L'aumento dei prezzi innesca un effetto domino sulle abitudini dei consumatori
I dati Coldiretti/Censis parlano delle nuove abitudini alimentari, aumento dei prezzi, paura di andare al ristorante e che i beni alimentari finiscano.
Un italiano su quattro teme che il cibo finisca
Quasi un italiano su quattro (24%) ha paura che con un riaggravarsi dell’emergenza pandemica possa finire il cibo nei punti vendita. Se grazie agli agricoltori italiani che hanno continuato a lavorare anche in piena emergenza non si è assistito alle scene di accaparramento di massa viste negli Stati Uniti o nel Regno Unito, la paura della carenza di generi alimentari di un quarto degli italiani indica che la filiera del cibo è strategica e come tale va trattata. I cittadini vogliono esser certi di non restare mai senza i prodotti principali. Per questo chiedono sia potenziata e tutelata l’agricoltura nostrana nella quale vedono una garanzia per la fornitura regolare degli scaffali ma anche per la propria sicurezza.La top ten dei rincari dei prodotti alimentari
In testa alla top ten dei prodotti alimentari, gli oli diversi da quello di oliva, che costano il 17,7% in più rispetto a un anno fa. Al secondo posto i Frutti di mare freschi o refrigerati con +6%. Sul gradino più basso del podio l’olio di oliva, che vola del 4,7%. Al quarto pasto il prodotto simbolo dell’identità culinaria italiana, la pasta, che svetta del 4,6%. Al quinto posto la carne ovina e caprina che segna un incremento del 3,5%, battendo tutte le altre carni (coniglio e carne equina +2%, suina +1,8%, pollame +1,8%, bovina +1,3%).
Seguono in sesta posizione, ex aequo, Pesce fresco o refrigerato e Vegetali surgelati diversi da patate, entrambi a +3,1%, in settima l’acqua minerale, +2,8%, poi i succhi di frutta con +2,6%. In nona posizione tre prodotti che salgono del 2,5%: il latte conservato, molto consumato dalle famiglie, la Margarina e la Farina, un rialzo, quest’ultimo, molto preoccupante considerato che è la materia prima per molto altri prodotti e che lievita dell’1,2% in appena un mese. Chiude la classifica il riso, +1,9%.
In compenso alcune buone notizie. Nessuna speculazione per ora sul pane, che segna un aumento dell’1,2%, ma in linea con la media dei prodotti alimentari. Bene anche latte fresco intero e formaggi (ambedue +1,1%).
La palma d’oro del risparmio, comunque, spetta al tè, con un ribasso dell’1,3% su base annua. Al secondo posto della top dei prodotti alimentari meno rincarati, la frutta fresca, con -1%, e il cioccolato, medaglia di bronzo con -0,9%. In quarta posizione, a pari merito con -0,7%, Cereali per colazione, Uova e Alimenti per bambini. In quinta, sempre in deflazione, la frutta secca e i vegetali freschi, ambedue con -0,3%.
Seguono lievi aumenti: caffè e cacao (entrambi +0,1%), Latte fresco parzialmente scremato e Salse e condimenti (ambedue +0,4%). In ottava posizione vegetali, (+0,6%), poi burro e zucchero (entrambi +0,8%). Chiudono la classifica dei prodotti a maggiore risparmio, le confetture, marmellate e miele, con +0,9%.