Cala la disponibilità di Frutta fresca. I dati Ismea con un focus sulla frutta estiva

Situazione produttiva in Italia, andamento dei prezzi, commercio estero e acquisti domestici: questi alcuni dei focus analizzati da Ismea per il mercato della frutta fresca.

27 Lug 2023 - 09:18
Cala la disponibilità di Frutta fresca. I dati Ismea con un focus sulla frutta estiva

L'offerta europea di pesche, percoche e nettarine è stimata per il 2023 in circa 3,4 milioni di tonnellate, in aumento del 14% rispetto ai 3 milioni di tonnellate del 2022 (Europech 2023). La produzione europea di quest'anno appare comunque leggermente deficitaria rispetto al dato medio del quinquennio 2017-2021. Ismea fa il punto della situazione analizzando la situazione produttiva in Italia, l'andamento dei prezzi, il commercio estero e gli acquisti domestici.

I principali andamenti della campagna

L’attuale campagna di commercializzazione di pesche e nettarine è caratterizzata da un’offerta ridotta che spinge in alto i prezzi in tutte le fasi di scambio. Le previsioni indicano un aumento della produzione del 14% in Europa rispetto alla campagna precedente, ma il confronto con i dati medi del periodo 2017-2021 fornisce un riscontro più realistico del livello dell’offerta nell’attuale campagna, evidenziando un calo dell’1% a livello europeo. Focalizzando l’attenzione sull’Italia, l’offerta di pesche, percoche e nettarine è attesa in calo del 10% circa rispetto al 2022 con forti differenze tra Nord e Sud del Paese. Infatti, la produzione delle regioni settentrionali è stata significati- vamente ridimensionata da alcune gelate primaverili che hanno colpito i frutteti tra marzo e aprile. Il calo dell’offerta è spiegato anche dalla riduzione delle superfici investite in alcune aree (Emilia-Romagna, Campania e Piemonte) che è in atto già da alcuni anni. In maggio e giugno, a causa di temperature piuttosto basse, le prime battute della campagna commerciale sono state caratterizzate da un ritardo di maturazione e da una domanda scarsamente interessata alla frutta estiva. In questa fase, l’offerta quantitativamente limitata ha determinato livelli dei prezzi particolarmente elevati in tutte le fasi di scambio, anche perché il prodotto spagnolo era egualmente in ritardo. Sul fronte dei consumi, pesche, nettarine e percoche svolgono un ruolo di primo piano tra le specie di frutta acquistate in Italia. Si tratta di un consumo concentrato nei soli mesi estivi ma, nonostante ciò, questi prodotti costituiscono il 12% degli acquisti di frutta fresca degli italiani, guadagnando così la terza posizione alle spalle di mele e banane che però si avvantaggiano di un’offerta ininterrotta nel corso dell’anno. Al di là dell’aspetto meramente congiunturale, le difficoltà del comparto peschicolo nazionale risiedono in gran parte nella propria struttura e nella concorrenza con il prodotto europeo e in modo particolare con quello spagnolo. L’eccessiva frammentazione della produzione agricola italiana determina una minore redditività rispetto ai competitor spagnoli che, inoltre, possono far leva sulla precocità dei raccolti presidiando i mercati europei già a partire dal mese di aprile. Di contro, l’Italia vanta un’eccellente offerta di prodotto a maturazione tardiva, con raccolta compresa tra fine agosto e ottobre, che riesce a spuntare ottime quotazioni soprattutto in concomitanza di autunni caratterizzati da temperature elevate, ma che quasi sempre trova scarso interesse sui mercati esteri. A livello di produzione, negli ultimi 20 anni, in Italia si è particolarmente sofferta la concorrenza con il prodotto spagnolo, in un contesto caratterizzato da un livello di offerta europea superiore a quanto la domanda è in grado di assorbire. Ciò si è inesorabilmente riverberato sulle quotazioni in campagna che spesso si sono attestate su livelli inferiori ai costi di produzione. Nel lungo periodo, queste dinamiche hanno determinato un ridimensionamento delle superfici investite in Italia e quindi un riallineamento dell’offerta alla domanda. Pesche e nettarine - superficie in produzione (in ettari)

  2021   2022   2023   QUOTA 2023 VAR. 2023 VS 2022 2023 VS MEDIA 2020-22
ITALIA 56.535 56.284 55.574 100% -1,3% -2,8%
CAMPANIA 19.108 19.207 18.317 33% -4,6% -4,8%
EMILIA-ROMAGNA 8.586 8.188 7.754 14% -5,3% -11,3%
SICILIA 6.433 6.445 7.220 13% 12,0% 9,2%
PUGLIA 4.065 4.683 4.395 8% -6,1% 2,9%
BASILICATA 2.863 2.863 3.209 6% 12,1% 12,1%
PIEMONTE 3.176 2.968 2.968 5% 0,0% -4,5%
CALABRIA 2.814 2.814 2.814 5% 0,0% 0,1%
ALTRE 9.490 9.116 8.897 16% -2,4% -6,6%

