Turismo. Record per l'estate 2023: superati anche i numeri pre pandemia
Sarà un'estate da record per il turismo in Italia: ben 68 milioni di turisti previsti, quasi 267 milioni i pernottamenti e una spesa turistica stimata in 46 miliardi di euro: queste le previsioni dell’Istituto Demoskopika
Le previsioni sull’imminente stagione estiva segnerebbero un incremento dei flussi turistici in Italia: oltre 68 milioni di arrivi e quasi 267 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari al 4,3% e al 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnato da poco più di 65,2 milioni di arrivi e oltre 258 milioni di pernottamenti. È quanto emerge dalla nota previsionale “Tourism Forecast Summer 2023” dell’Istituto Demoskopika.
«Le nostre previsioni per l’imminente stagione estiva – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – confermano le stime sull’andamento annuale diffuse nei mesi scorsi. Al netto di scenari inclusi nei previsti margini di errore, si potrebbe registrare il valore più alto, dal 2000 ad oggi, sia degli arrivi che delle presenze. Adesso il governo continui nell’azione di ripresa del turismo offrendo una visione maggiormente sistemica alla programmazione turistica per i prossimi anni, ad oggi, ancorata prioritariamente alle sole imprese e insufficientemente a territori e mercati. Una carenza di visione che si potrebbe ripercuotere negativamente nei prossimi anni sulle imprese stesse. Insomma – continua Raffaele Rio – il sistema turistico italiano necessita, oltre che di ossigeno per rialzarsi, anche di un’offerta territoriale integrata, di innovativi prodotti legati ai comportamenti di consumo turistico dei mercati (italiano ed estero).
In questo scenario, sfruttando adeguatamente il Piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027, risulta necessario reperire ulteriori risorse, partendo dalla programmazione dei fondi strutturali in capo alle Regioni. In questa direzione, si potrebbero colmare le carenze del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) troppo sbilanciato nella sua dotazione complessiva, pari a 2,4 miliardi di euro, per oltre il 74% delle risorse sugli investimenti al sistema ricettivo-turistico e carente di attenzione verso destinazioni, prodotti e mercati turistici.
Nello specifico, – precisa Raffaele Rio – occorre metter mano ad alcuni obiettivi concreti quali una diffusione “più strategica” dei flussi turistici sull’intero territorio nazionale ad oggi concentrati per oltre la metà, anche in termini di spesa turistica, in sole 4 o 5 destinazioni regionali con il beneficio di un incremento complessivo del livello di internazionalizzazione, una distribuzione “allargata” del turismo autoctono e di una riduzione del fenomeno dell’overtourism; e, ancora, una riduzione strutturale della frammentazione istituzionale in materia di pianificazione e programmazione del sistema turistico italiano; e, infine, la costruzione di una “cultura del dato” maggiormente consapevole. Per il raggiungimento di quest’ultimo aspetto, ad esempio, - conclude Raffaele Rio - è opportuno rendere immediatamente cantierabile l’istituzione del Centro Studi per la Programmazione Economica del Turismo (CESPET) previsto dal Piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023- 2027, al fine di ridurre asimmetrie informative, offrire ai portatori di interesse scenari previsionali e riorganizzare la macchina di rilevazione dei flussi turistici ufficiali».
Previsioni: oltre 68 milioni di turisti sceglieranno l’Italia per la stagione estiva.
Oltre 68 milioni sono gli arrivi stimati da Demoskopika per l’imminente stagione estiva che, a loro volta, dovrebbero generare ben 266,9 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari all’4,3% e al 3,2% rispetto al 2022. In altri termini, l’estate italiana sarebbe caratterizzata, in valore assoluto, da 2,8 milioni di vacanzieri in più e da un incremento di 8,6 milioni di pernottamenti. A pesare maggiormente nell’andamento a rialzo dei flussi turistici la componente estera: 35,3 milioni di arrivi, registrando un balzo in avanti del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a fronte di 32,7 milioni di turisti italiani con un incremento dell’1,9%; sul versante delle presenze, invece, il contributo al rialzo è pressocché identico, con 131,5 milioni di pernottamenti dall’estero, pari ad un 3,2% in più rispetto al 3,3% della quota del mercato autoctono generato da 135,4 milioni di pernottamenti. Inoltre, l’analisi storica dei flussi turistici evidenzia che il periodo giugno-settembre del 2023 dovrebbe caratterizzarsi per il maggior numero di arrivi sia rispetto al periodo pre-pandemico del 2019 (+3,7% di arrivi e + 2,6% di presenze) e sia, addirittura, dal 2000 (+71,9% di arrivi e + 26,2% di presenze).Mappatura: trend positivo per tutti i sistemi turistici regionali.
A livello territoriale, tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici. In particolare, nel modello previsionale dell’Istituto di ricerca, si collocherebbero, in ordine decrescente rispetto alla variazione percentuale degli arrivi, i seguenti dieci sistemi turistici territoriali: Molise con 76 mila arrivi (+7,3%) e 300 mila presenze (+12,4%), Campania con 3,1 milioni di arrivi (+6,6%) e con 11,9 milioni di presenze (+4,1%), Trentino Alto Adige con 6 milioni di arrivi (+6,3%) e con 26,5 milioni di presenze (+6,7%), Valle d’Aosta con 643 mila arrivi (+6,0%) e con 1,7 milioni di arrivi (+4,8%), Lazio con 5,1 milioni di arrivi (+5,9%) e con 16,3 milioni di presenze (+3,8%). E, ancora, Basilicata con 467 mila arrivi (+5,3%) e con 1,7 milioni di presenze (+3,1%), Veneto con 10,8 milioni di arrivi (+4,7%) e con 46,1 milioni di presenze (+3,1%), Lombardia con 7,4 milioni di arrivi (+4,4%) e con 22,3 milioni di presenze (+4,0%), Emilia-Romagna con 6,3 milioni di arrivi (+4,0%) e con 27,4 milioni di presenze (+1,8%) e, infine Toscana con 7,4 milioni di arrivi (+3,9%) e con 29,1 milioni di presenze (+3,2%).Spesa turistica: stimati 46 miliardi di euro, +5,4% rispetto al 2022.
