A Milano arriva Pit’sa, la pizzeria vegetale che promuove l’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down

Pit’sa arriva per la prima volta a Milano. Il format nato a Bergamo, basato su inclusività e sostenibilità, dà lavoro a ragazzi e ragazze con sindrome di Down

25 Giu 2024 - 15:41
A Milano arriva Pit’sa, la pizzeria vegetale che promuove l’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down

Pit’sa arriva per la prima volta a Milano il 28 giugno in via Cadore, 31. Il format nato a Bergamo, basato su inclusività e sostenibilità, dà lavoro a ragazzi e ragazze con sindrome di Down che servono pizze realizzate con materie prime sostenibili e di origine vegetale, ottenute da agricoltura genuina e non da allevamenti intensivi, senza sfruttare gli animali.

L’idea è di Giovanni Nicolussi e Valentina Giacomin, portata avanti con il sostegno delle associazioni Coordown, Aipd (Associazione italiana Persone Down), AGPD (Associazione Genitori e Persone con Sindrome di Down).

La nostra è una squadra dichiaratamente inclusiva che vuole valorizzare le diversità. Vogliamo dimostrare a tutte le persone che vengono a mangiare da noi che l’inclusività nel lavoro è un plus e mangiare da noi fa star bene. A Milano porteremo il Pit’sa Effect, nostro claim di campagna: fare del bene fa star bene e produce reazioni a catena, con effetti a lungo termine. Un po’ come il famoso Effetto farfalla: se mangi da Pit’sa fai del bene e stai bene
Giovanni Nicolussi, founder Pit’sa 

Inclusività per Pit’sa fa anche rima con sostenibilità: il prodotto di punta del format viene infatti realizzato e condito con ingredienti di origine vegetale. Uno su tutti il cremoso di anacardi, 100% vegetale e plant-based, riconducibile al gusto alla robiola ma derivato dagli anacardi e non dal latte, che rappresenta una inedita alternativa vegana per chi ama la pizza ma non vuole rinunciare alla sostenibilità.

Solo due pizze in menù prevedono l’uso di latticini ma anche in questo caso i founder hanno saputo individuare un’alternativa sana e etica, come per esempio il formaggio strachi “quadro del Ferdy”, l’agriturismo della Val Brembana noto per la produzione di formaggi da latte di razze antiche, nello specifico da vacche Bruna Alpina Originale e le Capre Orobiche, lasciate pascolare liberamente in montagna e munte a mano. O ancora con il formaggio di Malga Telvagola, pascolo estivo di alta montagna situato tra il Passo Brocon e la Val Malene gestito da Irene Piazza, giovane casara specializzata in produzioni casearie di montagna a latte crudo.

In menù anche pizze con salsiccia vegetale, straccetti di seitan e tanta verdura (friarielli, cialde di pomodori, hummus, peperoncino, santoreggia, frutti del cappero, noci, porcini, zucca, ecc). Tutte le pizze sono realizzate con farina Antiqua Bongiovanni tipo 1 e servite con una ciotolina a parte del sugo al pomodoro, per accompagnare la “scarpetta” finale.

Una chicca: con ogni pizza viene servita una ciotola con il sugo, per fare la scarpetta con il cornicione.

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