Addio superalcolici, i millennials riscoprono il vino
I cocktail e i superalcolici sono ormai passati di moda, perché i millennials preferiscono il vino, soprattutto le bollicine. È un trend che valica i confini italiani, se si pensa che in Francia e Germania esistono scuole che insegnano ai ragazzi come riconoscere i migliori vini e le modalità per un consumo corretto. Questo grado di istruzione sembra tanto più necessario in un'epoca in cui Internet permette con estrema semplicità di acquistare bottiglie in pochi click, ovunque ci si trovi.
La demonizzazione assoluta dell'alcool ha avuto termine nel 2017, quando un'inversione di tendenza si è rilevata proprio fra i millennials. Diversi studi medici hanno evidenziato che un'abitudine controllata del bere vino non è di per sé negativa, se lo si fa responsabilmente. Sono proprio i ragazzi nati a cavallo del millennio che mostrano di avere avuto il primo approccio all'alcol non più con le alte gradazioni, come quelle dei cocktail o dei super alcolici, ma con il vino. In particolare, sono di gran moda fra i giovani i vini "con le bollicine", mostrando una maggiore attenzione al gusto piuttosto che alla gradazione alcolica.
Ma tipologie morbide, asciutte e secche, come bianchi e rosati, hanno sempre più successo, con vitigni autoctoni freschi e beverini a farla da padrone: Passerina, Fiano, Frappato, Carignano, Semidano.
Voglia di incontrarsi attraverso un buon vino, specialmente se del territorio perché costa meno e se ne riconosce l'origine.
La tendenza è quella del cosiddetto consumo off-premise, vale a dire fuori dal luogo d'acquisto, che porta i giovani a radunarsi in piazza o per strada e consumare gli alcolici acquistati. Così si assiste a piccole vinerie dotate di grandi spazi aperti esterni per incontrarsi. Un fenomeno che sta crescendo del 3-4% da qualche anno per rappresentare oggi il 6% del consumo fuori casa e che potrebbe costituire un ottimo punto di riflessione per gli operatori del settore.
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