOCG Basarin 2016.
Anche quest’anno il riconoscimento alle Migliori Bollicine non solo resta in Emilia, ma ancora tra le mura di Cantina della Volta con il Lambrusco di Sorbara La Prima Volta Dosaggio Zero Metodo Classico 2015.
Si scende, poi, in Sicilia, alle pendici dell’Etna per trovare il Miglior Rosato che è il Nerello Mascalese di Serafica Terra di Olio e Vino, il Grotta dei Lamponi 2018.
Il Miglior Vino Dolce è invece un marchigiano ed in particolare il Bianchello Monsavium 2011 dell’Azienda Agricola Fiorini.
Si torna, quindi, in Piemonte, e sempre con il Nebbiolo, ma questa volta cambiando denominazione, per il Premio Speciale Terroir assegnato al Sizzano 2016 di Villa Guelpa.
Infine il secondo Premio Speciale introdotto quest’anno – che porta il nome della rivista di settore Spirito diVino, partner della rassegna sin dall’anno del suo debutto – è stato assegnato a TerraQuilia con lo Spumante Sanrosé extra brut 2016, un Metodo Ancestrale da uve Sangiovese coltivate sulle colline modenesi di Guiglia.
“È stata, prima di tutto, una degustazione ben organizzata, interessante e divertente – spiega Luca Gardini, sommelier campione del mondo Wsa nel 2010, nonché autore e affermato critico italiano e internazionale, quest’anno presidente della giuria che ha decretato i vincitori dei premi. “I vitigni autoctoni hanno ancora tanto da svelare e comunicare, soprattutto in un Paese come l’Italia, patria di una ricchezza incredibile da questo punto di vista. Giusto, quindi, valorizzare i nostri vitigni attraverso manifestazioni come queste che meritano di crescere ancora di più per far sì che nessuno si dimentichi di varietà e vini che rappresentano un patrimonio irrinunciabile”.
Nel panel dei giurati, coordinati come sempre dal giornalista Alessandro Franceschini, direttore Viniplus di Lombardia e firma di primarie riviste di settore, oltre al presidente Luca Gardini, Pierluigi Gorgoni (giornalista e divulgatore), Luciano Lombardi (DoctorWine), Emanuele Gobbi (Spirito diVino), Eros Teboni (Miglior sommelier del mondo Wsa 2018), Barbara Orlando (AEPI). Insieme a loro, come di consueto, anche tre giurati internazionali coinvolti grazie al prezioso supporto dell’agenzia ICE: dal Regno Unito Neil Beckett, collaboratore della rivista The World of Fine Wine, dall’Austria Luzia Schrampf, giornalista e sommelier con molte collaborazioni all’attivo tra le quali il quotidiano Der Standard, la rivista enologica Wein.Pur e la versione austriaca di Slow Food Magazin, dalla Germania Kevin Gagnon (Snarky Wine).
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