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

La produzione 2023: + 14% in Ue ma -10% in Italia

I dati diffusi nel corso di Europech 2023 dello scorso maggio, indicano che a livello europeo la produzione di pesche, percoche e nettarine è prevista in aumento. Infatti, l’offerta di quest’anno è stimata in circa 3,4 milioni di tonnellate, contro i 3 milioni di tonnellate del 2022. Ma la produzione europea 2023 appare comunque leggermente inferiore rispetto al dato medio del quinquennio 2017-2021. Il dato produttivo complessivo è determinato dalle previsioni del raccolto spagnolo che registrano un forte recupero rispetto al 2022 che ricordiamo fu funestato dalle gelate tardive. Per la Francia, l’attesa è per un raccolto in linea con il 2022 mentre in Grecia si prevede una lieve flessione produttiva a causa della riduzione delle superfici investite. Le stime diffuse dal Centro Servizi Ortofrutticoli (CSO) indicano per l’Italia un’offerta 2023 valutata in circa 900mila tonnellate, di cui 500mila tonnellate di pesche e percoche e 400mila tonnellate di nettarine. In Italia, la campagna 2023 di pesche e nettarine è fortemente condizionata dall’andamento climatico avverso. Infatti, l’inverno mite e siccitoso non ha creato presupposti positivi alla coltura. In marzo e aprile episodi di gelate primaverili hanno colpito i frutteti del nord Italia (Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte), in particolare quelli localizzati in aree pianeggianti, allorquando le piante erano in fase di fioritura e allegagione, determinando una perdita di produzione. Successivamente, in maggio e giugno precipitazioni piovose frequenti e abbondanti hanno determinato condizioni sfavorevoli, agevolando la diffusione di malattie fungine e in particolare di monilia. Le temperature più basse della norma in questo periodo hanno, da un lato ritardato il processo di sviluppo e maturazione dei frutti e, dall’altro, lato indirizzato i consumi degli italiani verso la frutta invernale (mele, pere, kiwi e arance). Infine, le alluvioni che si sono verificate in maggio in alcune aree dell’Emilia-Romagna hanno causato ulteriori danni alla produzione e in alcuni casi hanno determinato la perdita dell’impianto arboreo che dovrà essere ripiantato. Su questo fronte, non è da escludere che, considerate le tendenze alla riduzione delle superfici destinate a pesche, percoche e nettarine registratesi negli ultimi anni, i produttori colpiti possano optare per colture alternative. A partire dalla terza decade di giugno, il ritorno delle temperature su valori medi della stagione hanno determinato un’accelerazione dei processi di maturazione delle drupacee, provocando anche l’accavallamento della raccolta delle varietà precocissime e precoci con quelle intermedie. La risalita delle temperature ha indirizzato anche la preferenza dei consumatori verso specie di frutta tipiche della stagione estiva come pesche, nettarine, albicocche, meloni e angurie che però non sempre presentavano un profilo qualitativo adeguato alle attese (e ai prezzi) sia per la scarsa tenuta del prodotto, a causa dei marciumi innescati dalle frequenti piogge delle settimane precedenti; sia per un grado di maturazione non ottimale. Nella prima settimana di luglio 2023, il prezzo all'origine delle pesche a polpa bianca si è attestato a circa 1,05 euro/kg, media nazionale franco azienda agricola. Su base annua si registra un incremento del 7% mentre rispetto al prezzo medio della prima settimana di luglio del triennio 2020-2022 l'aumento è del 40%.

Commercio con l’estero dell’Italia

Il 2022 è stato un ottimo anno per il commercio estero di pesche e nettarine dell’Italia. Infatti, lo scorso anno, complice la riduzione dell’offerta spagnola a causa delle gelate, l’Italia si è trovata a giocare il ruolo di leader come non accadeva da anni. Le esportazioni in quantità sono cresciute del 45% rispetto al 2021 e gli introiti sono ammontati a circa 200 milioni di euro. Le importazioni in quantità si sono ridotte di un terzo rispetto all’anno precedente e il relativo esborso si è ridotto del 14% nonostante l’aumento del 28% del prezzo medio del prodotto importato. In conseguenza di ciò il saldo della bilancia commerciale ha sfiorato i 90 milioni di euro e per trovare un risultato migliore bisogna tornare indietro al 2016. Infatti, il commercio estero dell’Italia registra, anno dopo anno, il progressivo assottigliamento delle esportazioni di pesche e nettarine e l’aumento delle importazioni, soprattutto di prodotto spagnolo precocissimo e precoce. In conseguenza di ciò, si deteriora sempre più il saldo della bilancia commerciale e nel 2020 (anno in cui la produzione italiana era stata falcidiata dalle gelate primaverili) era stato registrato un passivo di 16 milioni di euro. Inoltre, nel 2020 e nel 2021, le quantità esportate di pesche e nettarine sono state inferiori a quelle importate. Commercio con l’estero di pesche e nettarine dell’Italia

