Gli italiani amano le bevande analcoliche. L'indagine di Euromedia Research per Assobibe
L'indagine realizzata per ASSOBIBE da Euromedia Research fotografa il settore delle bevande analcoliche in Italia. Ecco tutti i dati.

Un’industria che affonda le sue radici nella storia e nella tradizione italiane. Un Paese cresciuto a cole, aranciate, toniche, tè freddi, aperitivi analcolici, chinotti e gassose, dove la pausa relax e il momento di convivialità hanno il sapore di una bibita, e dove gusto, tradizione e innovazione si incontrano e danno vita a nuove formulazioni, che strizzano l’occhio ai sapori di una volta, ma con formulazioni “senza”.
È la fotografia di un settore, quello delle bevande analcoliche in Italia, che emerge dalla ricerca “Bevande analcoliche: immagine, valore, tradizione e significato” realizzata per ASSOBIBE da Euromedia Research, presentata a Milano in occasione dell’Assemblea annuale ASSOBIBE, Associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia.
Gli italiani, secondo quanto emerge dalla ricerca condotta per ASSOBIBE da Euromedia Research, associano l’immagine delle bevande analcoliche non solo ai momenti di relax e convivialità (85,3% degli intervistati) -essendo qualcosa che li accompagna nella vita (81,5%) in particolare associata all’estate come una piacevole pausa rinfrescante (86,8%) - ma per il 77,7% degli intervistati sono parte integrante della tradizione italiana, e per il 72,6% rappresentano il gusto italiano.
“Questo dato è per noi estremamente rilevante perché è segno che stiamo andando nella direzione giusta – spiega Giangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE -. Le nostre imprese investono moltissimo in innovazione e sono impegnate da anni nell’offrire soluzioni che riescano a coniugare il gusto della tradizione che tanto piace ai consumatori a un ridotto apporto calorico: lo zucchero immesso in consumo si è ridotto di oltre il 40% negli ultimi 10 anni, anche attraverso Protocolli siglati dalla categoria con il Min. Salute”.
Gli italiani e le bevande analcoliche: relax, convivialità e ricordi d’infanzia
Cole, aranciate, toniche, chinotti, gassose, spume, aperitivi analcolici e tè freddo: per 9 italiani su 10 sono sinonimo di relax e convivialità. Per il 25,9% degli italiani rappresentano un momento di pausa, una coccola; per il 24,4% sono un “simbolo” di festa e socialità mentre per il 16% sono legate a un ricordo dell’infanzia. Gli italiani, secondo quanto emerge dalla ricerca condotta per ASSOBIBE da Euromedia Research, associano l’immagine delle bevande analcoliche non solo ai momenti di relax e convivialità (85,3% degli intervistati).
Gli italiani: consumatori moderati
Quasi il 90% degli intervistati non consuma queste bevande quotidianamente: il 22,4% le consuma solo una volta a settimana; il 13,6% 3-4 volte al mese e ben il 24,6% le consuma raramente, solo in determinate occasioni (il 38,6% in estate durante le vacanze; il 35% nei momenti di relax con gli amici). Oltre 8 italiani su 10 (81,2% degli intervistati), quando si trovano a consumarle, non bevono più di 1 o 2 bicchieri, a conferma del dato che vede l’Italia all’ultimo posto in Europa per consumo di soft drink, meno di un terzo rispetto alla testa della classifica - Dati Nomisma 2022. Gli italiani amano i prodotti della tradizione: accanto ai super classici come cola e aranciata, non hanno mai smesso di consumare prodotti come chinotto, spuma, gassosa e cedrata che, curiosamente, piace tanto alla generazione Z (18-30 anni) quanto alla generazione BB (61-80 anni), indicata rispettivamente dall’8,4% e dall’8,8% dei due target.Un consumo maggiormente consapevole e a ridotto apporto calorico, preferendo i prodotti “zero”
In un contesto nel quale 9 italiani su 10 (87,4% degli intervistati e il 72% nella fascia d’età 18-30) si dichiarano soddisfatti della varietà di bevande analcoliche presenti sul mercato, oltre 7 italiani su 10 sono soddisfatti dell’offerta delle bevande “zero” (es. senza zucchero, caffeina, teina) che secondo il 64,4% degli intervistati hanno contribuito ad un consumo maggiormente consapevole rispetto all’apporto calorico.