Per il periodo giugno-settembre del 2023, i flussi in Italia potrebbero generare una spesa turistica pari a 45,9 miliardi di euro con una variazione in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente. L’analisi per livello regionale colloca, in relazione alla variazione percentuale in aumento dell’indicatore osservato, la Basilicata con 293 milioni di euro (+22,2% rispetto al 2022), le Marche con 1.085 milioni di euro (+11,9%), la Valle d’Aosta con 285 milioni di euro (+11,7%), il Trentino Alto Adige con 2.677 milioni di euro (+9,2%), il Lazio con 4.118 milioni di euro (+8,0%), la Lombardia con 4.538 milioni di euro (+7,8%), la Campania con 2.773 milioni di euro (+6,9%), l’Abruzzo con 642 milioni di euro (+6,7%), la Liguria con 1.636 milioni di euro (+6,6%), l’Emilia Romagna con 3.668 milioni di euro (+6,2%), il Friuli Venezia Giulia con 642 milioni di euro (+5,9%). E, ancora, la Calabria con 1.065 milioni di euro (+5,6%), il Veneto con 6.661 milioni di euro (+4,6%), il Piemonte con 1.318 milioni di euro (+3,6%), l’Umbria con 978 milioni di euro (+3,2%), il Molise con 54 milioni di euro (+3,2%), la Puglia con 1.773 milioni di euro (+2,8%), la Toscana con 6.721 milioni di euro (+2,5%), la Sicilia con 2.133 milioni di euro (+1,3%) e, infine, la Sardegna con 2.833 milioni di euro (+1,2%).Nota metodologica
Le previsioni per l’estate (giugno-settembre 2023) sono state ottenute applicando alla serie temporale (periodo 2000-2022) un modello autoregressivo integrato a media mobile stagionale controllato con l’andamento storico degli arrivi e delle presenze per ciascuna destinazione regionale, secondo i dati resi disponibili dall’Istat. Si precisa, inoltre, che la stima della spesa turistica riguarda le seguenti voci: servizi ricettivi, servizi di ristorazione, servizi di trasporto (ferroviario, su strada, marittimo, aereo), noleggio mezzi, servizi delle agenzie di viaggio e altri servizi di prenotazione, servizi culturali, servizi sportivi e ricreativi, shopping e altre spese. In particolare, inoltre, per il 2022 e per il 2023 è stata stimata una spesa pro-capite per vacanza rispettivamente pari a 658 euro e a 664 euro. E, ancora. Per quanto attiene ai dati relativi al totale delle presenze e degli arrivi del 2022 si è proceduto ad una stima poiché, al momento della redazione della presente nota previsionale, non sono ancora disponibili le statistiche (definitive o provvisorie) dell’Istat per regione. In particolare, è stato possibile reperire i dati provvisori sui flussi turistici (arrivi e presenze), in attesa di validazione da parte dell’Istat, del 2022 per le seguenti regioni: Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento e Provincia Autonoma di Bolzano, Calabria, Abruzzo, Molise, Campania, Sardegna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Toscana, Puglia, Abruzzo, Umbria e Basilicata. Per i rimanenti sistemi turistici regionali è stato applicato il modello di stima utilizzato per le previsioni corretto con la quota di “comportamento storico” dei flussi turistici, con alcuni dati ricevuti dagli uffici regionali competenti e con alcune dichiarazioni a mezzo stampa dei decisori istituzionali delle destinazioni regionali interessate. Ciò comporta, al momento della diffusione della presente nota previsionale e senza pretesa di esaustività alcuna, una differenza tra i dati di Demoskopika con quelli ufficiali provvisori dell’Istat. In particolare, Demoskopika, calcola, per il periodo giugno-settembre del 2022, oltre 6,5 milioni di arrivi e ben 12,4 milioni di presenze in più rispetto al dato provvisorio reso noto dall’Istat. Secondo i dati a consuntivo rilevati da Demoskopika, l’estate del 2022, avrebbe registrato 65,2 milioni di arrivi e 258,5 milioni di presenze; per l’Istat, invece, il dato a consuntivo provvisorio, per lo stesso arco temporale, sarebbe caratterizzato da 58,7 milioni di arrivi e 246,1 milioni di presenze. Una differenza statisticamente significativa, se confrontata ad esempio, con il 2019: secondo Demoskopika, infatti, già nell’estate dello scorso anno si sarebbe registrato un recupero quasi completo sul 2019 sia per gli arrivi (-0,5%) che le per le presenze (-0,6%) mentre, in base ai dati resi noti dall’Istat il recupero sarebbe decisamente meno evidente sia per gli arrivi (-10,5%) che per i pernottamenti (-5,4%). Le fonti utilizzate sono state Istat, Banca d’Italia e gli osservatori turistici regionali. È bene precisare, infine, che le previsioni potrebbero subire dei correttivi non appena saranno resi noti, in via definitiva, i dati sui flussi turistici per regione da parte dell’Istat.
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