  2019   2020   2021   2022   2022 VS 2021 2022 VS MEDIA 2019-2021
IMPORT (.000 €) 92.493 125.880 126.534 108.303 -14,4% -5,8%
IMPORT (.000 KG) 101.006 114.414 105.933 70.841 -33,1% -33,9%
VALORE MEDIO IMPORT (€/KG) 0,92 1,10 1,19 1,53   28,0%   42,9%
EXPORT (.000 €) 132.888 109.603 139.192 197.211 41,7% 55,0%
EXPORT (.000 KG) 157.152 78.069 98.249 142.618 45,2% 28,3%
VALORE MEDIO EXPORT (€/KG) 0,85 1,40 1,42 1,38   -2,4%   13,1%
SALDO (.000 €) 40.395 -16.276 12.658 88.907 602,4% 625,2%
SALDO (.000 KG) 56.146 -36.344 -7.684 71.777 -1034,1% 1677,1%

Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat stagione – ossia quello proveniente dall’emisfero australe – riguarda limitati quantitativi provenienti da Cile (334mila kg) e Paesi Bassi (544mila kg), con quest’ultimo paese che riesporta produzioni provenienti dall’altro emisfero. Nel 2022, circa l’80% delle importazioni dell’Italia proveniva dalla Spagna e il 10% dalla Francia. Nel 2022, gli approvvigionamenti dalla Spagna si sono attestati a circa 55 milioni di kg con un esborso che ha comunque superato 86 milioni di euro, a causa dell’aumento dei listini medi. Negli ultimi anni le importazioni italiane dalla Spagna hanno stabilmente superato gli 80 milioni di chili all’anno con una spesa media di circa 90 milioni di euro. Il fenomeno è ancor più rilevante se si pensa che la produzione nazionale è potenzialmente eccedentaria rispetto al consumo interno ma purtroppo è concentrata in un arco temporale ristretto e ciò finisce per spalancare le porte dei nostri mercati al prodotto spagnolo. Particolarmente significativo è il confronto tra il prezzo medio del prodotto importato e quello del prodotto esportato. In genere, il primo è nettamente superiore al secondo, in quanto le importazioni riguardano soprattutto le primizie e quindi si concentrano nella prima parte della campagna quando il prezzo medio è più alto. Nel 2020 e nel 2021 questo rapporto si è invertito in quanto la limitatissima disponibilità di prodotto ha portato in alto anche il prezzo di pesche e nettarine esportate dall’Italia. Nel 2022, il prezzo medio all’import è tornato su livelli superiori a quelli del prezzo medio all’export. Importazioni dell’Italia di pesche e nettarine per paese di provenienza (2022)

  IMPORT IN QUANTITÀ   IMPORT IN VALORE   VALORE MEDIO   QUOTA IN VALORE   VAR. IN VA- LORE 2022 VS 2021 VAR. IN VA- LORE 2022 VS MEDIA 2019-21
(.000 kg) (.000 €) (€/kg) (%) (%) (%)
Mondo 70.841 108.303 1,53 100% -14% -5,8%
UE 69.943 107.098 1,53 99% -14% -5,1%
EXTRA-UE 898 1.205 1,34 1,1% -13% -43,7%
1 Spagna 54.454 86.315 1,59 80% -16% -7%
2 Francia 7.704 10.650 1,38 9,8% 10% 44%
3 Germania 2.504 4.426 1,77 4,1% -6% -17%
4 Grecia 4.503 4.315 0,96 4,0% 254% 48%
5 Paesi Bassi 544 963 1,77 0,9% -72% -53%
6 Cile 334 671 2,01 0,6% -27% -30%
7 Tunisia 358 361 1,01 0,3% 56% 118%
8 Austria 52 213 4,10 0,2% -60% -38%
9 Portogallo 49 96 1,95 0,1% -2% 34%
10 Albania 132 86 0,66 0,1% 155% 180%

Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat

Considerazioni finali

Tutti i dati e le indicazioni raccolte sull’andamento dell’attuale campagna produttiva e commerciale di pesche e nettarine concordano sul fatto che l’offerta europea è in ripresa rispetto a quella dello scorso anno ma, in particolare in Italia siamo molto al di sotto rispetto al potenziale in campo. Fin dall’esordio sui mercati in maggio, i prezzi pagati ai produttori si sono attestati su livelli alti e il divario rispetto agli anni precedenti è diminuito a mano a mano che la campagna 2023 è progredita. Per il prosieguo della campagna di pesche e nettarine è lecito attendersi un fisiologico calo dei prezzi all’origine e al dettaglio, con quotazioni che dovrebbero riallinearsi a quelle del 2022 e che quindi si confermeranno in aumento rispetto a quelle medie del triennio precedente. I flussi di prodotto in entrata nel nostro Paese dovrebbero per quest’anno crescere rispetto al 2022 mentre i quantitativi esportati risulteranno inferiori a quelli dell’ultimo anno.

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