Pubblici esercizi in difficoltà per il caro bollette. La singolare protesta di un bar a Roma

Un manichino appeso in vetrina con un cartello che recita "è arrivata la bolletta!" un'imprenditrice romana ha pensato così di far capire le difficoltà a cui stanno andando incontri i pubblici esercizi a causa del rincaro di gas e luce. Fipe e FIC lanciano un appello alle istituzioni e avvisano: il 10% delle attività rischia la chiusura

9 Sett 2022 - 12:44
Pubblici esercizi in difficoltà per il caro bollette. La singolare protesta di un bar a Roma
Non sembra esserci pace per il mondo del fuori casa; dopo la dura stangata inferta dal Covid, una graduale ripresa stava iniziando a mostrare i primi segnali benefìci, ma ora un altro grande problema sta travolgendo bar e ristoranti rendendo di fatto la vita impossibile a molte attività. L’aumento dei costi dell’energia e del gas sono un pericolo reale che, stima Fipe, potrebbe portare alla chiusura di almeno il 10% delle imprese della ristorazione, in particolare quelle più giovani e meno patrimonializzate. In queste ore fa scalpore la protesta messa in atto da una imprenditrice romana che, nella vetrina del suo bar in zona Sangiovanni ha esposto un manichino impiccato con un cartello che recita “È arrivata la bolletta!”. Più che spaventare i passanti, Laura Ramoni, proprietaria del bar Big Mamy, come ha dichiarato al Corriere della Sera, voleva far comprendere a chi non fa parte del settore la gravità dello scenario che si profila all’orizzonte: “Vorrei sensibilizzare le persone che non fanno questo lavoro, perché non si rendono conto delle nostre difficoltà. Da quando le spese sono aumentate, anche noi abbiamo dovuto alzare il prezzo di caffè e cappuccino di 10 centesimi. Una differenza minima, eppure alcuni clienti si sono lamentati”. L’ultima bolletta dell’elettricità, dichiara la Ramoni è triplicata rispetto alle precedenti, arrivando a 2.600 euro. Una cifra non da poco soprattutto per un’attività che fa ancora i conti con le difficoltà economiche create dalla pandemia: “per noi è un secondo Covid” dichiara infatti l’imprenditrice. Proprio oggi Fipe-Confcommercio e Fic, la Federazione italiana Cuochi, hanno lanciato un grido d’appello unitario per richiamare l’attenzione delle istituzioni. “Tutti i settori produttivi del Paese sono in ginocchio a causa del caro energia che sta interessando l’intera Europa – sottolinea Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio. Ma se le imprese a monte della filiera riescono a scaricare gli extra-costi sugli altri anelli della filiera, bar e ristoranti non possono farlo con facilità perché i consumatori non sono imprese. In tutta Italia si stanno moltiplicando le iniziative virtuose degli imprenditori, decisi a contenere consumi e costi, ma questo non basta. Occorre, come chiediamo da tempo, un intervento per potenziare il credito di imposta sui consumi di gas ed elettricità portandolo al 50% per coprire almeno in parte gli insostenibili aumenti di oggi. Altrimenti vedremo un Paese spaccato, con aziende che fanno extra profitti e altre che fanno extra debiti”. In questi giorni – aggiunge Rocco Cristiano Pozzulo, presidente Ficleggiamo di ricette alternative per cuocere la pasta riducendo i consumi energetici. Sforzi encomiabili ma prima, occorre che i decisori politici impongano un tetto al prezzo del gas a livello comunitario e soprattutto una modalità diversa di fissare il prezzo dell’energia elettrica. Altrimenti scaricare sui consumatori finali queste bollette monstre diventerà inevitabile per la sopravvivenza delle imprese”.
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